Bruno Achilli se n’è andato prima del tempo il primo maggio. A stroncarlo un ictus; pochi mesi fa, sempre a Cuba, era stato sottoposto ad un intervento chirurgico semplice. Aveva 73 anni, lascia tre fratelli (un maschio e due femmine). Il malore lo ha colpito a Cuba, dove viveva stabilmente da quando era andato era andato in pensione; era impiegato, settore eventi e turismo, del Comune di Misano Adriatico. Ma la sua vita era legata al ciclismo. Da ragazzo corre, ma senza raggiungere risultati. Ma la passione diventerà il suo secondo lavoro. Inizia a collaborare col quotidiano sportivo “Stadio”, scrivendo storie locali prima e romagnole poi di ciclismo. Da “Stadio” c’è il passaggio al “Resto del Carlino”. Per decenni sarà il cantore delle due ruote della nostra regione. Aveva una memoria prodigiosa che gli permetteva a braccio di arrivare all’anno, giorno ed ore. E’ stato amico dei grandi del ciclismo nostrano: Marco Pantani, Davide Cassani, Michele Coppolillo… li aveva iniziati a raccontare fin da bambini per poi continuare coi grandi trionfi. Dalla carta stampata, era poi anche approdato alle televisioni, su ErreunoTv. Per alcuni anni aveva diretto la second avita di “Ciclismo Romagnolo”, un mensile dietro al quale, in qualità di editore, c’era Gabrielli, un altro appassionato.
Il rapporto con Cuba inizia proprio con “Ciclismo Romagnolo” che negli anni ’90 organizza la Vuelta di Cuba per amatori; sarà il grande amore della vita.
Collaborava anche con la nostra testata. Era, Bruno, diventato amico, anche di giornalisti di sicuro prestigio e rigore, come Dante Ronchi, ad esempio. Gli attribuirono anche un prestigioso premio di giornalismo. Che gli valse una medaglia d’oro, che mostrava con giusto orgoglio. Al di fuori del lavoro in Comune ed il ciclismo, lo accompagnava il piacere di stare a tavola con gli amici.
Caro Bruno, che la terra ti sia lieve.