Novantasette anni fa, il 21 aprile 1927, a Spoleto, terzo di cinque fratelli, in una famiglia di umili origini, nasceva Remo Venturi, apprezzato pilota degli anni Cinquanta e Sessanta del ‘900. Un campione che ha segnato la storia del motociclismo, quando praticare questo sport era assai più pericoloso dei giorni nostri, e i guadagni erano lontani anni luce dai fasti milionari degli attuali MotoGP e Superbike! Occorrerebbe molto spazio per ricordare le tante vittorie, oltre alla bravura, la semplicità e lo stile, che sempre hanno contraddistinto questo autentico asso delle due ruote, sia in gara, che nella vita civile. In sella a più marche, M.V. Agusta, Morini, Mondial, Gilera, Benelli, Bianchi, si è affermato nei circuiti italiani, ed anche nel Motomondiale, divenendo vicecampione del mondo delle 500 nel 1959 e 1960, dietro l’inglese Surtees, suo compagno di squadra nella M.V. Agusta. Memorabili sono le affermazioni del centauro umbro, nel ’54 e ‘57, in due gare di fondo su strada, che hanno rappresentato un’autentica epopea, in un’Italia da poco uscita dalle rovine della seconda guerra mondiale: ovvero le favolose “Milano-Taranto”, ed il “Motogiro d’Italia”. Quest’ultima corsa, fece sempre tappa a Riccione, dal ‘53 al ’57, con arrivo sul lungomare, grazie all’indubbia capacità e competenza organizzativa del Motoclub “Celeste Berardi” e, non da ultimo, alla sviscerata passione per “e mutor” dei membri di questo “storico” sodalizio riccionese. L’ultima edizione, nel ‘57, lo vide trionfare in sella ad M.V. Agusta 175 c.c.: un successo che lo ripagò della grande sfortuna che lo aveva perseguitato negli anni precedenti. Protagonista nelle sfide della “Mototemporada Romagnola”, Venturi otterrà la sua ultima vittoria nel circuito cittadino riccionese, il 3 aprile 1966, su Gilera 500, davanti a Silvio Grassetti. Terminata la carriera agonistica, ha continuato a salire in sella, in manifestazioni rievocative, in Italia e all’estero, e a frequentare Riccione con la famiglia nei mesi estivi, attestando un vero legame con la nostra città. Il 22 ottobre 2016, la sua presenza al Palazzo del Turismo, assieme ad ex piloti del passato, tra cui Campanelli, Silvagni, Latini, Santarelli, Elio Imola “Ciculin” (riccionese), ha onorato lo scrivente, autore di un libro uscito presso le Edizioni La Piazza, su quella “mitica cavalcata” che fu il Motogiro d’Italia.