“Ma come fate ad avere qui questi autori?”, “Che incantevole gioiello, complimenti!”. “Bellissime le opere e bellissimo il luogo”. Sono solo alcuni dei commenti lasciati sul registro dei visitatori alla Pinacoteca di Verucchio, inaugurata il 6 luglio scorso.
Da allora, un flusso costante ha raggiunto il palazzetto Mangano-Pazzagli appositamente restaurato per accogliere opere di autori come Lucio Fontana, Emilio Vedova, Giuseppe Capogrossi, Leoncillo Leonardi, Kengiro Azuma, Rocco Borella, Liliana Cossovel, Achille Pace, Mauro Reggiani, Getulio Alviani, Francesco Guerrieri, Lia Drei, Giorgio Bompadre, Franco di Vito, Jean Pierre “Yvaral “ Vasarely, Bruno Rosai, Carlo Corsi, Gerardo Dottori, Maurizio Minarini, Norberto Pazzini e perfino un piccolo Picasso.
In 25 giorni di apertura sono stati già diverse centinaia coloro che sono saliti fino a Verucchio per ammirare la sessantina di opere esposte. Un pubblico molto esperto e competente, composto anche di addetti ai lavori, studenti e da numerosissimi stranieri, in particolare francesi. Fra i quali ha suscitato qualche meraviglia trovarsi di fronte opere di autori a loro molto famigliari che non credevano di trovare in un borgo medievale della Romagna. Così un cittadino di Aix-en-Provence ha espresso tutto il suo felice stupore nell’incontrare un’opera di Yvaral, il figlio di quel Victor Vasarely cui è intitolata la Fondazione che ha sede in quella città.
“Siamo molto soddisfatti di questo inizio – commenta l’assessora alla cultura Antonia Pazzini – e siamo al lavoro per organizzare iniziative speciali che coinvolgano il mondo dell’arte contemporanea”
“Credo che con questo luogo si sia dato spazio alla ricostruzione di una storia che era stata dimenticata, utile per comprendere l’evoluzione dell’arte in un periodo cruciale del Novecento”, osserva Alessandro Giovanardi, curatore dell’allestimento.
Conclude la sindaca Lara Gobbi: “E’ una grande soddisfazione ricevere i complimenti e i commenti tutti positivi di chi ha visitato la nostra Pinacoteca. Un altro tesoro ritrovato per Verucchio”.
La Pinacoteca di Verucchio custodisce patrimonio straordinario che si è andato accumulando per una serie di felici circostanze fin dagli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, grazie a Gerardo Filiberto Dasi – fondatore a Verucchio del Centro “Pio Manzù” – e alla sua amicizia con gli storici dell’arte Lionello Venturi e Giulio Carlo Argan.
A 50 anni dal suo progetto di “galleria d’arte contemporanea” e dopo 5 anni di lavori per darle una sede adeguata finalmente il traguardo è stato raggiunto con il recupero del palazzetto Mangano-Pazzagli, già residenza del medico comunale e ultima casa della scrittrice Maria Pascucci.
Lo sforzo economico di questa amministrazione ha permesso di mettere l’ultimo tassello per riaprirne i battenti. L’interno dell’edificio, decorato con affreschi, è stato recuperato dopo un meticoloso e accurato restauro curato dal team guidato dalla dottoressa Adriana Malpiedi di Macerata. Un investimento di oltre 600 mila euro, per più 200 mila finanziato dalla Regione Emilia-Romagna,
Oltre ai due ambienti, l’intervento complessivo da oltre mezzo milione di euro iniziato nel 2019, che ha dovuto subire anche i ritardi dovuti alla pandemia, ha visto il recupero di un grande salone con travi a vista dotato di pavimento a parquet, il rifacimento dell’impiantistica elettrica, idraulica e di riscaldamento e la realizzazione di bagni a norma e di un montascale per abbattere le barriere architettoniche consentendo l’accesso ai disabili.
