Nello Giavolucci e la moglie Rita Urbinati nel 1970 lavoravano in Svizzera, intanto in Italia nel quartiere denominato Villaggio Argentina, Pio, padre di Nello, con l’aiuto di un gruppo di amici costruivano una robusta casa fatta di cemento armato e mattoni.
Angelini Pasquina, detta Pierina, nel 1971 appena finiti i lavori, chiamò il figlio Neĺlo invitandolo a tornare in Italia per avviare insieme un’ impresa nella nuova grande casa a due piani. Al piano terra aprirono un bar ristorante e al piano superiore l’abitazione.
Rita era una brava cuoca, ci teneva a servire pasta fresca fatta in casa, ben presto si sparse la voce e la piccola saletta, destinata a ristorante, divenne insufficiente per accogliere tutti, così si adattavano usando gli spazi destinati al bar e, tempo permettendo, mettendo dei tavoli fuori.
Negli anni iniziarono ad avere richieste anche per pranzi matrimoniali e in queste occasioni usavano la grande sala da pranzo di famiglia.
Erano i tempi dei sacrifici. La figlia Nives ricorda che negli anni ‘70 in estate in caso di siccità toglievano l’acqua durante il giorno, lasciandola solo per qualche ora della notte. Un’attività di bar ristorante aveva diversa biancheria da lavare e non esistevano servizi esterni, così Rita si alzava la notte per fare più lavatrici possibili; mentre aspettava che si completasse il ciclo, non perdeva tempo, puliva, stirata metteva a posto oppure preparava in cucina.
Raccontiamo come iniziò l’idea di aggiungere il servizio di alloggio.
Una notte, verso l’una , una donna suonò il campanello , non sapeva dove andare a dormire. In quegli anni c’era maggiore fiducia verso la gente. Rita, da donna di azione, sicuramente non ci pensò molto e decise di alloggiare nella camera degli ospiti . La mattina seguente servendo la colazione tra Rita e Lella si instaurò una buona sinergia, venne fuori che la donna non era una sbandata, ma una campionessa di formula 3 e 850 , il suo nome era Lella Lombardi, ( Sfogliando gli annali della Formula 1, Lella è stata la seconda donna al mondo a gareggiare in questa categoria, anche se solo per un mezzo punto. Prima di lei solo Maria Teresa De Filippis era riuscita a partecipare a 4 gare. Rimane la prima per il numero dei gran premi disputati: 12 su 17 partecipazioni. ).
L’accoglienza della famiglia Giavolucci venne ricompensata con tanto lavoro, Lella portò clienti che lavoravano nel campo automobilistico e motociclistico. All’ínizio per dare alloggio si appoggiavano nelle case dei vicini, che la prendevano come un’opportunità per avere un’entrata in più, liberavano solitamente le stanze dei figli, stringendo tutta la famiglia nella camera matrimoniale.
Nel tempo accontentare tutti divenne difficile e Nello nel 1976 decise di costruire uno stabile di due piani nel lotto dietro loro : primo piano per alloggio e piano terra a ristorante.
La famiglia Giavolucci per l’autodromo divenne un punto di riferimento. Rita ai piloti preparava i cestini del pranzo, aspettando poi tutti a cena. Gli uomini, clienti del bar , erano orgogliosi di vedere al piccolo Villaggio tanti campioni. Da ricordare Franco Uncini, Virginio Ferrari, Marco Lucchinelli, Gianfranco Bonera, Walter Migliorati, Takazumi Katayama, Graziano Rossi, Gianni Rolando, Giacomo Agostini .
Ricordo di Marco Lucchinelli:
Il ristorante bar alloggio da Nello era un ottimo punto di ritrovo per tutti i motociclisti. Si mangiava bene e se non c’era una camera disponibile ci trovava una casa del Villaggio dove farci dormire. In qualche occasione l’accoglienza era superlativa, si incontravano belle tifose, molto generose, che ci tenevano compagnia fino a colazione.
Ricordo di Walter Migliorati:
“Noi piloti andavamo tutti da Nello perché si mangiava bene e ci trovavamo a nostro agio per tutto. Bei tempi gli anni ’80. “
Ricordo di Franco Uncini:
Bello ricordarsi di Nello, del suo ristorante e di tutti noi, che negli anni ’80 andavamo lì. Quando si provava o si correva a Misano Adriatico, Nello era come un club di piloti, un Misano club.
