– “Con la terra, l’acqua, il fuoco e l’aria plasmi gli elementi della natura per antonomasia ed ottieni ceramiche meravigliose che fanno del ceramista il più bel lavoro che esista al mondo”. Giorgio Giulianelli è un artigiano di grande talento. Entri nella sua bottega e i suoi pezzi raccontano di ceramica d’uso, di ceramica artistica ed anche di ricerca. Tutto è meraviglia, colori, forme, statue, oggetti di ricerca… e copie. Come entrare in una bottega del Rinascimento, forse il periodo del massimo splendore della cultura italica.
Ai clienti, che poi sono amici, dice spesso: “Vieni che ti faccio vedere come si fa”. Attinge dal sacchetto un pugno di creta, lo mette sul tornio. E quella creta primordiale, come per magia, diventa ciotola, posacenere, vaso, contenitore. Forme di una bellezza assoluta, figlia di migliaia di anni di migliorie.
Settantré anni, sposato con la sammarinese Loredana Lanci (conosciuta grazie alla sua arte), due figli in banca (uno è tra i massimi dirigenti della Banca centrale di San Marino), Giorgio Giulianelli è del Ponte Marano. Quando era un bambino non c’erano che una decina di case coloniche. Orfano dei genitori, sono due fratelli. Vengono affidati agli zii. Costoro vanno dal mitico parroco dell’Alba, don Alberto Torroni, e gli chiedono che cosa fare con questi due ragazzi. Don Alberto, conscio dei due talenti, consiglia loro di mandarli all’istituto Zavatta, dove era stata appena aperta la sezione ceramica. Dopo lo Zavatta, iniziano a lavorare come ceramisti. Qualche anno dopo, i due fratelli si iscrivono nella prestigiosa Accademia di belli arti ad Urbino; Giorgio fa scultura, mentre il fratello fa pittura. Entrambi raggiungeranno vette alte. Giorgio: “Lavoravamo ed andavamo a scuola. Io facevo ceramica in un’azienda di San Marino, la Keramos. Andavamo con l’autobus a Rimini e da qui a San Marino, dove la bottega si trovava appena fuori dal centro storico”. Fino alla metà degli anni ‘80, Giulianelli fa l’artista; in quel periodo espone con pezzi di pura ricerca anche al Palazzo dei Diamanti di Ferrara.
Lasciata la cosiddetta arte pura, inizia a fare ceramica per i turisti e per sé: tazze, recipienti, lune, pesci, stelle marine. Insomma, souvenir per i turisti, che non è meno artistica. Ma continuava a cimentarsi anche con l’arte; soprattuto con la scultura. I pezzi più raffinati hanno sempre preso la strada dell’estero.
Eclettico, Giulianelli si è cimentato anche con le riproduzioni; una specie di Michelangelo moderno. Come il grande artista del Rinascimento era un raffinato copista, così anche il riccionese. Ha rifatto sarcofagi etruschi, bassorilievi che recavano storie della mitologia greca.
Tuttavia Giulianelli, nel tempo libero, ha sempre continuato a fare ricerca, sperimentare, tentare nuove strade. Soprattutto ha plasmato opere in ceramica traendo dalle argille colori che sanno raccontare storie uniche: il mistero del creato e la sua bellezza. Che dire dei grandi bacili dove sulla base vengono scolpiti volti di donne ed uomini. Con l’acqua dentro… è emozione pura. Sa estrarre dagli elementi della natura colori da meraviglia: rossi, gialli, arancioni… Utilizza smalti screziati che si mescolano tra loro durante la cottura e producono un turbinio di sgargianti colori.
Fa anche il raku, una tecnica giapponese del XVI secolo; si passa dai mille agli zero gradi. L’oggetto viene preso con le pinze ed immerso nell’acqua…
Dice Giorgio: “Non mi considero un artista ma un artigiano. Ed il complimento più bello che mi fanno i clienti è quando mi dicono che sono un bravo artigiano. Insomma mi piace pensarmi con lo stesso spirito delle botteghe rinascimentali”.
Nel 2002 ha istoriato un grande vaso con lo stemma di Riccione, impreziosito da altri soggetti.
Lancia anche un’idea per un’offerta turistica di qualità: “Perché il Comune non dà a noi artigiani uno spazio in centro dove possiamo raccontare le intelligenze del made in Italy? Sarebbe uno straordinario richiamo per i turisti. Però bisogna essere in centro ed in un luogo visibile. Tutto questo già avviene in molte capitali europee, ad iniziare da Berlino”.