di Corrado Torriani
Arsenio Arseni se n’è andato lo scorso 15 novembre. Lascia la moglie Giancarla e due figli, Cristina e Nicola. Nato a Monteporzio in provincia di Pesaro nel febbraio del 1944. Se n’è andato improvvisamente. Chi scrive lo conobbe dopo le scuole medie quando venne al Bramante di Pesaro a studiare ragioneria. Caro compagno, ma non di gioco; lo scriba giocava a calcio, mentre lui andava in bici. Per tutta la vita ha avuto la passione delle due ruote, seppur segnato qualche incidente. Era un predestinato: bravo, intelligente, sicuro di sé. Non appena finte le superiori, entra in un istituto bancario di Pesaro. Subito dimostra le sue capacità; erano basate prima sulla sua volontà, sulla sua intelligenza ed anche dal suo credo cattolico. Non l’aveva mai smarrita, la fede. Anzi. Diventa direttore in poco tempo, ma purtroppo per la banca erano tempi di grandi cambiamenti; con la meccanizzazione del lavoro e la scoperta di nuove strategie. Se avevi qualche necessità, andavi in banca da lui: una soluzione possibile e ragionevole avrebbe fatto di tutto per trovarla. Purtroppo, non sempre la bravura e la preparazione coincidevano con la direzione. Più volte, ad un passo, da diventare funzionario, trovava ostacoli; voluti da chi proprio non doveva. Ma lui fedele alla sua vita non si crucciava e continuava ad essere uno dei migliori direttori. Un giorno andò a ballare, vide una bella ragazza. Mentre ballava le chiese se sapeva far da mangiare; aneddoto che racconta ancora oggi la moglie. Dopo quell’incontro, è nato un grande amore. Come si dice: vicino ad un grande uomo c’è sempre una grande donna: Giancarla Bertozzini. Lo scriba l’ha conosciuta in ufficio quando veniva per la ditta dello zio per le incombenze fiscali. Qualche volta con mia moglie, Arsenio e Giancarla, finivamo a mangiare in qualche locale della nostra zona. Insieme, frequentavamo la chiesa di Ginestreto di suor Pia.
L’ultimo giorno di vit,a alle 6 del mattino fu portato all’ospedale con urgenza causa un embolo; la moglie che sapeva bene la grave patologia chiese come era messo con Dio. Lui, con un filo di voce, le dice di avere 82 anni. Di avere avuto una vita ricca di soddisfazioni. Una bella famiglia e bei figli e che con Dio era a posto. In quanti avrebbero potuto dirlo? Poi è salito in cielo. Sono orgoglioso di essere stato suo amico. Grazie di cuore; tutti ti ricorderanno. Gli uomini come te sono immortali; saranno sempre nel cuore e nell’anima di chi li ha conosciuti.