Misano Adriatico. Stazione ferroviaria col look di Aldo Drudi… Ha soppiantato il prestigioso designer Italo Rota… Perché non tutt’e due?
I lavori, partiti ad aprile, hanno riguardato la sostituzione delle vecchie vetrate deteriorate (erano quelle di Rota) con delle nuove, la riqualificazione di tutte le parti in ferro, la riverniciatura dei sottopassi e altre manutenzioni degli arredi che, oltre a donare nuova vita all’area, ne garantiranno la sicurezza.
La grafica richiama #RideOnColors, il progetto di brand identity sviluppato dal prestigioso progettista Aldo Drudi a partire dalle vie di fuga del Misano World Circuit e che, negli anni, si è evoluto sino a diventare un progetto di marketing integrato territoriale.
E’ un rimando alla texture che miscela i colori del territorio e quelli della velocità, a rimarcare la forte connessione tra Misano, il circuito e la Riders’ Land.
“Lo scopo dell’intervento, quello di creare un’associazione diretta tra Misano e la pista – dice il sindaco Fabrizio Piccioni – è stato raggiunto. D’ora in poi chi transiterà da qui in treno potrà, anche senza fermarsi, riconoscere facilmente Misano come terra dei motori. A questo si aggiungono gli aspetti legati alla sicurezza e all’accoglienza in una stazione sistemata e gradevole da vedere”.
“L’area della stazione, così riqualificata – aggiunge l’assessore al Turismo Marco Dominici – è un bel biglietto da visita per i turisti che raggiungeranno Misano in treno, a cominciare da quelli attesi questa settimana per la prova del Campionato del Mondo Superbike”.
– E sono stati smantellati anche gli ultimi pannelli di design del prestigioso architetto milanese Italo Rota (1953 – 2024) di Misano Mare. Erano quelli della stazione. Le cornici erano arrugginite da decenni e forse questa è stata la ragione. Rota aveva progettato l’arredo urbano di via Repubblica negli anni ‘90, sindaco Sandro Tiraferri. Suo anche viale Dante a Riccione. Le sue opere misanesi sono state tutte gettate nel bidone: i pali dell’illuminazione, le sedute a forme di surf… Qualche suo lavoro: l’allestimento museale del Musée d’Orsay, vinto con Gae Aulenti, le nuove sale della Scuola Francese della Cour Carré del Louvre, il Museo del Novecento a Milano…
Perché non restaurare Rota ed aggiungere l’originalità di Drudi?
