– E’ crisi per il turismo della provincia di Rimini. Mario Tebaldi, albergatore di talento a Cattolica, ex assessore del Turismo della sua città, con allegria ma non troppo, è solito affermare che la crisi fa bene al turismo: aiuta a migliorarsi. Ma la situazione 2004 è figlia del momento economico generale negativo o del modello di sviluppo? Come sempre le ragioni sono tante e le chiavi di lettura per cercare di capire e riflettere per poi elaborare soluzioni sono tante. Forse le maggiori sono due: una di lungo periodo e l’altra di breve e medio periodo. E se i vari settori dell’economia italiana, tessile, metalmeccanico, chimica, agro-alimentare, indietreggiano a livello mondiale, perché non dovrebbe avvenire anche per il turismo?
Le ragioni che arrivano da molto lontano sono le peggiori. Le ha raccontate Edoardo Raspelli, uno tra i massimi esperti di eno-gatronomia e turismo in Italia. Ha scritto sull’inserto culturale “Tuttolibri” del quotidiano la Stampa lo scorso 14 agosto: “Potreste essere ovunque; le vostre vacanze potrebbero essere in un punto qualunque del divertimentificio marittimo, e non solo di quello dell’Adriatico. Che cosa cambia tra le file parallele di case e casermoni che si susseguono costeggiando il mare sempre meno visbile? Che cosa cambia, tra un angolo e l’altro di questo alveare cementificato che si riempie sempre meno di turisti stranieri e che ospita gli italiani del ‘mordi e fuggi’ con i portafogli vuoti? Che cosa distingue, se non il cartello stradale fagocitato dalle insegne pubblicitarie e dai mattoni, che so, Rivazzurra di Rimini da Miramare, Cattolica da Cesenatico, San Benedetto del Tronto da Falconara”.
E poi c’è un’altra amara scoperta: i prezzi per il sole, l’ombrellone ed il mare del Riminese non è più competitivo. Dopo tutto se è difficile, per altre ragioni, vendere Napoli ed il suo Golfo, tra le meraviglie del mondo, figurarsi il semplice sole che lo si può trovare in tutti i punti cardinali.
A Cattolica, seduti, un gin tonic, un wiskey baby ed un caffè shakerato hanno richiesto 18 euro. Sempre a Cattolica due bicchieri di vino rosso (Sangiovese) e due Crodini con vino bianco, insieme a qualche stuzzichino, costano 18 euro.
La regola dei 18 euro vale anche per Riccione. In viale Ceccarini, due apertivi alla frutta, seduti.
Quali prezzi fuori? Due esempi: uno in Italia e l’altro in Austria.
A Livorno, lo scorso agosto, piazza Cavalloti, in un ristorante paraganobile ai tanti che si trovano nei dintorni della vecchia pescheria nel centro storico di Rimini. Un cameriere gentile, con il piacere di servire, piacevole e scherzoso, e gli avventori che prendono una bottiglia d’acqua, un fiasco di vino rosso da un litro e mezzo, crostini per due, moscardino alla livornese (piccoli polipi), un carpacio di polipo, uno stoccafisso con patate, un dolce, due punch alla livornese. Prezzo complessivo: 22 euro. Qualità del mangiare: ottimo. Il romagnalo torna a casa e racconta la piacevole scoperta agli amici ristoratori che restano increduli. e gli sparano almeno il doppio.
Più a buon mercato anche una località termale dell’Austria, Fuerstenfeld, Stiria. Una cittadina in mezzo a belle colline verdi con da una parte un parco divertimento, dall’altra le terme e chilometri di piste ciclabili. Benzina più a buon mercato che in Italia, la famiglia riminese composta da 4 persone trova sistemazione in un vecchio tabacchificio dell’800 recuperato con accorta sapienza ad uso alberghiero. Hanno occupato due stanze da letto con bagni e salottino. I bimbi non hanno pagato, mentre la tariffa per i genitori, a testa, è stata di 20,40 euro. Nel centro di Fuerstenberg isola pedonale con i locali caratteristici. La famiglia al ristorante con due zuppe, carne con un paio di verdure e cotolette per i bambini, non ha mai speso più di 30 euro. Curiosità, un bicchiere di birra di 0,4 litri (la famosa media) là costa 2 euro.