Rimini 25 Aprile, il 78° della liberazione.
Dopo la posa di una corona al Monumento della Resistenza è seguito il corteo verso l’Arco d’Augusto e Piazza Tre Martiri, dove sono state deposte due corone, una al monumento ai Caduti e una alla lapide bronzea in ricordo del sacrificio dei Tre Martiri, fino ad arrivare in piazza Cavour per la parte conclusiva delle celebrazioni, dove hanno preso la parola il Sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad e il consigliere Anpi Lanfranco De Camillis, per l’orazione celebrativa.
Nel suo intervento il Sindaco ha ricordato che la Liberazione d’Italia è una celebrazione collettiva e unitaria dell’Italia che ritornò tra le nazioni civili, democratiche, pacifiche, dopo il sangue versato in una guerra che volle il fascismo .
Alcuni passaggi del suo intervento: “Non so se questo sia un 25 aprile particolare. Le parole delle ultime settimane, pronunciate da più parti, sembra quasi che intendano questo. Dobbiamo allora essere più cauti a festeggiare la Liberazione nell’Italia di oggi? No. Quello è dal 1945 e esattamente quello è nel 2023: la celebrazione collettiva e unitaria dell’Italia che ritornò tra le nazioni civili, democratiche, pacifiche, dopo il sangue versato in una guerra che volle il fascismo. E, come ha dichiarato in passato il presidente Sergio Mattarella, ‘le conquiste politiche, sociali, culturali, i diritti, la libertà di opinione, di voto, di associazione, di cui oggi godiamo, trovano il loro saldo radicamento nel 25 aprile. E, grazie alla Repubblica e alla sua Costituzione nate dalla Resistenza, furono estesi a tutti, senza eccezioni. A chi partecipò al movimento di Liberazione, a chi lo sostenne, a chi se ne sentì estraneo, anche a chi lo combatté’. Ma allora perché il 25 aprile, nella rappresentazione politica, continua ad essere così divisivo? È intollerabile che questa non possa essere la festa di tutta l’Italia, che sia la data dei distinguo e di vere e proprie offensive bugie, delle assenze o delle diserzioni istituzionali, dei veti a partecipare o degli inviti a non farlo. Si cita la Storia, come se essa fosse il punto di mera mediazione tra opinioni contrapposte e uguali. Si dice che l’Italia non faccia mai pace con la propria Storia. Vero in molti casi ma cosa significa davvero fare pace con la propria Storia quando si parla di 25 aprile? Fare pace con la propria Storia vuol dire riconoscere e conoscere realmente quello che è stato e trovare in questa piazza, in tutte le piazze d’Italia, le ragioni per esserci e vivere compiutamente i valori che sostengono la nostra Repubblica, la nostra coesistenza civile e che si fondano sulla libertà, sulla democrazia, solidarietà, sul ripudio della guerra, della violenza e della crudeltà, sull’incontro tra tutte le grandi forze popolari e sull’antifascismo che è il pilastro fondamentale della Costituzione italiana. Quel cielo che adesso sta sopra di noi, in una piazza dove festeggiamo quello che ci unisce, consapevoli della Storia che non riguarda solo le donne e gli uomini di 78 anni fa, ma noi. È l’eredità più viva di quel tempo tragico, il regalo più grande fatto alle generazioni successive che proviene dalle storie di Adelio, Luigi e Mario e dalla vita che non finì sotto le macerie di una città completamente distrutta come fu Rimini. Meritiamocelo questo dono. Viva il 25 aprile, Viva la Repubblica, Viva l’Italia!”
Dopo quella del Sindaco Sadegholvaad, si è tenuta l’orazione di Lanfranco De Camillis, in rappresentanza dell’Anpi di Rimini.
Il programma prosegue nel pomeriggio, alle ore 14 con l’iniziativa a cura di Anpi Rimini di deposizione di fiori alle targhe di vie e piazze dedicate a partigiani e antifascista.
Alle ore 17, al Teatro degli Atti (via Cairoli), andrà in scena una bella Resistenza racconto poetico della vita di Germano Nicolini – Il comandante Diavolo, un protagonista della Resistenza di Daniele Aristarco con Daniele Aristarco e Roberto Billi. Lo spettacolo è promosso da Amir O.F. e Mare di Libri in collaborazione con Anthea Rimini (ingresso gratuito fino a esaurimento posti).
Le iniziative sono organizzate in collaborazione con i comitati comunale e provinciale ANPI Rimini, l’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea (ISRIC) di Rimini e Coordinamento Donne Rimini.