Addio a Giuliano Vangi, con le sue opere ha reso Pesaro più bella.
E’ deceduto a Pesaro il 26 marzo a 93 anni per leucemia.
Nel 2018, piazza Mosca viene riqualificata con una sua opera, regalo del Gruppo Biesse di Gianfranco Selci. Il sindaco Matteo Ricci allora: «Ora è un salotto della città». La «Scultura della Memoria» è un progetto realizzato grazie al sostegno di Biesse Group. Monumentale il tratto dell’opera che prende forma nella pietra di Apricena. Reca i giganti della cultura e della storia di Pesaro e della regione: Rossini, Leopardi e Raffaello ma anche il mecenate e spietato soldato di ventura Federico da Montefeltro. A completare il disegno, nella concezione teatrale della struttura, l’uomo in maschera che declama rivolto ai Musei Civici, una donna del popolo che ammira i bassorilievi e una coppia di giovani abbracciati su una panchina, visibili nel colpo d’occhio da via Rossini, «simbolo della speranza nel futuro».
Matteo Ricci: «Tre anni e mezzo fa questo luogo era un parcheggio, ma una città che investe su cultura e bellezza non può avere le auto davanti ai Musei Civici o al Conservatorio. Con l’ordinanza e la riqualificazione di piazza Mosca e piazza Olivieri abbiamo dato segnali chiari. Fino al tassello di ieri, con la chiusura alle auto di piazza del Popolo».
Il maestro Giuliano Vangi: «Non sono nato a Pesaro, ma ce l’ho nel cuore: è da anni la mia città. Spero che la scultura piaccia, si può viverla. Grazie al Comune e a Selci».
Da Selci, la dedica alla moglie: «Si avvera un desiderio che sentivo da tempo. Lasciare un segno concreto dell’amore che Anna aveva per Pesaro e per l’arte. Sono felice che questa meravigliosa scultura prenda posto in una piazza nel cuore della città. Mia moglie era una donna forte, visionaria, carismatica: un’imprenditrice sensibile e coraggiosa, che ho avuto la fortuna di avere vicino. Insieme abbiamo fatto grande Biesse nel mondo. Era appassionata di arte e cultura, nella convinzione che non può esserci cultura aziendale senza cultura del bello e del buono. Con autentica stima ringrazio Vangi, artista di fama internazionale: è un’immensa soddisfazione per la mia famiglia. Non poteva esserci tributo migliore per ricordare Anna».
Il ricordo di Giorgio Girelli: “Mi colpisce molto la scomparsa di Giuliano Vangi. Come ha detto il sindaco di Pesaro Ricci viene meno una ” figura illuminata, che ha contribuito a rendere più affascinanti alcuni dei luoghi centrali della nostra città”. Posso dire, per esserne stato testimone diretto, che ha reso “più affascinante ” anche il Senato della Repubblica, avendo a suo tempo il presidente Pera disposto l’acquisto di alcune sue splendide opere. Una sua statua, “Italia”, è collocata presso la Sala Zuccari a Palazzo Giustiniani, mentre un’altra, “Ragazza in piedi”, adorna la Sala degli Atti Parlamentari. Artista di grande valore, apprezzato nel mondo, ne ho sempre ammirato il tratto discreto e la raffinatezza nei suoi rapporti con il prossimo”.
Il ricordo del presidente della Provincia Giuseppe Paolini: «Un grave lutto per la
nostra comunità: ha amato profondamente Pesaro e la provincia, scrivendo pagine
indelebili nel segno della cultura. Le sue opere hanno toccato profondamente la nostra
terra veicolando bellezza, proporzioni e armonia. Perdiamo un autentico ambasciatore
dell’arte nel mondo, universalmente riconosciuto e stimato, che ha indagato come pochi
sull’Uomo con il suo inconfondibile stile permeato di contenuto. Siamo vicini ai familiari
in questo momento di dolore».
Vangi nasce a Barberino di Mugello il 13 marzo 1931, studia all’Istituto d’Arte e all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Dal 1950 al 1959 ha insegnato all’Istituto d’Arte di Pesaro. Nel 1959 si trasferisce in Brasile dove si dedicò all’astrattismo, lavorando cristalli e metalli quali ferro e acciaio.
Nel 1962 ritornò in Italia e si stabilì prima a Varese e poi a Pesaro. Fece parte dell’Accademia delle arti del disegno di Firenze, dell’Accademia di San Luca e dell’Accademia dei Virtuosi al Pantheon di Roma.
Espose in molte sedi prestigiose in Italia e all’estero: si ricorda in particolare la prima importante esposizione italiana a Palazzo Strozzi nel 1967. Negli anni successivi si susseguirono numerose mostre in tutto il mondo.
Giuliano Vangi realizzò numerosi monumenti collocati in prestigiosi contesti, come la statua di San Giovanni Battista a Firenze, La lupa in Piazza Postierla a Siena, Il Crocifisso ed il nuovo Presbiterio per la Cattedrale di Padova, il nuovo altare e l’ambone del Duomo di Pisa, Varcare la Soglia, la grande scultura in marmo al nuovo ingresso dei Musei Vaticani, una scultura in legno policromo per la Sala Italia di Palazzo Madama a Roma, Donna in movimento per una piazza in centro a Pontedera (PI), un ambone in pietra garganica sul tema di Maria di Magdala per la chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo (FG) dedicata a Padre Pio e realizzata in collaborazione con l’architetto Renzo Piano, la nuova Cappella del cimitero comunale di Azzano (LU), creata assieme all’architetto Mario Botta, con il quale ha collaborato anche per il Santuario del Beato Giovanni XXIII a Seriate (BG).Per il Duomo di Padova realizzò l’altare in mamo di Carrara dominato dal crocefisso luminoso e vincente; un ambone come angelo annunziante, le statue di San Prosdocimo e Santa Giustina patroni della chiesa padovana e una statua di Sant’Antonio che predica ai pesci.