di Alessandro Bovicelli
La pasticceria Lagana’ per me è un punto di riferimento assoluto. Ho cominciato a frequentarla da piccolo, quando facendo le scuole elementari alle Carducci, il nonno Augusto mi veniva a prendere e mi portava all’angolo con via Santo Stefano alla pasticceria a mangiare un dolcino, o qualcosa di salato. La pasticceria famosissima, senza dubbio la migliore di Bologna , trova il suo top nello squisito panettone salato adattissimo per aperitivi, o veri e propri apericena. Non da meno le pizzette rosse tonde che, una tira l’altra, puoi mangiarne anche dieci. Tutta la pasticceria dolce è molto buona. Top la classica torta di riso bolognese e che cosa dire dei cremini… Una meraviglia. La pasticceria è meta obbligatoria di tutti i bolognesi; è una delle loro tappe anche la domenica per prendere il dolce e il salato da mangiare in famiglia, oppure una fantastica torta per festeggiare una ricorrenza.
La pasticceria Laganà è alla quarta generazione: Michele, Luigi, Michele e Massimiliano con la sorella Sissi. Oggi, sono quest’ultimi due, figli di Michele, a portare avanti la prestigiosa attività di famiglia. Lo fanno con lo stesso spirito e la stessa professionalità.
L’artefice delle fortune Luigi Laganà se n’è andato il 16 agosto del 2021. Aveva 89 anni. Lasciava due figli, Michele e Laura. Era il principe dei pasticcieri di Bologna. E’ stato l’inventore del panettone salato; un successo assoluto, fatto proprio da tutti i colleghi italiani e non solo. Era uno dei grandi personaggi che d’estate avevano scelto Portoverde come luogo delle vacanze, insieme ai famigliari. I misanesi conoscono meglio il figlio Michele, già candidato a sindaco negli anni addietro.
Tra le passioni, la vela; il lavoro su tutte. Carattere forte, persona buona, con una forte sensibilità verso la solidarietà. Di origine siciliana (Messina la città), la famiglia approda a Bologna nel dopoguerra. Muove i primi passi sulle orme del babbo Michele, pasticciere. Prepara le sue prelibatezze in casa, Luigi già ad 11 anni inizia a fargli le consegne per bar, ristoranti e privati. Poi lo affianca in laboratorio e ne fa una delle mete di Bologna e non solo. Apre la pasticceria nel 1955 in via Santo Stefano 112. Unisce le due culture della civiltà della pasticceria: la bolognese e la siciliana. Ogni suo prodotto è nel segno dell’eccellenza. Le sue praline sono nettare degli dei. Tutti i bolognesi hanno assaggiato le sue specialità; insomma, è uno dei grandi marchi della città: dice Laganà e pensi alla pasticceria. Persona sobria, Luigi racconta che l’attività si avvia piano; poi mattoncino su mattoncino costruisce un marchio che nel sentire dei bolognesi è ai vertici. Nel 1985, nel nuovo laboratorio, a Rastignano, fa la torta più grande del mondo ed entra nel Guinness dei primati: 7 metri di diametro per 7 metri di altezza. Viene decorata con note delle canzoni di Francesco Guccini. Per dare il senso dell’uomo un piccolo aneddoto; per due volte rifiutò l’onorificenza da Cavaliere del lavoro.
Il decesso è stato raccontato da tutta la stampa bolognese: da Repubblica, al Carlino, passando per il Corriere della sera e finendo per un servizio televisivo su Rai3. I titoli: “Luigi Laganà, l’arte in una torta. Ci ha fatto gustare la dolce vita”; “La storia della dolcezza”; “Addio a Luigi Laganà, decano dei pasticcieri”. “Panettone salato e Cioccoshow. Addio al re dei pasticcieri Laganà”, “Ci lascia un vero Maestro, ispirazione per i colleghi”.
Tra le passioni, la vela; il lavoro su tutte. Carattere forte, persona buona, con una forte sensibilità verso la solidarietà. Di origine siciliana (Messina la città), la famiglia approda a Bologna nel dopoguerra. Muove i primi passi sulle orme del babbo Michele, pasticciere. Prepara le sue prelibatezze in casa, Luigi già ad 11 anni inizia a fargli le consegne per bar, ristoranti e privati. Poi lo affianca in laboratorio e ne fa una delle mete di Bologna e non solo. Apre la pasticceria nel 1955 in via Santo Stefano 112. Unisce le due culture della civiltà della pasticceria: la bolognese e la siciliana. Ogni suo prodotto è nel segno dell’eccellenza. Le sue praline sono nettare degli dei. Tutti i bolognesi hanno assaggiato le sue specialità; insomma, è uno dei grandi marchi della città: dice Laganà e pensi alla pasticceria. Persona sobria, Luigi racconta che l’attività si avvia piano; poi mattoncino su mattoncino costruisce un marchio che nel sentire dei bolognesi è ai vertici. Nel 1985, nel nuovo laboratorio, a Rastignano, fa la torta più grande del mondo ed entra nel Guinness dei primati: 7 metri di diametro per 7 metri di altezza. Viene decorata con note delle canzoni di Francesco Guccini. Per dare il senso dell’uomo un piccolo aneddoto; per due volte rifiutò l’onorificenza da Cavaliere del lavoro.
Il decesso è stato raccontato da tutta la stampa bolognese: da Repubblica, al Carlino, passando per il Corriere della sera e finendo per un servizio televisivo su Rai3. I titoli: “Luigi Laganà, l’arte in una torta. Ci ha fatto gustare la dolce vita”; “La storia della dolcezza”; “Addio a Luigi Laganà, decano dei pasticcieri”. “Panettone salato e Cioccoshow. Addio al re dei pasticcieri Laganà”, “Ci lascia un vero Maestro, ispirazione per i colleghi”.

