Misano Argentina. La moto progettata e costruita da Domenico Montanari, Romeo Signorini, Romano Casoli..
Nell’inverno del 1995 in una officina dalle dimensioni di m. 6 x 4 si radunavano tre amici per realizzare il progetto più ambizioso nel campo delle 2 ruote, la costruzione artigianale di una moto a 8 cilindri V fronte marcia, denominata dagli ideatori“ 500 V8 M.S.C”, sigla per ricordare i protagonisti Domenico Montanari, Romeo Signorini, Romano Casoli.
I tre amici iniziarono a collaborare quando Romano, desideroso di realizzare il sogno di una moto tutta sua, chiese a Domenico di aiutarlo nella ricostruzione del telaio di una Benelli 500, per la parte meccanica fu determinante l’intervento di Romeo, detto l’ingegnere, anche se per esigenze familiari non aveva concluso gli studi. Lavorare insieme, per i tre amici, fu molto produttivo, ognuno completava l’altro, era diventato un divertimento incontrarsi la sera dopo cena e i fine settimana, inoltre non erano mai soli, ogni tanto passava qualche curioso ad ammirate come i lavori scivolano sotto le mani di questi maghi provetti: al tornio un pezzo di metallo diventava un supporto contagiri, una pedana cambio, mani esperte assemblavano ricambi per far nascere un motore. Oltre alla magia di saper creare, c’era un angolo goloso dove non mancavano i buoni biscotti di Oriella e il vino nostrano di Casoli. Finita la prima moto decisero che stavano proprio bene insieme e dovevano trovare altre idee. Iniziarono a costruire moto d’epoca da competizione per rievocazioni storiche.
La grande scommessa fu nel 1995, quando Tamburini Moto organizzò un uscita alla mostra scambio d’epoca di Novegro Milano, girando tra gli espositori in una teca dell’azienda Dell’orto videro una Moto Guzzi 500 con 8 marmitte anno 1955, si avvicinarono. Sembravano dei paperi curiosi. Davanti quella teca, con gli occhi a palla, giravano la testa a scatti verso destra e sinistra per scrutare ben bene da ogni angolazione i particolari. Ad un certo punto, quattro uomini come aquilotti si alzarono lanciando un deciso invito ad allontanarsi. I tre curiosoni, abbandonato lo stand, si guardarono e dissero: “L’hanno fatta loro nel 1955, vuoi che non riusciamo noi nel 1995 con più tecnologia? “
Così iniziò il progetto della 500 V8.
Erano sicuri di poterla realizzare perché la piccola officina di Domenico era attrezzatissima, completa di fresa, tornio, banco centrale e sollevatore idraulico. I pezzi protagonisti del motore sono teste Benelli e cilindri Honda. Romeo non si accontentò di copiare, volle studiare nuove soluzioni, tanto da catturare l’attenzione di ingegneri che lavoravano nei team di moto da competizione, quando erano in zona una visita di cortesia non mancava, si divertivano a vedere come prendeva forma il tutto e la sapiente capacità di sagomare tubi e creare ciò che non c’era.
Il motore arrivò a prendere vita, produceva un suono così particolare che i costruttori lo denominarono “ Il canto delle papere”. Viene da pensare che quei paperi dovevano essere dei tenori, perché quando la provavano si sentiva il sound del motore, il rombo vibrava nell’aria, ai vicini di casa, nella vetrina tremavano tutti i bicchieri del servizio ” buono”, la gente sbalordita usciva dalle case.
Chi la vedeva gia’ al primo sguardo rimaneva ammaliato per la formosa carenatura, priva di spigoli vivi e tanto morbida,
frutto di un paziente processo adattandosi con carta, stracci di canapa, gesso ingabbiato e poi via a levigare con carta vetrata per rendere perfettamente armoniosa e liscia la superficie. A base pronta si poteva avviare la stesura sovrapposta di fogli di vetroresina, modellati grazie a calore, calma e tanta passione. Fatta la carena era la volta del pittore carrozziere.
Nel 1997 un giornalista venne a sapere che qualcuno a Misano Adriatico stava costruendo una moto 500 8 cilindri a V , volle accertarsi di persona. Con stupore e ammirazione vide tre simpatici amici che con strumentazioni artigianali erano stati capaci di ingegnarsi con grande competenza nell’ assemblare il motore, costruire il telaio e lavorare la resina. Volle fare un servizio giornalistico e fotografico, pubblicato sulla rivista “Mototecnica” e uno su “Speciale di Motociclismo.”
La MSC 500 V8 per alcuni anni fu protagonista assoluta di fiere e motoraduni. Ad incoronare il loro orgoglio, all’ autodromo S. Monica, in un box del team Gresini, fu vedere Randy Mamola metterla in moto, “sgrassare a manetta” e alla fine lasciare l’autografo sulla carena e sentir dire ” Grande concerto di violini “.
Ancora oggi chi la ricorda chiede di riascoltare ” Il canto delle papere”, ma il motorista Romeo Signorini è venuto a mancare nel 2021.