– Se a qualcuno è capitato di parlare in dialetto con qualche anziano e scoprire che la propria lingua è carente di qualche parola e di qualche modo di dire non se n’abbia a male: non è possibile scoprire tutte le sfumature, le parole e i motti che la gente di Romagna ha coniato negli anni. Quando lessi nel 1988 “Mistighenza” Di Elvino Galluzzi, io cosa significasse con precisione quella parola non lo sapevo proprio. Era un termine che il mio dialetto non comprendeva. Poi capii che una definizione esatta in fondo quella parola non poteva averla; che miscuglio era solo uno dei significati che assumeva e che essa conteneva tante altre definizioni. E che per gli uomini della vecchia Cattolica, del Porto o del Macanno mistighenza significava un po’ storia di una città, dei suoi personaggi e delle sue tradizioni del grande “pastrocchio” che la storia della città aveva prodotto negli anni. Dei modi di dire e di quelli di fare, delle canzonature e dei ricordi. In fondo quando, il dialetto prende la forma della poesia s’ispira spesso ai ricordi ed alle abitudini del tempo che fu. Quella della poesia, è quasi una forma privilegiata di manifestazione del dialetto. Attraverso le rime i ricordi, spesso vera musa ispiratrice del poeta dialettale, prendono forme artistiche vagamente naif dipingendo quadri d’altri tempi con le tinte forti della storia della nostra terra. Lotte, conquiste, abitudini e piccole ingiustizie; e poi personaggi, soprannomi, abitudini e vita quotidiana diventano rima a volte imperfetta e a metrica scorretta, che però danno al lettore emozioni speciali: quelle della nostalgia e dell’affetto. Anche in questo appuntamento che ogni anno viene realizzato nel nome proprio di Elvino Galluzzi possiamo ritrovare queste caratteristiche. Chi partecipa è una voce reale di un brandello di Romagna autentica sconosciuto spesso anche a chi lo abita o a chi gli è vicino; diventa a sua volta patrimonio di una cultura che contribuisce a conservare e spesso a fare riscoprire o addirittura a scoprire la nostra realtà. I temi sono spesso i soliti, impegnativi, struggenti allegorici, ognuno dimostra la propria vocazione frugando nel cassetto dei sentimenti. Con la lingua antica così il poeta dialettale racconta gli avvenimenti quotidiani e i fenomeni che nel bene e nel male caratterizzano anche i tempi moderni. Ecco perché questa rassegna di poesia va incoraggiata ed aiutata a crescere come ogni perla di una cultura popolare che ogni abitante di Romagna dovrebbe possedere.
di Claudio Casadei