– “Lo snodo della pace in Medio Oriente passa per risolvere la questione curda. Una delle poche democrazie nei paesi musulmani. L’Onu (Organizzazione delle nazioni unite) così serve a poco; gli Stati Uniti non pagano la quota da 8 anni”. Sta lavorando all’istituzione di un’organizzazione dei diritti umani ad Erbil in Iraq composta da studenti, intellettuali, imprenditori, persone comuni sia iracheni, sia curdi. Il misanese con madre tedesca Paolo Bragagna è ambasciatore dell’Onu dal 2016; da quando è presidente Onu del Laender della Bassa Sassonia.
Per 12 anni stellato Michelin in Germania, da alcuni anni è il titolare di Paolo’s Landhaus (Casa di campagna di Paolo), albergo-ristorante all’interno del Golf Club di Hannover. E’ entrato da un decennio nell’Onu tedesco e sempre da un decennio fa parte di una loggia massonica. Madre tedesca della Baviera, babbo misanese, Paolo è ritornato in Germania nell’85 a 19 anni.
All’interno della sua delegazione dell’Onu, si occupa di diritti umani, diritti dei popoli, del mantenimento della pace e dell’ambiente. Negli ultimi tempi si è focalizzato sui diritti umani dei curdi.
Racconta: “Per ragioni di interessi geo-politici, l’Onu non si è mai molto soffermato sui diritti di questo popolo smembrato in molte nazioni: Iraq, Iran, Turchia, Siria… Sono consapevole che quando si prendono a cuore le sorti dei popoli, si cammina sulla lama di un coltello. Per ragioni di equilibri tra le nazioni, la causa curda è sempre stata dietro le quinte e mai in primo piano”.
L’italo-tedesco ha il coraggio di criticare anche l’organizzazione internazionale che rappresenta: “Rispetto ai tempi di oggi non è più adeguata. Oggi, il mondo è un caos, non è più equilibrato; anche l’integrità dell’Onu è diversa. Ad esempio, gli Stati uniti non pagano la loro quota da 8 anni. Penso che la struttura dell’organizzazione vada cambiata con attori civili e non solo politici”.
Paolo Bragagna spesso è in missione all’estero per vedere e toccare con mano le complesse realtà; l’Asia ed il Medio Oriente sono le méte preferite. L’ultima missione è stata lo scorso gennaio in Iraq. Dice: “Mi sono preso a cuore il problema dei curdi; un popolo democratico; forse più di noi. Queste sono tutte cose che la pubblica opinione dell’Europa non sa. Negli anni ho instaurato relazioni dirette con i capi curdi, le televisioni, i giornalisti. Oggi, la regione dei curdi in Iraq gode di un’ampia autonomia. Vorrei anche ricordare che i curdi hanno liberato una parte dell’Iraq e della Siria dall’Isis. Sono in una regione strategica e penso che quest’acqua della democrazia si debba espandere anche negli altri territori del Medio Oriente. Il mio obiettivo è creare, ad Erbil, un’organizzazione per i diritti umani composta da cittadini, intellettuali, studenti sia curdi, sia iracheni. Ed insieme possano costruire un percorso comune nel segno della pace per cambiare le cose. Trovo in loro sensibilità ed entusiasmo. Il destino dei curdi è nel mio cuore e credo che lo snodo della pace in Medio Oriente passi da loro. In Germania mi impegno a far conoscere la loro realtà”.
I numerosi fratelli Bragagna hanno caratterizzato la vita di Misano Cella. La madre, origine della buona borghesia della Baviera, ha dato loro una sensibilità particolare. Avevano una casa foderata di libri e non proprio alla moda nel vestire. Uno zio geniale, Hans Häusermann ha aperto numerosi Goethe Institut nel mondo, la prestigiosa scuola che insegna il tedesco e relativa cultura nel mondo.