Rimini. Concessioni balneari, perché l’Italia rischia sanzioni da parte dell’Unione europea?
Dal 2020 Roma è sotto procedura di infrazione, conseguenza della direttiva Bolkestein.
Bolkestein è del 2006, che impone la libera concorrenza nel mercato dei servizi all’interno dell’Unione europea. I beni pubblici come le spiagge devono essere messe al bando.
L’Italia ha recepito la Bolkenstein nel 2010, ma le ha sempre prorogate in modo automatico. Ma la Corte di giustizia europea condanna le proroghe automatiche come illegittime, perché violano il principio di concorrenza.
Se l’Italia non adeguerà il sistema alle regole europee, garantendo gare trasparenti e non discriminatorie, rischia l’eventuale deferimento alla Corte di giustizia europea, con possibili sanzioni economiche.
L’Italia ha prorogato fino al settembre del 2027. col decreto “salva-infrazioni”; che rinvia le gare allo stesso anno.
Luglio 2025, l’Unione europea contesta la misura prevista che specifica l’indennizzo ai vecchi concessionari sulla base degli ultimi 5 anni.
La commissione europea teme che gli indennizzi possano scoraggiare la libera concorrenza.
A sostegno della posizione europea ci sono state due sentenze del Consiglio di stato italiano nel 2021, e 2022, il consulente giuridico del governo che ha affermato l’illegittimità delle proroghe.