Di Alessandro Bovicelli, ricercatore di Ginecologia oncologica all’Università di Bologna
Il delitto si è consumato nella notte tra il 31 agosto e il 1 settembre dello scorso anno. In una villetta di Paderno Dugnano alle porte di Milano, il diciassettenne Roberto Chiarioni ha ucciso con più di 100 coltellate , madre, padre e fratellino di dodici anni. Il padre aveva appena festeggiato il compleanno. Sono state effettuate due perizie psichiatriche. La prima, voluta dalla difesa, ha avuto come esito una totale incapacità di intendere e di volere. La seconda, disposta dalla giudice per i minori ha avuto come esito una parziale incapacità. Il giovane ha confessato tutto e ammesso il triplice omicidio sostenendo un “suo malessere e un senso di estraneità rispetto al mondo”. Non si può certo mettere a confronto il malessere giovanile generalizzato che c’è oggi con questo caso estremo.