“L’inflazione che ha bloccato i consumi e gli stipendi al palo, spaventano ancora le PMI italiane più delle guerre in corso. Lo pensa il 31,6% dei piccoli e medi imprenditori italiani che chiedono un aiuto immediato da parte delle banche. Bene il Governo ma nel DEF si poteva fare di più per le PMI”. È quanto emerge dall’Osservatorio “Evolution Forum Business School sulle PMI”, ideato dal formatore Gianluca Spadoni su un panel di oltre 1200 micro e piccoli imprenditori (cioè con fatturato sino ad 1 milione di euro, e meno di 5 dipendenti) e realizzato in vista del prossimo appuntamento di EVOLUTION FORUM BUSINESS SCHOOL presso la Dallara Academy per i prossimi 8 e 9 novembre 2024. “Per trovare e mantenere lavoratori preparati e motivati, è sempre più importante una continua ‘Formazione on-the-job’, cioè all’interno delle aziende” aggiunge la sondaggista Alessandra Ghisleri direttrice di Euromedia Research.
Anche alla luce degli ultimi dati diffusi da “S&P GLOBAL” sul Manifatturiero in Europa, a sostenere le nostre aziende piccole e micro (pari a oltre il 75% del totale delle imprese italiane, fonte report Confindustria) oggi dovrebbero essere soprattutto le banche “che hanno fatto utili stellari negli ultimi quattro anni e potrebbero concedere più credito agevolato alle PMI, ma senza chiedere gravose garanzie dello Stato, cioè a noi cittadini che paghiamo le tasse. Le banche dovrebbero tornare a fare il lavoro per cui sono nate: prestare soldi a chi non li ha, a patto che vengano investiti in rischio d’impresa” (la chiede il 27,2% delle PMI interpellate da EFBS). A complicare ulteriormente la vita delle PMI ci pensano cambiamento climatico (25,2%), carenza di personale (16,5%) e la burocrazia europea che rende complicato l’accesso ai contributi (14%). Inoltre, il “Piano Draghi”, potenzialmente la panacea per tutti i mali dell’Unione Europea, purtroppo è un argomento troppo tecnico e complicato, difficilmente comprensibile dalle PMI: addirittura il 63,6% del campione Evolution Forum la pensa in questo modo. Il Governo Meloni sta facendo tutto sommato bene in questi 2 anni, ma nel DEF si poteva/doveva fare di più per le PMI (16,8%).
La Ricerca (che verrà presentata l’8 e il 9 novembre prossimi presso la Dallara Academy di Parma) conferma che le aziende italiane contano ancora molto su Raffaele Fitto (ex Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il PNRR ed ora Vicepresidente della Commissione UE), al quale la PMI chiedono in primis il taglio dei tassi che gravano sulle piccole e medie imprese italiane dello 0,50% entro almeno il prossimo dicembre (85%) e poi l’introduzione nel più breve tempo possibile del salario minimo europeo (40%) per evitare che falliscano tante piccole realtà.
