Rimini. Emma Petitti, presidente dell’Assemblea regionale dell’Emilia Romagna: “Un abbraccio agli studenti che vanno ad iniziare”.
“L’anno che sta per iniziare sia finalmente quello buono per l’attuazione dello Ius scholae. Un diritto che riguarda 99 mila studenti della Regione, di cui quasi 6 mila a Rimini”.
Questa mattina ho avuto il piacere e l’onore di inviare, a nome della Regione Emilia-Romagna, la mia lettera di saluti (che allego) per le studenti e gli studenti che stanno per iniziare un nuovo anno scolastico. Un abbraccio simbolico in un momento così importante per tante famiglie del nostro territorio. Lunedì 16 settembre avrò poi, sempre a nome della Regione Emilia-Romagna, la soddisfazione di portare un saluto nel corso della prima campanella al Liceo linguistico ed economico sociale nel centro studi di Viserba (in cui avrò il piacere di conoscere la nuova dirigente scolastica, Roberta Fantinato) sempre a Rimini, al Liceo scientifico “Einstein” in cui ho compiuto i miei studi superiori. Sarà l’occasione per salutare e ringraziare di persona le docenti e i docenti che, con professionalità, sacrificio e dedizione portano avanti una dei lavori più difficili e fondamentali per la nostra comunità. Una professione che, come ci ha ricordato Elly Schlein, andrebbe valorizzata, a partire dall’adeguamento di stipendi che, ad oggi, sono invece tra i più penalizzati in Europa.
Visto il particolare momento storico, e dati alla mano, voglio però cogliere questa data simbolica anche per una riflessione politica su un tema fondamentale così al centro del dibattito sui media nazionali e locali, lo Ius scholae. Purtroppo il dubbio che l’apertura di una parte della maggioranza al Governo si rilevasse alla prova dei fatti sono un dibattito agostano, lo abbiamo avuto nel corso delle votazioni all’emendamento proposto dal PD all’interno del ddl Sicurezza, in cui si proponeva che al completamento di un ciclo scolastico di 5 anni si potesse richiedere la cittadinanza italiana per le studenti e gli studenti con cittadinanza non italiana. Proposta respinta, senza troppe spiegazioni o alternative, come a dire, “abbiamo scherzato”, spegnendo una promessa di speranza, una risposta concreta alle ragazze e ai ragazzi, alle loro famiglie e al loro giusto desiderio di appartenere ed essere riconosciuti per quello che in realtà già sono, italiani a tutti gli effetti.
Una scelta, quella del Governo, che lontana da proporre alternative concrete, rischia di lasciare in un vicolo cieco lo Ius scholae. Eppure i numeri messi nero su bianco proprio dal Ministero dell’Istruzione evidenziano l’urgenza di questa misura.
I numeri di Rimini e dell’Emilia-Romagna
A Rimini gli alunni con cittadinanza non italiana sono, secondo gli ultimi dati resi disponibili dal ministero dell’Istruzione, 5.982, pari al 14,5% del totale. Situazione disomogenea con gli estremi della via Emilia che si segnalano anche come estremi numerici, se Rimini è la provincia dell’Emilia-Romagna dove minore è l’incidenza percentuale di alunne e alunni con cittadinanza non italiana (14,5%), Piacenza è quella con il dato percentuale superiore, addirittura sopra il 24%.
I dati più recenti sul numero di alunni e studenti con cittadinanza non italiana frequentanti le scuole statali dell’Emilia-Romagna si riferiscono all’anno scolastico 2022/2023 (Dati: Anagrafe Nazionale Alunni, aggiornata a maggio 2023 per l’a.s. 2022/2023). Numeri che evidenziano la presenza costante, da diversi anni scolastici, di alunne e alunni con cittadinanza non italiana in tutti gli ordini e gradi scolastici, a conferma ulteriore della loro consolidata presenza in Emilia-Romagna.
Gli alunni con cittadinanza non italiana, provenienti da contesti migratori, le nuove generazioni di giovani di origine straniera nati in Italia, gli alunni con vissuti migratori personali o familiari e i minori stranieri non accompagnati rappresentano vissuti complessi, diversificati e spesso difficili, accomunati dal bisogno di un’effettiva integrazione scolastica e sociale.
La speranza, ora, è che si sviluppino i presupposti per un nuovo percorso in Parlamento, e che l’anno scolastico alle porte sia ricordato come l’inizio di una nuova speranza di inclusione e diritti per una parte così importante di nostri concittadini emiliano-romagnoli e riminesi”.