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Home Località Cattolica

Cattolica. Ciao Edo

Redazione di Redazione
3 Maggio 2025
in Cattolica, Focus
Tempo di lettura : 6 minuti necessari
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Edo Conti
di Silvia Marcolini e Gabriele Paci

Odoardo ‘Edo’ Conti, staffetta partigiana, imprenditore, segretario PCI Cattolica, segretario provinciale SPI CGILRimini, appassionato melomane e tanto altro, è momentaneamente ‘risalito in montagna’ domenica 13 aprile 2025. Un ritratto e un ricordo, anche attraverso le sue parole

 

di Silvia Marcolini e Gabriele Paci

“La notte che non ha mattino si avvicina”. Così scrive in uno dei suoi libri Edoardo ‘Edo’ Conti, Odoardo all’anagrafe per un errore di trascrizione. Quella notte è arrivata la mattina di domenica 13 aprile 2025. Edo ha chiuso i suoi occhi, sempre aperti sul mondo che ha vissuto nei suoi novantacinque anni. Continuerà a guardarlo da altrove.

Nasce a Cattolica il 29 novembre 1928, ragazzo  vivace e  intelligente, crescendo in una famiglia di socialisti e cattolici, come spesso accadeva all’epoca. Nel 1911, durante uno sciopero dei braccianti, i manifestanti tentano di boicottare le trebbiatrici guidate dai mezzadri. Il nonno Edoardo, da cui prenderà il nome, stende i suoi quattro figli, compreso il padre di Edo, il piccolo Alfredo ‘Fidin’ di otto anni, davanti alle trebbiatrici. Un ramo della famiglia, dunque, è socialista e l’altro cattolico, pure con zii preti e suore.

Dal 1938 con un decreto regio che proibisce di fissare le sintonie sulle stazioni estere, nel Paese cominciano a fioccare arresti e condanne sempre più pesanti ai trasgressori, e qualche delatore ha sicuramente buone orecchie. Queste cose Edo le sa. Compra infatti il suo primo giornale tre mesi dopo, a nove anni il 10 febbraio 1939, giorno della morte di papa Pio XI. Durante la Guerra il quattordicenne ribelle Edo, giunto a un compromesso con il padre, porta la radio nella soffitta di casa e, soprattutto la sera, sale lassù, al buio, per ascoltare musica, ma soprattutto Radio Londra e Radio Mosca. Che gli fanno sognare il mondo fuori, un mondo diverso. Si reca spesso nella Fabbrica del ghiaccio di Giuseppe Ricci per giocare a carte o chiacchierare un po’ con suo figlio Lando e altri ragazzi. Ricci, ma Edo ancora non sa che è addirittura comandante partigiano di Cattolica e Alta Valconca, un giorno sente Edo dire a Lando una frase ascoltata alla radio sere prima, qualcosa come “Fai come la gatta che ha fatto i gattini ciechi?”. Ricci capisce subito che Edo ascolta Radio Londra e, amico da sempre della sua famiglia socialista e conoscendolo bene, lo prende da parte e lo recluta. “Tu che hai buona memoria continua ad ascoltare, non scrivere mai niente ma riferiscimi tutto. Sopratutto non dire niente a nessun altro”. Edo si sente importante per questo incarico segreto, e lo esegue. In seguito si ritrova con Lando a pulire fucili per la Resistenza in un pozzetto della ghiacciaia e riceve anche altri incarichi, come consegnare lettere e messaggi facendo da tramite fra Ricci e i sacerdoti Don Pio di Cattolica e Don Armando Paci di Fanano, che ebbe un ruolo rilevantissimo nella Resistenza locale e internazionale. Don Paci, infatti, così come in tutta Italia molti altri sacerdoti (basti ricordare la figura di Don Pietro Pappagallo a Roma, ricordato anche nel film ‘Roma città aperta’ di Roberto Rossellini) aiutò la fuoriuscita di numerosi cittadini e ricercati, in particolare ebrei.

Inoltre, poiché la sorella del suo amico Sandro Borghesi è fidanzata con un ufficiale tedesco che ne frequenta la casa, Edo comincia ad esservi più assiduo, d’accordo con Ricci, per riferire le importanti conversazioni che ascolta mentre si intrattiene con Sandro o che l’amico stesso gli rivela. “Ricordo che era una giornata un po’ piovosa, ogni tanto smetteva e nel tragitto che abbiamo fatto a piedi, lui mi spiegava tutte le cose del Fronte e che i tedeschi stavano sperimentando nuove armi”.

Un gioco molto pericoloso per Edo, che potrebbe essere facilmente scoperto. Con gli stessi intenti, frequenta spesso la casa di un suo compagno di scuola, figlio del Podestà, apprendendo così incidentalmente altre informazioni utili alla Resistenza.

Nell’immediato dopoguerra Ricci diviene Sindaco di Cattolica e nel 1946 viene eletto all’Assemblea Costituente nelle liste del PCI, il Partito Comunista Italiano. Per i numerosi impegni a Cattolica, e poi fra Cattolica e Roma, Ricci vuole Edo sempre per sé e con sé: “Degli altri non mi fido”.

Finiti gli studi, lavora come cassiere nella macelleria del padre, continuando a svolgere intanto la sua funzione di segretario personale e uomo di fiducia di Giuseppe Ricci.Iscritto al PCI dal 1945, Odoardo ‘Edo’ Conti diventa, sempre a Cattolica, Segretario di Sezione, prima della Gramsci e poi della Grieco. Lo rimane sino al 1960, quando a Roma straccia la propria tessera di Partito in faccia al Segretario nazionale Palmiro Togliatti, il mitico ‘Ercole Ercoli’ del periodo fascista. Per tutti, ‘il Migliore’. Edo denunciava un fatto di corruzione politica avvenuto a Cattolica, Togliatti lo minimizzava, anteponendo il successo elettorale ottenuto in zona, al fattaccio commesso da un iscritto. Edo no.