“Anche dai dati di cui disponiamo è confermato il trend indicato dall’Osservatorio EFBS sulle PMI di Gianluca Spadoni. Considerando anche le micro aziende quasi la totalità delle imprese in Italia sono valutate come PMI e costituiscono il vero tessuto imprenditoriale nazionale. Aggiungo che, alla luce di quanto ci riferiscono nelle rilevazioni e nei monitoraggi tutte queste aziende, trovare personale giovane preparato è tra le cose più complicate in Italia in questo momento seppur molte imprese propongano anche corsi di formazione e mettano a disposizione tutto il necessario per preparare e mettere a proprio agio i lavoratori del futuro. Proprio su questo è necessaria un’attenzione specifica del Governo nazionale”, ha dichiarato Alessandra Ghisleri, sondaggista e Direttrice di Euromedia Research, che parteciperà intervenendo nel corso dell’Evolution Forum Business School nella giornata di venerdì 8 novembre presentando una ricerca. “Il termine mismatch viene utilizzato per definire la mancata corrispondenza della domanda di lavoro da parte delle imprese con l’offerta da parte dei lavoratori. Un problema che viene spesso sollevato dalle aziende italiane che non riescono a trovare i candidati ideali per le assunzioni che hanno progettato”, ha aggiunto Alessandra Ghisleri. Secondo i dati Istat in Italia nel 2023 si sono registrati 1,8 milioni di persone disoccupate e, seguendo anche l’analisi di ANPAL e Unioncamere, su 5,5 milioni di offerte di lavoro attivate dalle aziende nel 45% dei casi è stato difficile riempire le posizioni con tempi superiori ai 4 mesi. Inoltre, nel periodo 2024-2028 si prevede un fabbisogno occupazionale complessivo tra i 3,4 e i 3,9 milioni di unità. Serviranno, dunque, quasi 3 milioni di lavoratori nel macrosettore dei servizi, circa 1 milione in quello dell’industria e 100mila lavoratori nell’agricoltura. Tutti questi problemi legati al mismatch lavorativo riguardano soprattutto la fascia di popolazione più giovane che ha un alto tasso di disoccupazione. Secondo l’Istat la quota di Neet nel nostro paese è pari a 16,1% e, anche se in calo negli ultimi mesi, in Europa rimaniamo secondi solo alla Romania (fonte Eurostat). Le professioni per le quali attualmente è più difficile reperire laureati, secondo una ricerca effettuata da Unioncamere in collaborazione con ANPAL, sono: ingegneria elettronica (90,6%), ingegneria dell’informazione (80,7%), professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche (80,3%), tecnici gestori di reti e sistemi telematici (74,5%) e farmacisti (73,1%). Tra le richieste che sono emerse chiedendo ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni i connotati per il lavoro ideale troviamo al primo posto la buona retribuzione (67,7%), al secondo il bell’ambiente di lavoro (colleghi, capi, relazioni) (66%) e al terzo un certo grado di stabilità (63,2%) (fonte Censis). “In definitiva, i dati esposti mostrano come nel nostro Pease sia presente un importante gap tra la domanda di lavoro da parte delle imprese e l’offerta da parte dei lavoratori. Una problematica che si registra soprattutto tra i giovani e in ambito tecnico-scientifico, meno, invece, per quanto riguarda il campo umanistico”, ha spiegato commentando i dati della ricerca Alessandra Ghisleri.
“Le Pmi sono una realtà consolidata del nostro paese e non si può più rimanere a guardare, ma è ora di ascoltare le loro richieste e fare qualcosa per venir loro incontro. Le problematiche sono diverse e il nostro Osservatorio sulle piccole e medie aziende le sta mettendo alla luce tutte”, ha aggiunto il il formatore Gianluca Spadoni in preparazione di questa edizione di EVOLUTION FORUM BUSINESS SCHOOL alla quale parteciperanno, tra gli altri, anche Andrea Pontremoli CEO e general Manager di Dallara Automobili, Alessandra Ghisleri sondaggista e Direttrice di Euromedia Research, Nicola Bertinelli Presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano e Umberto Galimberti, Filosofo, accademico e psicanalista italiano, nonché giornalista de La Repubblica.
