La sindaca Daniela Angelini: “Ma quale ribaltone? Basta strumentalizzazioni a danno della città di Riccione e dei riccionesi”
La prima cittadina analizza i dati delle elezioni regionali: “Le cosiddette civiche continuano a raccontare una città in caduta libera: non mi stupisce che i riccionesi non li premino con il voto”
“Mi ero illusa che a urne chiuse sarebbe finalmente terminata questa strumentale, e a tratti purtroppo becera, campagna denigratoria della città di Riccione. Devo constatare ancora oggi che non è così: si intende proseguire in questa narrazione fantasiosa, persistendo nel raccontare un’inesistente città in caduta libera, non curandosi dei danni che si possono arrecare alla città stessa”.
La sindaca di Riccione Daniela Angelini invita la consigliere comunale Renata Tosi a restare ancorata alla realtà. “Ho letto dei suoi festeggiamenti e me ne rallegro – aggiunge la prima cittadina -, mi congratulo delle sue 2.485 preferenze così come per le 4.156 del nostro presidente del consiglio comunale Simone Gobbi e delle 1.090 di un’altra riccionese, Antonia Barnabè. Trovo invece disdicevole il tentativo surreale di voler dare una distorta lettura in chiave comunale delle elezioni regionali”.
La sindaca di Riccione respinge in maniera categorica che, come ha sostenuto Renata Tosi, “a pesare sia stata la cattiva esperienza amministrativa ancora in corso”. “Non sono una politica di mestiere – aggiunge Angelini – ma i numeri credo di saperli leggere e credo anche di sapere distinguere il voto amministrativo comunale da quello regionale o da quello delle elezioni politiche o europee”.
Riccione, ormai da molte tornate elettorali, tende sempre a premiare il centrodestra nelle elezioni che non sono amministrative. “Ma quale ribaltone a Riccione? Nella nostra città Ugolini ha superato De Pascale di meno di due punti percentuali, 49,78% a 47,86% – osserva Angelini -. Più che di ribaltone, se proprio si vogliono fare confronti, parlerei di recupero di consenso del centrosinistra che nelle regionali del 2020, con Bonaccini, si era fermato al 44,86%, contro il 49,69% di Bergonzoni”.
La sindaca sottolinea che se il voto regionale rappresentasse un premio, o una bocciatura, rispetto al lavoro di un sindaco in carica, allora la coalizione di centrodestra, due anni dopo, nel 2022, avrebbe dovuto vincere a mani basse: i riccionesi consegnarono invece la città alla coalizione guidata da Daniela Angelini addirittura al primo turno, con oltre 12 punti percentuali sul candidato di centrodestra, Stefano Caldari. Un dato clamoroso, se non si tenesse conto della differenza tra il voto locale e quello politico, soprattutto considerando che nello stesso anno, alle elezioni politiche, nella città di Riccione il centrosinistra si fermò al 33,06% (di Andrea Gnassi) contro il 45,61% del centrodestra (Jacopo Morrone).
Anche rispetto al concetto di “vittoria”, espresso da Renata Tosi insieme a quello di “rimpianto da trasformare in un nuovo corso”, Angelini osserva che “mi spiace passare da guastafeste ma questo trionfo io proprio fatico a leggerlo nei numeri delle elezioni regionali appena concluse”. Sommando il voto di tutte le cosiddette civiche di centrodestra a quello di Forza Italia, il risultato su Riccione è stato del 18,64%. “Ammesso e non concesso che queste tornate elettorali possano essere paragonate, nel 2017 le liste civiche a sostegno di Renata Tosi più Forza Italia avevano raggiunto quasi il 26%, mentre nel 2022 erano a quasi il 27%, e nel 2014 addirittura al 28%. Entro nel mio ufficio ogni giorno con un profondo senso di autocritica e con l’obiettivo di migliorare il mio operato per il bene dei riccionesi: faccio però una fatica enorme a interpretare questi dati come una bocciatura dei riccionesi”.
Angelini conclude argomentando che “negli ultimi tre mesi le cosiddette liste civiche di centrodestra hanno avviato una campagna fortemente denigratoria a danno della città di Riccione al fine di guadagnare consensi. Questi consensi però, e non mi stupisce affatto, non sono arrivati: i riccionesi si sono stufati di essere strumentalizzati. Le cosiddette civiche hanno cercato di vendere un prodotto immaginario, che non esiste: una fantasiosa città che sta collassando. Come il Cacao meravigliao della canzone di Renzo Arbore: qualcuno all’inizio aveva persino cercato di comprarlo nei negozi. Poi si era capito che si trattava di un prodotto dell’immaginazione ed era finita lì. Qui a Riccione qualcuno continua a fare girare sempre lo stesso disco rotto. Amen”.