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Tartufo bianco sei anche romagnolo…

di Paolo Giannini*

Redazione di Redazione
3 Ottobre 2024
in Focus, Misano, Regione Emilia Romagna, Rimini
Tempo di lettura : 4 minuti necessari
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Paolo Giannini

Paolo Giannini

TARTUFO BIANCO SEI ANCHE ROMAGNOLO!!.

Umberto Eco ne parla nel  capolavoro letterario IL NOME DELLA ROSA: sin dal Medioevo veniva consumato; cavato anche se con  difficoltà dai suini, se non allontanati dalla buca scavata, con energia lo avrebbero mangiato. Poi nel futuro si arriva al cane. Gli storici della alimentazione sostengono, già babilonesi Etruschi e Romani ne facessero uso. Parlarono  con metafore anche i nostri padri filosofi dalla  Antica Grecia. Alla venuta  dei barbari scomparse dai ricchi banchetti. Caterina dei Medici, lo riportò nelle mense monarchiche e aristocratiche d’Europa. Il mio desiderio non è parlare delle caratteristiche organolettiche o le sue dette qualità afrodisiache, ne hanno già parlato fin troppo esperti e colleghi. Essendo stato ristoratore e  commerciante e cavatore di essi, infatti i  clienti e in città, ero chiamato Trueffelkoenig. I migliori e i più grandi finivano nel mio ristorante. Dieci anni li ho venduti in Europa, e spediti anche altre nazioni. Avendo  anche il tesserino per cercarli, e comperati nelle aste in molti luoghi, vorrei  far conoscere ai nostri lettori alcune novità da poter rassicurare i consumatori, se specialmente ROMAGNOLI.

Il tartufo di Alba, essendo vicino alla Francia e fatti conoscere dalla citata Caterina, essendo anche conoscitori avendo del Périgord  nero, essendo anche un ottimo tubero, come il nostro scorzone invernale. Il grande cuoco saggista Escorffier nei suoi saggi parla a  fine ‘800 anche del Tuber Magnatum  Pico, dal nome dell’ dottore, che ne documentò dopo ricerche caratteristiche scientifiche, olfattive e commestibili. Per i francesi come i nostri aristocratici era  niente di nuovo. Artusi nei carteggi con Olindo Guerrini, bibliotecario, falsificatore non solo di  poeti di grande fama, addirittura di Fernando Pezzoa, ma appassionato di cucina, e falsificatore anche del maestro inventore della cucina Italiana e conoscitore dei tuberi.

Ma  arriviamo ai nostri giorni; Il tartufo non si trova solo ad Alba, anzi in Piemonte sempre di meno, avendogli  tolto il suo habitat, per far posto a vigneti dei loro pregiati vini ,ma ha ancora  il privilegio di mantenere l’attributo “Alba”.  Acqualagna e il tutto il centro Italia sono diventati i veri fornitori. Umbria, Lazio, Toscana, Abruzzo e Molise e costa Ligure, La ROMAGNA ne produce moltissimo, hanno un grande mercato. I luoghi dove la mattina  commercianti e cavatori si incontrano sono parcheggi autostradali, per fare l’improvissate  aste o in mercatini di piccoli paesi degli Appennini EMILIANIROMAGNOLI. Un paese medievale del Molise, rimastomi nei ricordi, non solo per il buonissimo tartufo e l’arte architettonica, ma per una  bellissima storia, raccontata dai pochi abitanti anziani ormai rimasti: per secoli i pastori si incontravano  in luogo, ritornando dalla transumanza; si consumava una cena con una capra bollita e pane abbrustolito con una patata selvatica cruda molto profumata; non conoscevano ancora il nome TARTUFO. La festa accompagnata da fisarmoniche, organetti e bellissime pastorelle danzanti e canti  popolari abruzzesi. CAPRACOTTA è il paese. Conosciuto anche per aver l’ unico giardino floreale delle montagne appenniniche.

Un vero grande mercato si svolge ogni mattina, anche in luogo tra cavatori e commercianti; molte le auto targate Cuneo. Diventato  importante luogo per la vasta crescita del tubero. I TRIFULAU conservano con attenzione i luoghi dove crescono. Sono le patate selvatiche che mangiavano i pastori. Il nero pregiato cresce anche in Toscana, Umbria, Marche, Piemonte e ROMAGNA e luoghi adiacenti. Lo scorsone estivo in molte regioni italiane e estere. Molti consumatori non sanno che il TARTUFO BIANCO di buona qualità va in simbiosi con alberi anche in Romania, Bulgaria, Dalmazia, Slovenia, Sud Africa e altre nazioni, dimenticavo: cresce anche in paesi nord europei, ma  profuma solo di  aglio e ammoniaca, sono come  patate guaste, non commestibili. la Cina ne produce tantissimo nero, ma con poco odore e insapore, ma molto consumato  non solo in Italia ma in tutto il mondo, anche in Francia. Io fui uno dei primi nel commercializzarlo in Europa, avendo un fratello residente a Pechino, lo vendevo alle pizzerie, o scadenti ostelli della mitteleuropa, viene utilizzato per creme o come già detto venduto a umili gastronomie. Le stesse caratteristiche le a il nord africano. Il bianco piccolo o grande ha lo stesso pregio, il grande è più estetico e rispecchia il caro prezzo e si consente effettua una omogenea affettatura,  piccoli o deformati non hanno niente da invidiare ai grandi, a volte sono anche più profumati con più belle venature e più peso specifico. Avevo un vecchio trifulau che ogni anno mi vendeva tartufi  detti Piattine ,cosi sono chiamate in gergo perche crescono cosi? Gli chiesi:” ma dove li trovi?” Li prendo sempre sotto quella grande pietra vicino al cancello. Ne aveva pochi ma sempre la stessa pezzatura, un  cliente voleva solo quelli. Hanno anche un grande vantaggio dei grandi, costano meno: il ristorante necessita anche lo show. Potrebbero aver avuto anche  ostacoli nel crescere piccoli: pietra, radici adiacente, terra  schiacciata e altri fenomeni naturali. Il tartufo ormai diventando prodotto di massa, non solo per buongustai ma  ricchi, ma anche per semplici cittadini alla ricerca di “status symbol” e Snob. Risuona da essere consumato da sceicchi, nuovi ricchi e monarchie in lontani luoghi .Mi dicevano vecchi cavatori, che inizio secolo nei sacchi  per il grano strapieni adiacenti ai porcili, il popolo non li mangiava e se solo quando non si aveva altro da mettere in bocca, in questi casi donne e bambini, non volevano addirittura neanche annusarli . La società dei consumi, li ha indirizzati nel mangiarli anche chi non ha le possibilità economiche. Diventati cari e rari. Fondamentalmente  per cercarli il costo della licenza è misero, costoso è solo il cane, ma le sane passeggiate nelle aurore, nei boschi e nelle verdeggianti  valli  dei cercatori sono non solo salutari, ma gratis e uccidono lo stress  della nostra  rumorosa società. TRIFULAU ROMAGNOLI !! Verremo da voi per qualche tartufo da poter festeggiare tra amici, un evento; dateci un buon tartufo. Nutrite  e addestrate  bene i nostri fedeli LAGOTTI, fatevi finalmente conoscere dai consumatori  anche di altre regione come esperti TRIFULAU delle valli  EMILANE-ROMAGNOLE.

*Ristoratore in Germania, da anni insieme alla famiglia abita a Misano adriatico

 

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