Unioncamere Emilia-Romagna ha reso noti i risultati di un’indagine condotta nel 2011 su un campione di 1.500 imprese nell’ambito dell’Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna che, dal 2012, avverrà con cadenza semestrale. Rispetto ai dati complessivi Rimini sembra sentire gli effetti dell’avversa congiuntura economica più della media delle altre province emiliano-romagnole. Infatti, oltre la metà delle imprese locali intervistate (il 51,4%, cioè 10 punti percentuali in più della media dell’Emilia Romagna) ha dichiarato di aver subito una contrazione di fatturato nel corso del 2011, mentre soltanto il 17,1% del campione ha beneficiato di un aumento del volume d’affari. Per quanto riguarda la percentuale di imprese che registra aumenti del tasso di interesse nelle linee messe a loro disposizione delle banche è pari al 58,2%; quella che registra aumenti delle commissioni è pari al 63,6%. Per l’84,9% delle imprese riminesi è rimasto stabile invece il livello di garanzie necessarie all’ottenimento di finanziamenti. Anche i dati previsionali sul 2012 non risultano positivi. Sebbene la contrazione delle entrate interesserà, in base alle aspettative, una quota inferiore di imprese (pari al 47,1%), appena il 7,4% degli intervistati si dichiara ottimista circa un’espansione del proprio volume d’affari. Per quanto riguarda l’assetto finanziario delle aziende, secondo l’indagine di Unioncamere regionale le imprese della provincia di Rimini mostrano un analogo ricorso alle due principali fonti di finanziamento di tipo tradizionale: l’autofinanziamento e l’intermediazione bancaria (ad entrambi i canali ha fatto ricorso il 61,3% delle imprese, quota superiore rispetto alla media regionale). Poco sfruttate sono le altre fonti: solo il 9,9% delle imprese ha sfruttato gli strumenti del leasing/factoring, mentre totalmente inutilizzato è il venture capital. Quanto ai contatti sono più intensi rispetto alla media dell’Emilia-Romagna: infatti il 79,3% degli intervistati a livello locale dichiara di avere relazioni di affidamento in essere con il sistema bancario (a fronte del 76,5% della media regionale). I finanziamenti ottenuti dal sistema bancario sono stati utilizzati, da parte delle imprese locali, quasi interamente per far fronte alle spese legate alla gestione corrente (93,2%). Evidentemente la crisi ha determinato problemi di liquidità per molte imprese, connessi anche alla contrazione della domanda. Appena il 6,8% degli intervistati dichiara di aver destinato il credito bancario a progetti di investimento, con una percentuale che colloca la provincia di Rimini all’ultimo posto nella graduatoria regionale. L’elevata incidenza di imprese che possiedono una linea di credito aperta, combinata con i risultati circa la destinazione del credito stesso, suggerisce l’importante contributo, in un momento difficile come quello attuale, dell’utilizzo dell’indebitamento bancario a sostegno delle passività immediate delle imprese locali. La domanda di credito, rispetto a quello che si potrebbe pensare, è stata poco pronunciata, con richieste di nuovi finanziamenti provenienti dal 17,1% delle imprese intervistate (a fronte di una media regionale pari al 19,6%). Andando poi ad analizzare la tendenza degli istituti di credito ad intervenire con richieste di rientro sui fidi accordati, emerge come nel corso del 2011 gli imprenditori locali siano stati sollecitati al rimborso in misura poco più pronunciata (12,8%) rispetto alla media dell’Emilia-Romagna (11,1%). Decisamente sfavorevole, invece, l’incidenza delle imprese che segnalano un incremento dei tassi di interesse pari al 58,2% a fronte di una media regionale pari al 55,9%. Ma c’è anche altro. Molto alta la quota di imprese che hanno palesato un inasprimento delle commissioni applicate ai fidi (63,6%), criticità diffusa in tutta l’Emilia-Romagna, ma che indubbiamente ha colpito in maniera più preoccupante la provincia di Rimini. Infine, per quanto riguarda le garanzie richieste, il cui aumento non appare rilevante, in media, nel complesso della regione, il 18,9% degli intervistati ha dichiarato che l’ammontare di garanzie necessario ad ottenere un finanziamento è aumentato nel corso del 2011, il che suggerisce che la situazione patrimoniale del tessuto produttivo della provincia di Rimini ha indotto gli istituti di credito ad assumere un atteggiamento maggiormente selettivo.
Dai risultati emersi circa il giudizio complessivo delle imprese locali rispetto agli istituti di credito, la provincia di Rimini si conferma la più critica nei confronti del sistema bancario: oltre due terzi degli intervistati ha palesato la presenza di criticità nei rapporti banca-impresa. In particolare, in merito all’aumento dell’onerosità dei rapporti debitori, Rimini risulta la provincia che ha evidenziato il disagio maggiore, con il 33,3% delle imprese che si è espressa in tal senso. Elevata risulta anche l’incidenza delle imprese che hanno risentito di un aumento del tasso applicato ai fidi (19,8%). Non costituisce invece una difficoltà significativamente avvertita la riduzione del credito concesso (indicata solo nel 6,3% dei casi).