Guido Paolucci è stato un grande cattolichino. Un grande oncologo pediatra di livello mondiale.
Un giorno l’amico di infanzia Pierluigi Morosini: “Senti, Guiduccio, perché te non hai fatto i soldi?”. La risposta: “Secondo te, posso prendere i soldi da un bambino morente”.
Cattolica Ageop, la cena per ricordare il grande oncologo pediatra Guido Paolucci
Iniziativa per raccolta fondi a favore di Ageop e della ricerca contro il cancro dei bambini e bambine, con il patrocinio del Comune di Cattolica, venerdì 19 luglio, ore 20.30
La Cena del Mare in piazza del Tramonto nel segno del medico cattolichino Paolucci, padre dell’oncoematologia pediatrica
La sindaca Franca Foronchi e il vice-sindaco Alessandro Belluzzi: “Con questo evento, vogliamo continuare a tenere viva l’eredità di Paolucci e di sua moglie e rinsaldare l’amicizia e l’unità di intenti con l’associazione”
Torna, dopo cinque anni a causa della pandemia, la tradizionale Cena del Mare, l’evento di beneficenza arrivato alla decima edizione e organizzato dall’associazione Ageop con il patrocinio del Comune di Cattolica. L’appuntamento con la solidarietà a favore della ricerca contro il cancro che colpisce bambini e bambine sarà questo venerdì, 19 luglio 2024, alle ore 20.30, nella spiaggia libera ai piedi di piazza del Tramonto. Il ricavato della cena sarà interamente devoluto ad Ageop Ricerca.
“Siamo molto contenti che Ageop abbia voluto ripetere questo importante appuntamento per raccogliere fondi a favore della ricerca contro il tumore – spiegano la sindaca Franca Foronchi e il vice sindaco e assessore ai grandi eventi Alessandro Belluzzi -. Come amministrazione abbiamo voluto dare il massimo supporto a questa iniziativa, a partire dalla scelta del luogo, uno dei più belli della Romagna, la piazza del Tramonto. Un luogo scelto non a caso. È collegato alla Passeggiata intitolata al nostro concittadino Guido Paolucci, professore che ha dedicato la vita allo studio del cancro nei bambini. Con questa cena, vogliamo continuare a tenere viva l’eredità di Paolucci e di sua moglie e rinsaldare l’amicizia e l’unità di intenti con Ageop”.
“Siamo molto felici – interviene Francesca Testoni, direttrice generale di Ageop Ricerca – che sia stato possibile organizzare la tradizionale cena del mare in favore di Ageop. Siamo alla decima edizione e, dopo alcuni anni di interruzione, siamo riusciti a rinnovare il nostro legame con Cattolica, un legame profondo voluto da Guido e Rosetta Paolucci ai quali l’Associazione deve davvero tanto. E ci colpisce che il luogo scelto per la cena sia attiguo alla Passeggiata intitolata al professor Guido Paolucci, padre dell’oncoematologia pediatrica in Italia e primo ispiratore di Ageop: è un po’ come se ancora una volta, insieme alla sua e nostra amatissima Rosetta, il professore volesse indicarci la strada. Ed è così, perchè Cattolica è sempre stata per Ageop fondamentale. Siamo grati al Sindaco e all’Amministrazione comunale, alle tante attività produttive del territorio che hanno sostenuto l’iniziativa, a tutti i volontari senza il cui contributo non saremmo riusciti a realizzare nulla e a tutti coloro che il 19 vorranno essere con noi e insieme a noi sostenere i piccoli pazienti ammalati di cancro e le loro famiglie”.
La cena, a base di pesce dell’Adriatico, è a cura dello chef Giancarlo Binotti. Il sottofondo musicale live della serata è di Gogo.
In caso di maltempo, sarà comunicato tempestivamente il luogo al coperto. Per la prevendita telefonare al cellulare 3515827639.
Ecco come Alessandro Roveri, altro grande cattolichino, professore di Storia contemporanea all’Università di Ferrara ricorda l’amico Guido.
“Ritengo più che legittima questa richiesta, perché non posso pretendere che tutti conoscano l’autore del pur celebre Elogio della follia, un’opera geniale che il nostro ex presidente del Consiglio Berlusconi, per esempio, cita sempre a sproposito, come se Erasmo avesse elogiato la follia in generale, mentre certe follie sono state oggetto del suo dileggio, e talvolta del suo scherno.
Per spiegarmi meglio, scelgo un aspetto fondamentale della personalità di Erasmo: il suo cattolicesimo, che assomiglia molto al sentire cristiano di Guido. L’argomento è assai ricco e complesso, per cui mi conviene limitarmi a trascrivere qui un brano tratto dal Manuale del soldato cristiano, scritto da Erasmo ai primi del Cinquecento. Solo una cosa chiedo al lettore: una lettura molto attenta, che non si lasci sfuggire nessun dettaglio. Il brano è il seguente (Paolo è, naturalmente, San Paolo, che Erasmo cita – spessissimo – senza mai premettere, ch’io sappia, il “San”) : E non venirmi a dire ora che la carità consiste nel frequentare le chiese, prostrarsi davanti alle statue dei santi, accendere candele, ripetere all’infinito delle preghiere. Dio non ha bisogno di alcuna di queste cose. Paolo chiama carità l’edificare il prossimo, il considerare tutti come membra dello stesso corpo, ritenere tutti una sola cosa in Cristo, gioire nel Signore per la felicità degli altri come fosse la tua, consolare le loro pene come fossero tue, correggere con dolcezza chi sbaglia, insegnare agli ignoranti, sollevare chi è caduto, confortare chi è scoraggiato, aiutare chi soffre, soccorrere l’indigente, insomma: rivolgere tutte le tue risorse, tutti i tuoi sforzi generosi, tutte le sollecitudini perché siano utili in Cristo a quanti più è possibile, affinché come Lui non è nato per se stesso, non è vissuto per se stesso, non è morto per se stesso, ma tutto si è donato per le nostre necessità, così anche noi siamo al servizio del bene dei nostri fratelli, non di noi stessi.
Aggiungo soltanto, a beneficio della cultura storica di chi mi legge, che nonostante la sua rottura con Lutero sulla questione del libero arbitrio, Erasmo finì nella prima classe del primo Indice dei libri proibiti, quello istituito da Paolo IV nel 1559, e ancora in quello detto Tridentino del 1564, scomparendo, come ha scritto l’amico mio Adriano Prosperi, “dalle letture degli italiani in un modo che non trova riscontro altrove”: “quello stesso Erasmo che oggi viene salutato come il “precursore” del concilio Vaticano II, fu considerato un pericoloso avversario – forse il più pericoloso – della cultura cattolica nell’età del Concilio”.