Pesaro. Nasce Bartolomeus: vino nel solco della terra, tradizione, tipicità.
È stato presentato oggi, nella Sala del Consiglio del Comune di Pesaro, Bartolomeus, il nuovo vino nato come gesto simbolico per dimostrare che insieme si può essere più forti.
Il progetto è frutto della collaborazione tra cinque aziende vitivinicole del territorio: Azienda Agricola De Leyva, Azienda Agricola Ranocchi, Azienda Agricola San Bartolo, Azienda Agricola Selvagrossa e l’Istituto d’Istruzione Superiore Cecchi.
Un’unione simbolica e concreta, nata per valorizzare il territorio del Monte San Bartolo e la tradizione vitivinicola pesarese.
Un progetto che ha un unico fine: promuovere uno dei territori più esclusivi al mondo, valorizzarlo e renderlo visibile. Questo territorio, antico e ricco di autenticità, oggi è rappresentato dal Parco Naturale del Monte San Bartolo, ma in epoca medievale — quando già si vinificava — era ben più vasto. Un terroir unico, ricco di tradizione e autenticità.
“Bartolomeus nasce dal desiderio di creare un vino che fosse la voce delle nostre colline, del mare che le accarezza e di una terra che da secoli vive in simbiosi con la vite,” dice Davide Leva, titolare dell’Azienda Agricola De Leyva e promotore del progetto, nella cui cantina è stato prodotto il vino.
Una storia che affonda le radici nel Medioevo
La viticoltura pesarese affonda le sue radici nel Medioevo, quando gli arcivescovi di Ravenna possedevano e coltivavano queste terre, riconoscendone la profonda vocazione agricola. Possiamo quindi dire che nel Parco Regionale del Monte San Bartolo il vino è presente da oltre mille anni, segno di una continuità agricola e culturale che ancora oggi caratterizza il paesaggio e l’identità locale.
Proprio tra queste colline che dominano il mare sorse il monastero di San Bartolomeo, dedicato all’apostolo da cui prese poi nome il monte stesso: Monte San Bartolo. Quel luogo di spiritualità e di lavoro agricolo, oggi ricordato dalla Chiesa di San Bartolo, rappresenta un punto d’origine simbolico e concreto, testimonianza di come fede, natura e cultura contadina siano da sempre intrecciate in queste terre.
È una storia che attraversa i secoli e che ancora oggi si respira tra i filari: la vite continua a essere parte integrante del paesaggio, come un filo che unisce il passato alla contemporaneità.
Un vino simbolico per valorizzare una terra che lo merita
Bartolomeus nasce per rendere omaggio a questa eredità. È un vino che racconta la forza e la bellezza di queste terre medievali, dove suoli argillosi e fossili, la brezza del mare e la passione di chi le coltiva creano un equilibrio irripetibile. Un vino che vuole far conoscere questa ricchezza anche oltre i confini, con la convinzione che questo territorio meriti di essere valorizzato per la sua autenticità e la sua storia.
“L’obiettivo del progetto è principalmente culturale – sottolinea Christian Carbonari, coordinatore del progetto –. Bartolomeus è un simbolo: un omaggio alle nostre radici, alla storia agricola pesarese e alla sua capacità di generare eccellenza.”
Progetto condiviso
Bartolomeus sarà un vino unico a tiratura limitata: un gesto simbolico di unione tra viticoltori. A rendere ancora più significativo questo progetto è il fatto che sia stato realizzato con parte del raccolto di tutte e cinque le aziende coinvolte, creando quindi un blend mai sentito prima, unite anche nella fase di vinificazione.
“Un lavoro condiviso, concreto e simbolico allo stesso tempo – racconta Alberto Taddei, titolare dell’Azienda Agricola Selvagrossa – perché rappresenta la voglia di crescere insieme, mettendo al centro la nostra terra.”
Una rete che unisce generazioni e storie diverse
Il progetto ha coinvolto anche l’Istituto di Istruzione Superiore “A. Cecchi” di Pesaro, da oltre un secolo punto di riferimento per la formazione nel settore agrario ed enologico.
“Siamo entusiasti di partecipare al progetto ‘Bartolomeus’. Questa collaborazione tra le aziende agricole locali e la nostra scuola rappresenta è un’occasione unica per avvicinare gli studenti al mondo della produzione e valorizzazione dei prodotti tipici del nostro territorio.
Il progetto unisce tradizione, innovazione e il valore del nostro terroir, offrendo ai nostri studenti esperienze pratiche che arricchiscono il loro percorso formativo. Grazie a questa collaborazione, i ragazzi hanno la possibilità di sviluppare competenze pratiche nel settore agricolo e della promozione delle eccellenze locali, affiancando gli esperti del settore in un progetto di grande valore culturale e educativo.
Siamo orgogliosi di essere parte di questa iniziativa che celebra le nostre radici e forma le future generazioni di professionisti nel rispetto delle tradizioni e con uno sguardo rivolto all’innovazione.”
Tra le aziende partecipanti anche l’Azienda Agricola San Bartolo, di Rodolfo e Zita De Scrilli, custodi di una delle zone più suggestive e vocate.
“Per noi è un grande orgoglio – afferma Rodolfo De Scrilli –. Il San Bartolo è parte viva della nostra storia, e con Bartolomeus vogliamo ricordare che queste colline, un tempo monastiche e agricole, oggi continuano a donare frutti di grande valore.”
Chiude Luca Ranocchi, titolare dell’Azienda Agricola Ranocchi: “Bartolomeus è molto più di un vino. È un atto d’amore verso una terra antica, un progetto che intreccia storia, cultura e passione. Un invito a riscoprire l’anima autentica delle colline pesaresi, dove la vite cresce da secoli e la storia continua a fiorire, vendemmia dopo vendemmia.”
Un primo passo verso un progetto aperto e condiviso
Bartolomeus rappresenta solo il primo passo di un percorso più ampio, aperto a chiunque condivida lo stesso spirito e lo stesso amore per la terra.
“Non è un progetto chiuso – spiegano i promotori –. Anzi, più siamo e più il segnale diventa forte. L’obiettivo è continuare a costruire insieme, creare nuove collaborazioni e iniziative concrete per valorizzare il territorio pesarese in tutte le sue forme, dal vino alla cultura.”
“Ognuno di noi continuerà a produrre i propri vini, con la propria filosofia e il proprio metodo – conclude Davide Leva – ma oggi abbiamo scelto di fare qualcosa di comune, di iniziare un percorso condiviso. Bartolomeus è il primo passo: un segnale, un invito aperto a chi crede che l’unione possa davvero valorizzare le nostre terre.”