– Dal punto a punto della vigilia elettorale, alla vittoria schiacciante uscita dalle urne elettorali di Mondaino. Per Luigino Casadei, sindaco uscente del centrosinistra ed alfiere lo scorso 12 e 13 giugno più che vincere ha trionfato.
Fra sé e Franca Romani, la sfidante della lista civica di centrodestra, ha messo in mezzo ben 177 voti di differenza: un’enormità per una comunità con poco più di mille elettori.
Gli appassionati di cose politiche mondainesi ricordavano che 5 anni fa Casadei sconfisse Amerigo Ottaviani per soli 15 suffragi. E che in questa tornata con l’apporto di Paolino Sani, ex sindaco comunista di Mondaino dal ’70 al ’75, forse il risultato poteva essere ribaltato (tra Sani e questo gruppo dirigente diessino di Mondaino da anni non corrono buoni rapporti: forse più interpersonali che politici, come spesso succede nelle piccole comunità). Sani con 45 preferenze è stato il politico più votato in assoluto, da una parte, dall’altra forse ha allontanato l’elettorato moderato di centro (quello della Margherita e non solo).
Un’altra riflessione del dopo voto è questa: la Romani è una signora stimata ma troppo digiuna di politica e di trattative per bucare nell’immaginario mondainese.
Dall’altra parte Luigino Casadei ed alleati hanno effettuata una campagna elettorale capillare, come si dice: casa per casa. Un segno positivo che sta ad indicare: rispetto per gli avversari e paura di giocarsi tutto per una manciata di voti. Va detto che, se nel ’99 la differenza fu di 15 voti 15, anche nel ’90 e nel ’95 la signora Rosanna Mastrogiuseppe (Dc) conquistò la Rocca per un pugno di preferenze: 50 nel ’95 e 83 nella tornata del ’90.
Casadei e centrosinistra hanno vissuto i giorni successivi al trionfo con molto sobrietà: al bando i trionfalismi e l’infierire sugli sconfitti. Insomma, un atteggiamento civile quanto giusto. Ora da Casadei si aspetta 5 anni di buon governo. Magari anche familiare, come si conviene ai luoghi piccoli dove si conoscono tutti.