Grande successo per gli incontri di Stefano Mancuso a Riccione: oltre 450 partecipanti tra cittadini e studenti per discutere di alberi, città e riscaldamento globale
Un enorme interesse hanno suscitato gli incontri organizzati con il professor Stefano Mancuso, noto botanico e docente dell’Università di Firenze, esperto mondiale di neurobiologia vegetale, organizzati nell’ambito del progetto di partecipazione “Riccione Cambia” per lo sviluppo del Piano urbanistico generale.
Durante le sue lezioni, Mancuso ha lanciato un accorato appello a non sottovalutare gli effetti del riscaldamento globale, definendolo “la più grande emergenza nella storia dell’umanità”. Ha evidenziato come il cambiamento climatico colpirà in modo devastante soprattutto le persone più fragili, e ha offerto una soluzione semplice ma ambiziosa: ridurre lo spazio dedicato alle strade e piantare più alberi nelle città.
L’incontro alla Sala Granturismo, alla presenza della sindaca Daniela Angelini e dei componenti della giunta e del consiglio comunale, è stato introdotto dall’assessore all’Ambiente e alla Rigenerazione urbana Christian Andruccioli, il quale ha sottolineato l’importanza di adottare un nuovo approccio culturale verso gli alberi e le piante nella pianificazione urbana: “Le piante sono fondamentali per il nostro futuro. Servono un cambio di mentalità e un nuovo approccio alla gestione degli alberi e delle aree verdi, soprattutto nel contesto urbano. È una delle sfide principali che dovremo affrontare insieme come comunità, iniziando dalla valorizzazione del patrimonio naturale esistente, come gli alberi e i corsi d’acqua. Questa è una priorità nella pianificazione strategica di Riccione”.
Mancuso: “Abbiamo tagliato duemila miliardi di alberi”
Nel suo intervento, il professor Mancuso ha evidenziato dati allarmanti: oggi, il peso dei materiali sintetici prodotti dall’uomo, come cemento e plastica, supera quello di tutti gli esseri viventi del pianeta. “Abbiamo tagliato duemila miliardi di alberi negli ultimi due secoli, e questo ha avuto un effetto devastante sul pianeta, poiché dipendiamo dagli alberi per assorbire l’anidride carbonica, principale responsabile del riscaldamento globale”, ha spiegato.
L’ambiente urbano, secondo Mancuso, rappresenta la vera sfida: la concentrazione di calore nelle città è maggiore rispetto alle aree rurali, con una differenza di temperatura fino a 7 gradi. “Le città sono delle isole di calore. La soluzione? Piantare alberi. Gli alberi non solo forniscono ombra, ma traspirano, assorbendo calore e rilasciando vapore acqueo, agendo come veri e propri condizionatori naturali”.
Nel suo intervento, Mancuso ha anche sottolineato come la politica e le scelte urbanistiche dovranno farsi carico delle persone più vulnerabili. “La priorità della politica deve essere prendersi cura dei più fragili, e oggi il condizionatore d’aria sta diventando un vero e proprio salvavita. Tuttavia, non possiamo continuare a fare affidamento solo su soluzioni tecnologiche. È necessario essere audaci e rivoluzionari: dobbiamo togliere spazio alle strade e restituirlo agli alberi”.
Un altro tema chiave emerso durante gli incontri è stato l’impatto economico della trasformazione urbana. Mancuso ha spiegato che le aree pedonali e verdi non solo migliorano la qualità della vita, ma aumentano anche il valore immobiliare e il benessere economico delle città: “I commercianti che si oppongono alla pedonalizzazione sbagliano. Dove si va a piedi, le persone spendono di più e le abitudini cambiano velocemente: ce lo dimostrano le città che lo hanno fatto, monitorando prima i comportamenti per sei, otto mesi di sperimentazioni sul campo, poi trasformando radicalmente lo spazio pubblico a partire proprio dalle sezioni stradali”.
Gli incontri si sono conclusi con una serie di domande da parte del pubblico, sia tra gli adulti che tra gli studenti, che hanno mostrato grande interesse per la possibilità di agire a livello locale per contrastare la crisi climatica. “Il riscaldamento globale è il problema più grave che l’umanità abbia mai affrontato,” ha ribadito Mancuso, “e le città sono il luogo da cui dobbiamo iniziare a cambiare”.