Sirolo, l’attualità del don Chisciotte in scena l’8 agosto al teatro Cortesi alle 21.15.
ContraGigantes: il Don Chisciotte secondo Teatro Nucleo. Un’indagine scenica tra potere, dissenso e visioni sovversive
Nel nuovo lavoro di Horacio Czertok, ContraGigantes, prodotto dalla storica compagnia Teatro Nucleo di Ferrara, il capolavoro di Cervantes viene riletto come romanzo carico di significati impliciti, potenzialmente pericolosi per l’autore del poema cavalleresco.
La straordinaria trovata del manoscritto ritrovato, attribuito all’autore arabo Cide Hamete Benengeli, si inserisce proprio in questa prospettiva: un espediente narrativo attraverso cui Cervantes si protegge, dichiarandosi mero trascrittore, per smascherare l’iniquità e l’infondatezza di una narrazione che si fa beffe degli eroi cristiani, noti come matamoros.
Attraverso questa struttura metanarrativa, il manoscritto diventa personaggio, pretesto narrativo, strumento d’indagine. E quando Cervantes interrompe bruscamente la narrazione — “fin qui sapevo, oltre non so” — il silenzio si fa eloquente: è la letteratura che si confronta con il suo stesso limite, e con la realtà storica.
La performance si propone di sovvertire l’immagine, consolidatasi a partire dal Settecento, di Don Chisciotte quale sognatore ingenuo e romantico, vecchio smarrito nella follia, errante tra battaglie inutili destinate a suscitare il riso degli altri.
ContraGigantes offre invece un’analisi strutturale che interpreta il romanzo come una chiave d’accesso privilegiata alla realtà storica, economica e politica del tempo. Emblematico, in tal senso, l’episodio dei mulini a vento: perché mai Cervantes li paragona al gigante mitologico Briareo? L’indagine condotta da Teatro Nucleo porta in luce un legame finora trascurato tra la comparsa dei mulini sulle alture della Mancia, l’ascesa della finanza tedesca — in particolare dei banchieri Fugger — e la politica espansionistica di Carlo I di Spagna, futuro imperatore Carlo V. I Fugger, infatti, finanziarono l’Impero fornendo l’oro necessario per l’elezione imperiale, ottenendo in cambio il diritto di sfruttare il lavoro dei contadini, obbligati a conferire il grano ai mugnai e a pagare per la macinazione. In questa prospettiva, il gesto di Don Chisciotte — apparentemente ridicolo — si rivela invece un atto di denuncia simbolica contro la violenza economica e il dominio del potere finanziario.
Nel corso dello spettacolo, ogni episodio è ricollocato nel suo contesto storico e simbolico. Come nel caso del ragazzo bastonato: il cavaliere fallisce nel tentativo di imporre giustizia, ma resta il gesto, il segnale contro la violenza sistemica. O nella liberazione dei galeotti, che si concluderà in riso amaro, ma lascia intatta la condanna della giustizia regia. O ancora nell’episodio della biblioteca bruciata, metafora dell’auto da fé, la pratica inquisitoriale di bruciare libri per estinguere il pensiero critico.
Particolarmente potente è la riscoperta dell’episodio di Marcela e Crisostomo, troppo spesso trascurato dalla critica. Qui Cervantes affida a una donna la dichiarazione di libertà forse più audace dell’intera letteratura secentesca. Marcela rifiuta la protezione dell’eroe e proclama con coraggio: “io mi difendo da sola”.
Con ContraGigantes, Teatro Nucleo non porta in scena soltanto una rilettura del Chisciotte, ma un manifesto teatrale. Un’indagine scenica che smaschera i meccanismi del potere riflette sulle sue derive e offre nuove chiavi per comprendere un classico che, ancora oggi, parla con forza alla nostra contemporaneità.
Lo spettacolo si terrà presso il Teatro Cortesi di Sirolo.
Per assistere, è possibile consultare il sito ufficiale del Centro Studi Franco Enriquez oppure contattare i numeri:
338 844 8317 | 335 477 618
Il costo del biglietto è di 30 euro, con riduzioni e agevolazioni previste per studenti, insegnanti e gruppi organizzati.
Per ulteriori informazioni:
presidenzacsfe@enriquezlab.org
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