L’Istituto Beni Culturali dell’Emilia Romagna ha completato la catalogazione delle quasi 200 opere di proprietà del Comune che è possibile vedere anche online sul sito dell’Ibc Regione Emilia Romagna.
GERARDO FILIBERTO DASI
Questo personaggio straordinario e per alcuni versi misterioso nacque a Ferrara nel 1924. Dipendente delle Ferrovie, si trasferì a Verucchio nel 1948. Ma la sua passione era l’arte.
Pittore apprezzato – sosteneva di essere stato incoraggiato da Filippo Tommaso Marinetti – e in qualche modo scoperto da Lionello Venturi, sviluppò un’amicizia con Giulio Carlo Argan. Creatore del «Moviment Geospiritualisme», negli anni Cinquanta del secolo scorso si diede a organizzare convegni di pittura estemporanea con artisti cui chiedeva di raffigurare Verucchio.
Il successo delle sue iniziative, cui presero parte anche Palma Bucarelli, Leo Castelli e Ileana Sonnabend, fu tale da far nascere nel 1956 una Biennale d’arte nella Repubblica di San Marino e poi incontri periodici fra artisti ora anche internazionali – siamo negli anni Sessanta – che lasciavano in dono le loro opere alla città di Verucchio.
Si è andata così formando la collezione che oggi può essere ammirata dal pubblico, realizzando finalmente il desiderio espresso 50 anni fa chi ebbe il merito di metterla insieme.
Ma l’avventura dell’infaticabile Dasi era solo all’inizio. Fondatore nel 1969 del Centro di Ricerche “Pio Manzù” riconosciuto quale “organismo in status consultivo generale con le Nazioni Unite”, dal 1971 e per 44 edizioni organizzò a Rimini delle “Giornate internazionali di studio” il cui parterre di partecipanti ha dell’incredibile.
Solo per restare solo fra i più celebri, vi figurano nomi come Lady Diana, Mikhail Gorbaciov, George Bush sr, Rania regina di Giordania, Henry Kissinger, il cancelliere tedesco Helmut Schmidt, Javier Perez de Cuellar segretario generale dell’ONU, Graça Machel moglie di Nelson Mandela, Rita Levi Montalcini. il presidente della Bolivia Evo Morales, l’attrice Sharon Stone, oltre ai maggiori personaggi politici italiani da Giulio Andreotti a Bettino Craxi e Giorgio Napolitano.
Sul Corriere della Sera, Arrigo Levi era arrivato a scrivere: “Ogni anno avvengono due miracoli in Italia: lo scioglimento del sangue di San Gennaro e le Giornate internazionali di studio del Centro Pio Manzù”.
Gerardo Filiberto Dasi è morto a Verucchio il 12 ottobre 2014.
MARIA PASCUCCI
Maestra e scrittrice (Gambettola 1892 – Verucchio 1980), allieva di Renata Serra, autrice di numerosi articoli su riviste culturali e didattico-pedagogiche del ‘900, di scritti per il teatro, novelle per l’infanzia e romanzi per ragazzi, nonché appassionata maestra rurale nei Comuni di Santarcangelo, Gatteo, Borghi, impegnata nella promozione della lettura tra i bambini.
Il romanzo per ragazzi Sulla Vetta del 1957 l’anno dopo fu divenne uno sceneggiato Rai in quattro puntate. Nei suoi diari e nel suo primi racconto lungo Sulla linea gotica: Romagna eroica narrò gli orrori della guerra che visse in prima persona durante il 1943-44. Quella che lei stessa definì la sua “sola ambizione nella vita” fu “far tornare a sognare i giovani, ricondurli alla fantasia e alla poesia”, “perché si ricrei in loro l’illusione, senza la quale la vita non è che miseria e disperazione”.
Scrisse molto sulla vita delle donne. I suoi personaggi femminili lavorano tutti, perché – sosteneva – “la donna può diventare indipendente solo tramite il lavoro”.
Terminato l’insegnamento si ritirò nella casa di via S. Agostino 21 che oggi diventa la Pinacoteca di Verucchio.