Che bei ricordi!
Ricordo di Gianni Rolando:
Era il ritrovo di piloti e meccanici, terminata la cena, la sala veniva utilizzata come officina. Non era un albergo qualsiasi, ci sentivamo come a casa. Nello e famiglia erano persone splendide, si davano da fare per accogliere chi non trovava posto. Per noi era la normalità andare da Nello.”
Gianni Rolando
Il grande ristorante era l’unico nei paraggi e quindi un punto di riferimento per comunioni, cresime, grandi gruppi e matrimoni importanti. Conteneva fino a trecento persone.
Il sabato sera iniziarono a fare musica dal vivo con piccole orchestre di liscio. Si andava per mangiare e ballare.
I giovani hanno imparato da Nello a ballare il folk romagnolo.
Per il servizio avevano tanti camerieri con Giuliano De Angeli, genero di Nello, come direttore di sala.
Hanno anche ospitato la trasmissione IN ZIR PER LA RUMAGNA. Nell’occasione, ispirandosi al nome della frazione Villaggio Argentina, organizzarono una cena a base di Asado.
Per la cottura usarono la rete di un letto, ai tempi era in acciaio temprato a maglie fitte e sottili, e sotto stesero la brace. Durante la lunga cottura, pioveva vino Sangiovese nelle pance dei grigliatori e sulla carne pepe, olio di oliva e salsa chimichurri.
Al bar:
Nel periodo natalizio la società di calcio Vis Argentina organizzava la tombola per finanziare l’attività sportiva.
Come premi si vincevano galline, tacchini, capponi, anatre e l’agnello per il tombolone. Gli animali venivano consegnati vivi e attivi.
L’approvvigionamento era compito di Virgilio Ciuffoli e Giuliano De Angeli e come deposito la famiglia Sammarini metteva a disposizione la propria aia.
Giuliano De Angeli e Virgilio Ciuffoli ricordano due episodi divertenti.
Erano andati per ritirare gli animali con il pulmino della società sportiva/parrocchia, il Volkswagen beige a metano. Quel giorno un agnello più vivace degli altri, riuscì a scappare. Dovettero rincorrerlo per i campi, fu una gara dura per i due poco sportivi, i ricordi della gioventù da contadini fu determinante.
In un’ altra occasione capito’ che, durante il viaggio, un tacchino uscì dalla gabbia e spaventato prese a beccate i due. Conducente e accompagnatore tornarono a casa “tot scorg”.
Gli organizzatori della tombola erano tanti, quelli che non mancavano mai erano Corrado Mignani e Gianfranco Caldari al tabellone per la lettura dei numeri, Patrizia Ciuffoli alla raccolta delle Lire e tanti altri aiutavano alternandosi nelle varie serate.
Durante l’anno si organizzavano gare di biliardo e boccette, facevano dei tornei provinciali, chi vinceva andava ai regionali. In fondo alla sala biliardo avevano allestito una tribuna per seguire meglio le partite. Si fumava talmente tanto che, ad una certa ora, i giocatori erano avvolti da una fitta nebbia, tornando a casa i panni erano così impregnati da doversi cambiare fuori dalla camera da letto, per non dover subire l’ira della moglie
Tra i giochi al bar da ricordare il flipper che suonava e luccicava ad ogni vincita.
La clientela era giovane, dai quattordici anni in su. I ragazzini come iniziazione compravano la vespa, la truccavano, per poi sfoggiare al bar, passavano ore a decantare i pregi del lavoro eseguito.
Alcuni uomini adulti e sposati ogni tanto uscivano dalla routine, dicevano a casa di andare al bar, partivano in ciabatte e si cambiavano le scarpe in macchina per raggiungere i locali da ballo in riva al mare, era per loro un piacere allietare le serate alle turiste.
Il bar Nello era anche un punto di riferimento per chiamare parenti ed amici, la gente si metteva in fila aspettando il proprio turno al telefono a gettoni.
L’attività era molto impegnativa, per Nello e Rita era determinante l’aiuto dei figli Nives, Enrico e Caterina oltre che del genero Giuliano. Dopo anni di lavoro, causa la scarsa salute di Nello e la stanchezza generale, dovuta ai continui pesanti sacrifici , decisero di cessare definitivamente la loro grande impresa, era la fine del 1997.