– Scirol, al secolo Ettore Mariani, ha vissuto come un vagabondo per tutta la vita. A Saludecio, e dintorni, era un personaggio: benvoluto da tutti. Il Comune lo ricorda con una cerimonia il 23 aprile. Per l’occasione viene presentato anche la biografia “I gira…soli” (Edizioni la Piazza, 64 pagine, euro 5) scritta da Emilio Cavalli. Contiene i ricordi di don Franco Staccoli, Monica Barogi, Angelo Chiaretti, del sindaco Dilvo Polidori ed una serie di commoventi aneddoti, tra cui quelli di suor Clementina, il dottor Rino Ceccarelli, raccolti da Cavalli e scritti con eleganza, umanità ed affetto.
Riportiamo le due righe del sindaco Dilvo Polidori. “Parlare di Ettore mi emoziona e allo stesso tempo mi riempie di gioia. Mi emoziona perché mi considerava un amico, un amico su cui contare, un punto di riferimento. Lo conoscevo da sempre; abbiamo infatti abitato tanti anni nella stessa frazione. I primi anni del mio mandato, nel 1995, veniva a trovarmi in municipio quasi tutti i giorni e poche mie parole sembravano rassicurarlo; quando poi non mi trovava, chiedeva carta e penna e su quel foglio bianco sempre firmato ‘dalle sue impronte’ e con il suo nome e indirizzo, lasciava messaggi di ogni genere.
Il lavoro e l’alloggio erano le richieste più pressanti, si proponeva come collaboratore esterno, giardiniere e quant’altro, ma quando gli spiegavo che tutto questo non era possibile perché in un ente pubblico per essere assunto era obbligatorio seguire una certa prassi, se ne andava dondolando la testa e diceva: ‘Hai ragione farò qualcos’altro’.
Quando, invece, dopo varie peripezie e qualche stratagemma, siamo riusciti ad assegnargli una piccola casetta adiacente alla nostra Casa di Riposo, Ettore non stava più nella pelle, dopo tanto peregrinare aveva realizzato il suo sogno.
Era una persona onestissima, le sue precarie finanze, lo costringevano spesso a chiedere prestiti, che riconsegnava ai suoi finanziatori, non appena riscuoteva la sua misera pensione.
Mi rendevo conto, che quando ritornava per restituirmi il debito, magari irrisorio, ed io rifiutavo la restituzione, sembrava dispiaciuto, quasi come se non fosse riuscito ad ottemperare al suo dovere, poi però se ne andava contento!
Amava molto gli animali, oltre a Birbi, il cane che lo ha accompagnato fino alla fine dei suoi giorni, ha posseduto anche altri cani, che in ugual modo ha accudito con molto affetto. I suoi animali lo accompagnavano sempre, il loro ‘look’ ne identificava il padrone. Ettore li accudiva più di se stesso, prima pensava di procurare il pasto per il suo fedele amico, poi eventualmente sui preoccupava per lui. La sua dipartita ci ha lasciato tutti un po’ più poveri: signori si nasce, ricchi si diventa. Lui era nato signore. Ciao Ettore”.