di Massimo Magnani
Nati e cresciuti in un mondo in cui per comunicare a distanza occorreva prendere carta e penna e poi correre alla posta per spedire la lettera, i nonni di oggi si ritrovano a vivere in una società dominata da schermi, notifiche e connessioni digitali.
Appartenenti a un’epoca ormai relegata alla memoria, si ritrovano ad abitare un mondo iper-tecnologico, circondati da firma elettronica, identificazione facciale, SPid e password.
Un mondo dematerializzato, che spesso li percepisce come fuori tempo, fuori luogo, inadeguati.
Un cambiamento non solo tecnologico, ma profondamente culturale, portandoli a vivere un senso di disorientamento, di esclusione e, in molti casi, più seriamente, di delegittimazione del loro valore umano.
Cresciuti con ritmi più lenti, in cui una telefonata era quasi un evento e il contatto umano possedeva ancora valore, i nonni da sempre, hanno rappresentato il patrimonio delle conoscenze, delle esperienze, delle memorie e per questo costituivano figure centrali nella famiglia e nella comunità.
Oggi, quel patrimonio pare non serva più, non viene più utilizzato, risulta obsoleto.
In un mondo in cui le risposte si trovano a portata di clic e le competenze tecniche superano le esperienze umane, molti anziani si sentono messi da parte, come se il loro sapere non fosse più rilevante.
La velocità del progresso tecnologico, non solo li ha lasciati indietro, ma li ha anche resi estranei ad accelerazioni sociali che si susseguono costantemente.
Smartphone, app, e-mail e social network rappresentano un linguaggio nuovo, spesso incomprensibile. Il senso di inadeguatezza non deriva soltanto dall’incapacità di utilizzare strumenti digitali, ma dalla sensazione di essere imbarazzanti o persino ridicoli agli occhi dei più giovani.
La difficoltà non è soltanto pratica, ma anche emotiva. Imparare a usare un tablet o un computer può significare, per un anziano, affrontare la paura del fallimento, l’ansia di sentirsi giudicati e il dolore di vedere la propria esperienza di vita ridotta a qualcosa di superato.
In questo senso, lo scollamento generazionale è sempre più evidente e inesorabile ed ogni tentativo di rallentare e ricucire, è inutile.
Il mondo non attende.