Come tutti sanno, la guerra è uno dei quattro Cavalieri dell’Apocalisse (Fame, Malattie, Guerra e Morte), per le terribili conseguenze che la precedono e l’accompagnano, come nel caso dei vergognosi e sanguinosissimi conflitti di questi giorni fra Russia ed Ucraina, fra Israele e Palestina e le numerose ed incredibili guerre sparse nel mondo.
A tutt’oggi i conflitti in atto sono ben 59, alcuni addirittura dimenticati, (mentre il numero più alto raggiunto dopo la seconda guerra mondiale (1940-1945) è stato nel 2017 con ben 278 guerre) fra cui:
-Ukraina.
Armenia.
Azerbaigian.
Afghanistan.
Birmania.
Iran.
Yemen.
Etiopia.
Repubblica Democratica del Congo.
Grandi Laghi.
Sahel.
Pakistan.
Taiwan.
Libia.
Myammar.
Nigeria.
Mali.
Burkina Faso.
Siria.
Somalia.
Messico.
Tigrai.
Israele.
Palestina.
E molti altri.
Esse spingono a porci ripetutamente una domanda sempre più assillante e che chiede una risposta la quale vada ben oltre le solite motivazioni di carattere economico, politico-ideologico o religioso a a cui ci siamo ormai abituati e rassegnati.
Infatti non è pensabile che tali argomentazioni riguardassero i periodi che si perdono nella notte dei tempi, quando non erano ancora nate le società civili e non si erano sviluppati i rapporti internazionali, territorialmente intesi.
Dunque, la genesi della parola GUERRA va ricercata molto lontano nel tempo, in quella antichità primitiva che siamo soliti definire “Preistoria”.
Gli antropologi, ed in particolare Abram Kardiner e Margareth Mead, hanno spiegato in questo modo lo scoppio della prima “guerra” in assoluto.
Un tal giorno, all’interno di un villaggio, si verificarono delle morti inspiegabili, cioè non dovute a fattori contingenti, come malattia, ferite, incidente, fame, vecchiaia ecc.
Il disorientamento fu generale e mise in crisi gli equilibri pregressi durante migliaia di anni, fino a quando lo sciamano di turno, in nome dei suoi poteri sovrannaturali, venne fuori sostenendo che quei decessi erano dovuti, in un modo o nell’altro (malìe, malocchio, invidie, pratiche magiche, scongiuri ecc.) agli abitanti di un altro villaggio, più o meno confinante, più o meno popoloso, più o meno antagonista.
Tale convinzione condusse ad una conclusione semplice e terribile:
– “Occorre provocare altrettanti morti anche nel loro villaggio!”.
Dopo immaginabili discussioni, fondate sulle argomentazioni più diverse e soluzioni fantasiose non sempre concrete ed efficaci, si ruppero gli indugi:
– “Dobbiamo far morire altrettante persone nel villaggio vicino che ha causato le nostre morti ! “.
E così fu, con il risultato che, come si sa, ogni azione comporta una uguale reazione, per cui a quella cruenta risposta ne seguì una seconda, poi una terza e così via fino a giungere negli Stati moderni, occidentali ed orientali, a nord come a sud, coinvolgendo incredibilmente milioni e milioni di persone e montagne di capitali finanziari che potevano essere investiti in opere di pace!
Dunque la genesi della GUERRA ha avuto una causa psicologica, che è andata via via degenerando e divenendo così complessa ed articolata da far disperare per un futuro di PACE. Alla luce di quanto sopra, Kardiner e Mead l’hanno definita una CELEBRAZIONE PARANOICA DEL LUTTO: LA GUERRA COME TABU’!
Perciò i governi del mondo contemporaneo sono completamente fuori strada nel cercare di porre rimedio a quei conflitti (non possono o non vogliono ?!) affrontando il discorso in chiave economica, ideologica, politica o religiosa: il segreto, risalendo alle origini, sta invece in un PROGETTO DI EMANCIPAZIONE CULTURALE, che sappia trasformare uomini rozzi, violenti selvaggi in costruttori di Progresso, emancipandosi da una tara che è scritta nel loro codice genetico fin dalla notte dei tempi !