– Come spiegare il proliferare delle liste civiche a livello comunale: a Cattolica ben 17, 16 a Riccione, nella piccola e blasonata Saludecio (con almeno una dozzina di palazzi di una bellezza assoluta, oltre ad un prestigioso museo religioso) ci sono quattro liste; tre (con ben due donne candidate a sindaco) nella vicina e piccolissima Montegridolfo (neppure mille abitanti).
Ma in questo panorama dall’apparenza irrazionale, cosa aspettarsi dalla politica per aiutare l’economia? Come mai i programmi sono apparentemente tutti uguali? Quale ruolo dei cattolici nel grande teatro della politica? Questi sono alcuni dei grandi temi delle elezioni comunali, provinciali ed europee in programma il 12 e 13 giugno.
Professore ci sono troppe liste rispetto ad un tempo, oppure è un’uscita? Giuseppe Chicchi: “Diciamo che una proliferazione c’è sempre stata. Vediamo processi differenziati in campo. Alle elezioni europee c’è un’aggregazione; il fatto sorprendente è che questo non succede alle comunali. La contraddizione sta a significare che ci sono tensioni di tipo particolaristico. Il fatto che non ci sia lo stesso processo delle europee, dove si vota col proporzionale, mi sorprende. Mentre dove c’è il maggioritario, consultazioni comunali e provinciali c’è la frammentazione. A lume di naso dovrebbe avvenire il contrario. Il perché? Prevalgono i punti di vista particolari e rendono meno leggibili i processi politici. Tutti fenomeni che si evidenziano nelle liste civiche. Ma è pura illusione perché sotto diverse insegne il processo politico è lo stesso: compattamento della destra e della sinistra. Conclusione: siamo in una fase di assestamento del processo politico”.
Augusto Bacchiani, attento e stimato architetto di Riccione (suo il recupero urbano del borgo di San Giovanni e del castello degli Agolanti di Riccione. Afferma nel rapporto politica-territorio: “Innanzitutto, dai politici mi aspetto il recupero del teatro Galli a Rimini. Per il resto va contenuta l’edificazione ed esteso il verde. Vanno posti dei vincoli in aree pregiate come quelle sul mare tra Rimini e Riccione e quelle di Misano. Installare attrezzature per il gioco nel verde va benissimo, tirare su del cemento assolutamente no. Sulla piantumazione si dovrebbero seguire meno le mode. Ad esempio, la palma andrebbe posizionata come una rarità e con tale intensità come se fosse la nostra”.
Gianfranco Vanzini, ex direttore generale dell’Aeffe, cultura cattolica: “Dai politici sarebbe bello che metà delle promesse elettorali venissero realizzate. Parecchie delle cose che dicono, salute, ambiente, sociale, non possono che essere condivisibili. Questo però non vuol dire che l’uno valga l’altro.
Sul rapporto tra politica ed impresa ho poche idee: semplici e chiare. La politica deve definire il quadro generale ed assicurarsi che venga rispettato, anche con la coercizione e lasciarla andare, l’impresa. Non ha senso darle gli incentivi, o assisterla. Un’impresa deve creare ricchezza e non consumarla. Libertà significa essere liberi di intraprendere, non di fare i propri comodi. Quanto al proliferare delle liste potrebbe sembrare vivacità, ma ci credo poco”.
Altra mente d’oro del Riminese è quella di Piergiorgio Terenzi, parroco a Montefiore Conca, già direttore del Ponte, il settimanale diocesano. A chi gli chiede dell’impegno dei cattolici in politica, argomenta secco, profondo, alla sua maniera: “A livello di politica i cattolici possono fare quello che vogliono; nessuno in coscienza, qualsiasi scelta faccia, sbaglia. I parametri con i quali giudicare sono altri: se non ci si sveglia sui problemi reali diventiamo complici”.
Ma quali sono questi problemi reali di cui parla don Terenzi? Afferma: “Non c’è sufficiente coscienza di questo momento storico; siamo in un momento cruciale, dove la dittatura sta prendendo altre forme. Purtroppo si ragiona ancora come nel ’48, quando Stalin poteva essere definito il diavolo. Oggi, i diavoli si alleano. Usa e Russia sono solidali al massimo: due padroni che si dividono il mondo e la libertà. I cattolici sono chiamati a prendere decisioni con la morale, con le regole. Il potere che porta a disertificare le menti va assolutamente tamponato. Non può essere possibile che Bush faccia la guerra e tutti si dicono d’accordo”.
Le aspettative della Cgil, il sindacato: “Gli elementi cardine per ridare slancio al sistema Rimini sono per noi, lo sviluppo e la qualità dello sviluppo, lo stato sociale e la coesione sociale, da realizzare attraverso un forte impulso a ‘fare sistema’. Spetta in primo luogo alle istituzioni riappropriarsi del proprio ruolo di responsabilità e pensare, insieme alle altre componenti della realtà territoriale, ciò che determina sviluppo e coesione sociale…
Ma quello che emerge nella provincia di Rimini è un sistema economico che non sta reagendo a sufficienza, che resta in una posizione di attesa rischiando di non essere in grado di invertire la situazione e intercettare la ripresa, quando ci sarà, a livello nazionale ed internazionale oltre che regionale”.