– Intitolata a San Giovanni Battista, la cosiddetta chiesa di sant’Agostino è uno dei capolavori artistici di Rimini. Tra le chiese, è seconda soltanto al Tempio Malatestiano. Il primo documento scritto che la racconta risale al 17 giugno del 1069; quando il nobile Pietro Bennone, insieme ad altri beni, la dona a San Pier Damiani. Poi se ne parla in una Bolla del 1144. Nel 1247, nasce l’ordine degli Eremitani di Sant’Agostino. E’ stata cattedrale di Rimini dal 1798 al 1809. Il sontuoso campanile (alto 55 metri) fu costruito alla fine del Duecento. Gli Agostiniani l’hanno retta fino a Napoleone (4 vluglio 1797).
L’edificio è composto da due parti: l’antico (campanile ed abside) e il successivo (l’unica navata). L’interno accoglie capolavori di livello assoluto. Sono diventati importanti tra gli studiosi gli affreschi di Scuola Riminese del Trecento, a sua volta di scuola giottesca. Recano: la Vergine, San Giovanni Evangelista e Sant’Agostino. Sono emersi per caso dopo il terremoto del 1916. Erano nascosti sono gli intonaci, forse della fine del 1500; il sisma svelò i capolavori nascosti da secoli. Gli storici dell’arte affermano che la Scuola Riminese del Trecento, fu seconda solo a quella di Firenze e Siena.
Il prezioso ciclo pittorico viene attribuito a tre artisti.
Uno è l’autore della parete di fondo dell’abside.
Il secondo invece è l’autore delle pareti laterali dell’abside, “più incline a motivi realistici”.
Il terzo, quello della decorazione della cappella alla base del campanile, potrebbe essere stato Giovanni da Rimini. Ricco di opere d’arte, l’interno è stato devastato da un incendio notturno scoppiato il 23 giugno del 1965. Danneggiati decorazione e dipinti, andò distrutta la tribuna dell’organo dello scultore Antonio Trentanove (1777).
La Madonna con Bambino sull’altare maggiore è considerata una delle più belle mai dipinte nella storia dell’arte
Alla destra della chiesa, si trova il convento degli Agostiniani. Risale alla fine del Settecento.
Piccola curiosità
In uno degli affreschi, una figura porta gli occhiali; è una delle più antiche testimonianze degli occhiali dipinti.
Altra curiosità, all’interno della chiesa è sepolto Jano Planco (Giovanni Bianchi). Scrive Nevio Matteini: “Medico, naturalista, cultore dell’antichità, è insieme a Giuseppe Garampi e Aurelio Bertola, tra le più prestigiose figure del Settecento riminese”.
