di Daniela Sammarini
Una serata al Teatro Galli il 21 settembre: la magia del Monteverdi Choir, quando la musica diventa armonia.
Anche chi non è esperto di musica classica può riconoscere subito quando l’arte raggiunge un livello superiore. È quello che è accaduto al Teatro Galli, durante l’esibizione del celebre Monteverdi Choir, uno dei cori più acclamati a livello mondiale. Una serata iniziata per semplice curiosità si è trasformata in una presa di coscienza.
Fin dalle prime note, si percepisce una sintonia profonda tra i musicisti. Le voci si alzano e si abbassano come onde, si rincorrono, si sovrappongono, ma il risultato è sempre lo stesso: un senso costante di armonia. Ogni voce, ogni strumento contribuisce a un disegno più grande, che va oltre il singolo suono.
La musica del Monteverdi Choir ricorda il volo di uccelli migratori: i suoni sono compatti, ma flessibili, capaci di aprirsi e richiudersi, senza mai perdere l’unità del gruppo. Una danza collettiva, dove ogni elemento è indipendente, ma perfettamente integrato.
Guardando e ascoltando, viene spontaneo un parallelo con il mondo dello sport. Non è raro sentire allenatori affermare: “La nostra squadra deve lavorare come un’orchestra”. Ora quel paragone acquista un significato più profondo. Perché su quel palco non c’era solo musica: c’era energia, collaborazione, ascolto reciproco, e una forza collettiva che nasce dall’unione delle singole eccellenze.
Un concerto che lascia il segno per ciò che trasmette: la bellezza della sinergia, la potenza della coesione, la magia dell’armonia…