di Giorgio Girelli*
La chiamano la “Signora del Festival”. Si tratta di Paola Pierangeli Tittarelli, presidente dell’associazione Amici del Rossini Opera Festival. E della Signora ha tutti i tratti: gentile, spontanea, classe, elegante, socievole con tutti gli interlocutori, generosa. E’ uno di quei benemeriti cittadini, come Nardo Filippetti, Gian Giacomo Vismara Currò, Silvana Ratti, Martina Carloni che con i loro ricevimenti concorrono ad elevare l’immagine del Festival ed anche a promuovere le specialità della cucina marchigiana. La sua villa, sul colle San Bartolo di Pesaro, è frequentata spesso da ospiti, specie in occasione del Festival rossiniano nel corso del quale la signora programma ricevimenti che accolgono artisti, melomani, autorità, rinomate personalità del teatro e della cultura. La figlia Federica, residente a Roma, non è da meno sostenendo generosamente, tra l’altro, l’Accademia di Santa Cecilia quale socio mecenate ed il Maxxi, di cui è donatore fondatore. Il sodalizio di Paola Pierangeli con Gianfranco Mariotti, inventore e padre per decenni del ROF, è stato prolungato e solido e fu proprio Mariotti a proporle, agli esordi, di organizzare un incontro conviviale nella sua casa per gli ospiti del Festival che, come lei racconta, da grande appassionata di musica ha frequentato fin dalla prima edizione. L’invito di Mariotti fu accolto ed ebbe inizio la lunga serie degli appuntamenti gestiti con grande signorilità da lei e dal consorte Rolando (che purtroppo da qualche anno non è più tra noi) il quale accoglieva sempre, dopo l’opera, tutti gli ospiti sulla soglia di casa offrendo un bicchiere di spumante. Sin da ragazza, vista la passione per la musica di tutta la famiglia, aveva frequentato artisti e musicisti (Renata Tebaldi, per esempio), e il Rossini Opera Festival è stato per lei un’ulteriore occasione per coltivare queste relazioni. Ma anche studi classici ben seguiti, con maturità conseguita nella sessione estiva ed una preferenza per matematica e fisica, materie nelle quali fu valutata con sette. Voto allora eccellente, quando l’otto non veniva quasi mai oltrepassato, e quando diversamente da oggi non ricorrevano voti altissimi (forse anche perché una norma bizzarra lega ora a siffatte valutazioni l’entità di contributi da erogare agli istituti). La famiglia, dunque, visto che certe attitudini e disponibilità nascono difficilmente per caso. Il nonno, Stefano Pierangeli, era Direttore d’orchestra, diplomatosi al Conservatorio di Pesaro. Il padre, Wolframo, che da piccolo lo seguiva nella sua attività, ha ereditato la passione per la musica. Paola ricorda che ogni mattina alle 7 ascoltava dischi di lirica, e la moglie ogni tanto gli diceva: ‘Wolframo, metti anche un po’ di fox-trot per favore!’ Volframo Pierangeli, figura di spicco dell’antifascismo pesarese, manager aziendale insieme a Claudio Cangiotti della Fornace Pica, quale presidente della Amministrazione Provinciale mise a disposizione della ricostruzione del nostro territorio, dopo le devastazioni belliche, le conoscenze e le tecniche gestionali acquisite nella sua esperienza di imprenditore. E coltivò sempre interesse per la musica venendo nominato presidente della Fondazione Rossini. Anche qui la sua personalità illuminata aprì porte straordinarie, senza limitarsi a gestire la Fondazione quale organo di supporto logistico del Conservatorio, compito rientrante tra gli obblighi derivanti dalla legge di statizzazione (1939) del liceo musicale, o ad attardarsi in sterili polemiche con il conservatorio per contestarne – come purtroppo in seguito è avvenuto – l’uso totale di Palazzo Olivieri, previsto peraltro dalle norme di settore. Ricercò invece studiosi per dar vita alle edizioni critiche delle opere di Rossini. Il primo fu Bruno Cagli, scovato dopo avere letto su un giornale romano un articolo su Rossini firmato addirittura “vice”, poiché Cagli non era ancora titolare della rubrica musicale del quotidiano. “Vice” colpì Pierangeli per l’acutezza delle sue osservazioni sul compositore pesarese. E iniziò la collaborazione, che col tempo condusse alle edizioni critiche intelligentemente utilizzate da Mariotti per dar vita al Rossini Opera Festival. Pertanto non stupisce che Paola Pierangeli da anni sia abituale frequentatrice della “Scala” e dell’ “Opera di Roma”. Ed anche a lei venne affidato un incarico “istituzionale” quale Presidente degli Amici del Rossini Opera Festival organismo che fin dalla nascita è rimasto sotto la guida della Signora ed il cui ruolo è quello di “punto di riferimento per gli eventi e le relazioni che si creano ogni estate”. Paola Pierangeli cerca sempre di invitare le tante persone conosciute durante l’anno, nel corso delle sue frequentazioni, a venire al Festival e a dare il proprio contributo perché il ROF si rafforzi e prosegua sempre al meglio la sua attività. Ed a Pesaro la Presidente ha ospitato personaggi di valore assoluto come Philippe Daverio, Natalia Aspesi, Sir Peter Moores, Mariella Devia, Marisela Federici, altra signora dell’ospitalità nella Capitale, Luigi Pizzi, con il quale se la batte quanto a vitalità. Di Daverio ricorda la capacità di trasformare una serata terribile sotto la pioggia in un happening teatrale, mentre rammenta pure che Peter Moores invitò lei e suo marito in Inghilterra: andarono a caccia, e il marito, Rolando Tittarelli, stupì tutti per la sua abilità. Le capita poi spesso di incontrare diversi artisti conosciuti e ospitati a Pesaro nei contatti con i vari teatri: tutti sempre “molto affettuosi con me”, commenta Paola. Sempre di casa, per citare altri due nomi di rilievo, il direttore Michele Mariotti ed il grande tenore rossiniano Juan Diego Florez. Quest’ultimo giunse a Pesaro sconosciuto per la sostituzione al Festival di un famoso cantante malato. E fu una rivelazione. I Tittarelli quasi lo adottarono, restandogli sempre vicino. Andando pure alle sue nozze celebrate in patria, in Perù. Alla domanda quale sia il ricordo più caro della sua esperienza al ROF, la signora Pierangeli risponde: “Nel 2009, nell’edizione del trentennale, il Festival mi ha premiato al Teatro Rossini per il mio impegno a favore della manifestazione. Mariotti mi ha telefonato dicendomi: ‘Paola, domani vieni a Teatro perché c’è un evento a cui voglio che tu assista’. Quando sono arrivata ho visto in sala tutti i miei amici, la platea era gremita. Poi mi hanno chiamato sul palcoscenico e mi hanno consegnato un busto di Rossini realizzato appositamente dai tecnici del Festival. Mi sono commossa per la gioia, e conservo questo busto in camera mia, perché ci tengo moltissimo”. Sindaco Biancani, a quando la nomina di Donna Paola a “cittadina benemerita”?
*Presidente emerito del conservatorio Statale Rossini