COSA TI SPAVENTA DI PIU’ IN QUESTO MOMENTO? (2 risposte al massimo)
L’INFLAZIONE che ha bloccato i CONSUMI, e gli STIPENDI ancora al palo 31,6%
L’escalation delle GUERRE in Ucraina e Medio Oriente che bloccano ancor di più i consumi 31,4%
Le BANCHE che ora danno credito col contagocce nonostante abbiano fatto UTILI MONSTER 27,2%
Il CAMBIAMENTO CLIMATICO che stravolge le produzioni nei vari territori 28,3%
Agenzia delle Entrate, che tartassa solo noi PMI 25,2%
La carenza di PERSONALE introvabile a nessun livello 16,5%
La Burocrazia europea UE che, di fatto, non ci permette di attingere al PAC o ad altri contributi 14%
Il caro ENERGIA: produrre costerà sempre più, il libero mercato è un bidone 10,7%
I MIGRANTI sono una “bomba sociale” pronta ad esplodere 12,3%
AI l’intelligenza Artificiale che purtroppo ha costi d’ingresso troppo alti che non mi posso permettere 9%
Il voto delle elezioni europee ha rivoluzionato il palcoscenico spostando a destra le maggioranze: Alla luce di questo, le PMI italiane su cosa dovrebbero puntare a livello europeo già da domani? (2 risposte al massimo)
Introdurre il “salario minimo europeo” obbligatorio per tutti, così i giovani italiani formati da noi non scapperanno più a lavorare all’estero 40%
Richiesta creazione di un unico FISCO EUROPEO, per evitare pratiche di dumping di paesi come Olanda o Portogallo, che avvantaggiano solo le multinazionali 23,5%
Sostenere la creazione di un “mister Pmi” da parte della Commissione UE, una figura garante che valorizzi lo “Small Business Act” delle Pmi 21,4%
Richiesta di poter formare e quindi “utilizzare in positivo” i tanti migranti che sbarcano quotidianamente dandogli però al contempo dignità, formazione e lavoro 16,6%
Negoziazione di un aggiornamento del “Patto di stabilità” meno recessivo e che consideri maggiormente le Pmi 16%
Finalmente l’Italia con il Ministro Fitto avrà un Commissario di peso: speriamo lo facciano lavorare e non venga stritolato dalla EuroBurocrazia 15,5%
Richiesta di “piano di aiuto sostenibile” in materia di cybersicurezza e transizione digitale specifico per le PMI 14%
Chiedere l’emendamento di una WEB TAX per i giganti del web che devono pagare tasse come fa la piccola e media impresa 14%
Oltre a quelli sulle auto elettriche (appena decisi in UE), imposizione di “ulteriori DAZI” ai prodotti provenienti dalla Cina che possono farci concorrenza sleale in tutti i settori PMI 13,4%
Richiesta di blocco dei finanziamenti europei a favore degli allevamenti intensivi (che ora drenano l’80% del PAC europeo) a favore di un allevamento più sostenibile 13,4%
Riformulazione GREEN DEAL, specie a favore della Motor Valley italiana e di tutto il nostro indotto automotive, storicamente traino per tutta l’economia italiana 9%
Dopo lo 0.25% della BCE a giugno, ora anche la FED ha tagliato i tassi dello 0.50%: è sufficiente per il sostentamento delle PMI italiane?
Come la FED, anche la BCE dovrebbe tagliare ancor di più i tassi, per dare “liquidità” alle PMI senza aspettare dicembre 44,4%
No, occorre al più presto un ulteriore taglio di altri 50 punti per garantire un futuro alle PMI italiane 41,2%
No, siamo alquanto delusi e come al solito la BCE non ha soddisfatto le nostre aspettative. Se non dovesse esserci un ulteriore taglio di almeno 50 punto entro fine anno la mia azienda rischia di chiudere per sempre i battenti 14,4%
Mario Draghi ha presentato un poderoso piano di investimenti (Oltre il doppio del Piano Marshall) per far ripartire l’Europa: servirà?
Non saprei, è un argomento troppo tecnico e complicato, difficilmente comprensibile dalle PMI 63,6%
E’ l’ennesimo piano dei “Papaveri della Finanza”, che agevolerà solo le grandi multinazionali. Non servirebbe a nulla 18,7%
Difesa e Fisco comune e EURO BOND per finanziare l’innovazione tecnologica: tutti i Paesi UE dovrebbero applicarlo subito 17,6%
Il Governo Meloni sta facendo tutto sommato bene in 2 anni, ma nel DEF si poteva/doveva fare di più per le PMI. 16,8%
Fabbisogno occupazionale 2024-2028 (FONTE EUROSTAT):