Intanto il 1950 ha già segnato una ulteriore svolta nella crescita politica e civile di Edo, che nell’agosto di quell’anno conosce Walter Audisio, il ‘Colonnello Valerio’ delle Brigate Garibaldi nel Corpo Volontari della Libertà in stretti rapporti con Giuseppe Ricci, che lo ospita a Cattolica. Edo, ammesso da Ricci nel piccolo gruppo dei partigiani riuniti in una stanza della trattoria sul porto canale, ascoltadal Colonnello Valerio il suo racconto delle ultime ore di Benito Mussolini. Questo, nel contesto di alcune interessanti riflessioni di Audisio sullo sbarco in Sicilia del 1943, e del come e perché da quel momento in avanti la politica italiana venisse secondo lui volutamente e scientificamente controllata da alcune delle Potenze straniere che avevano liberato il Paese dai nazifascisti. Da questo momento Edo inizia a sviluppare un pensiero fortemente critico, volto a guardare i fatti con maggiore cognizione, libero da ogni costrizione di pensiero. Allo stesso tempo coltiva la concretezza del suo stare nella società, attraverso i tanti incarichi e lavori, ottenuti e ben svolti. Fra i compiti che gli assegnava Ricci, c’erano le ‘Riunioni delle donne’, con letture condivise di riviste e romanzi, o gli incontri con i marinai, per parlare dei loro problemi, sentirne i bisogni e riportarli al Sindaco.

Dopo la sua espulsione dal PCI del 1960, diventa Presidente della Cooperativa dei macellai della Valconca complessivamente per dieci anni, attraverso due elezioni. Rientra nel Partito nel 1971, divenendo quindi nuovamente segretario della sezione Gramsci per due mandati.

Nel 1979 lo chiamano come funzionario alla Camera del Lavoro, accetta ma dimettendosi da segretario di Sezione per incompatibilità. L’esperienza in CGIL, durata per tutti gli anni ottanta e novanta, lo vede responsabile dello SPI CGIL, il Sindacato dei pensionati, di Cattolica e del Territorio di Rimini. Nonché redattore del periodico collegato. Nei suoi articoli si trovano appassionate analisi del contesto politico, scrivendo in particolare di energia atomica, ambiente, riforme del lavoro, diritti salariali. Scrive un inedito ‘Diario di un Segretario di Sezione’.

In occasione dei festeggiamenti per gli ottanta anni dalla Liberazione dal fascismo e dal nazismo, il 25 Aprile 2025, l’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) gli conferisce l’attestato di Patriota. Edo non ha aspettato la consegna questo desiderato riconoscimento, che lo rende orgoglioso di tutta una vita, e solo dodici giorni prima, il 13 Aprile2025, è andato a raggiungere i suoi compagni di tante lotte sociali e politiche.

Continua a dare tutto il meglio di sé anche quando, a metà degli anni ottanta, si batte per la cultura nella sua città, perché è propositivo e molto attivo nei numerosi eventi culturali organizzati dal Comune di Cattolica, anche in accordo con i rappresentanti delle categorie economiche della Città. Dai primi anni novanta è il referente del Comune, sindaco Gianfranco Micucci, per l’organizzazione di Eventi musicali, in particolar modo della Lirica, che hanno un notevole successo soprattutto fra i turisti stranieri. Molte Agenzie turistiche estere, organizzano e prenotano vacanze in base al calendario degli eventi lirici in programma durante la Stagione.

“… Quando a settembre facevamo il concerto dedicato ai brindisi celebrati nell’Opera, col vino frizzante per tutti, la gente pagava, per venire … quando facevamo questa festa c’era la gente in piedi. Peccato che non si sia più fatto, alla fine hanno prevalso le richieste delle categorie, d’altra parte ci vuole passione a queste cose e se tu non hai la passione è inutile, in teatro ci deve stare quello che capisce il teatro”.

La musica Lirica è stata, insieme alla politica, la storia e la religiosità personale e collettiva, una delle grandi passioni di Edo Conti. Le ha coltivate tutte con passione e impegno personale e condivise nei fatti e nei suoi tanti scritti, moltiplicandone il significato.

Nel 2004, a settantacinque anni, instancabile è tra i fondatori dell’esperienza e della Lista civica Arcobaleno di Cattolica, alla quale da notevoli contributi di pensiero, e azione.

Edo, anche a riposo dalle attività sociali, è uno che non smette mai di leggere, osservare, analizzare la Storia di tutti i giorni, dentro la quale molti di noi passeggiano distrattamente. Lui no, per lui ogni notizia, ogni accadimento politico, sociale o culturale è un momento di apprendimento, analisi, riflessione, di crescita instancabile, in poche parole di partecipazione. Ecco, partecipazione è la parola “chiave” che ha sempre accompagnato Edoardo. La stessa che egli ci suggerisce per vivere più consapevolmente la nostra Storia.

 

Ha scritto

.   Storia di una staffetta

La Piazza Editore

.  L’altra faccia dell’Italia

nel racconto di Walter Audisio

Albatros

.  Breve storia del melodramma

La Piazza Editore

tutti con Silvia Marcolini.

Diceva, e continua a dirci, Edo Conti: “Quando una persona se ne va la storia che ha vissuto, il racconto di sé e delle cose importanti a lui care, vanno raccontate, condivise, tramandate. Perché di uno possa assumere significato e divenire ispirazione per molti. Per tutti quelli che lo vogliano. Per tutti, tutti, tutti

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