Tratto da lavoce.info
L’Italia è tra i paesi europei che richiedono un percorso più lungo per la cittadinanza: 10 anni.
Tra i quesiti su cui gli italiani saranno chiamati a esprimersi nel referendum dell’8 e 9 giugno, c’è quello relativo alla cittadinanza. In particolare, si voterà per l’abrogazione della norma che prevede un requisito di dieci anni di residenza per i cittadini stranieri extra-Ue che vogliono diventare cittadini italiani. Una soglia elevata, fissata nel 1992, che da allora non è mai stata modificata. Prima di quella data, invece, bastavano cinque anni.
Votando sì al referendum si chiede l’abrogazione delle regole attuali e quindi il ritorno al vecchio requisito di cinque anni, una soglia più vicina agli standard della maggior parte degli altri Paesi europei. Attualmente, infatti, il requisito di cinque anni è previsto in Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Svezia, Bulgaria, Lettonia, Malta e Repubblica Ceca.
Votando no al referendum si chiede invece il mantenimento dei dieci anni, tra i requisiti più severi per la naturalizzazione in un paese europeo. Hanno lo stesso solo Austria, Spagna, Lituania, Polonia e Slovenia.