di Fabio Bacchini *
In genere le mie giornate sono tutte uguali. La mattina ti svegli, fai colazione, dai un bacio ai figli e via…a lavorare fino a tarda sera. Poi ci sono giornate come oggi, che, anche se apparentemente sono uguali, non sono purtroppo, come tutti le altre. Sono giornate in cui riaffiora un dolore che si nasconde dentro lo stomaco e che mai andrà via. Oggi è la giornata in cui rivivi ciò che è stato un anno fa. Ritornano davanti a me quell’immagini di Marco che cade, esce dalla visuale della televisione e pensi che anche oggi non si vince, ma purtroppo, succede il peggio, la moto riprende aderenza e lui torna in mezzo alla pista e lì…finisce tutto.
Di quella giornata ricordo tutto, il casco che rotola, io che impreco e che capisco che è successo quello che mai doveva succedere, l’attesa dei soccorsi e la speranza, minuti che sembravano ore, poi l’annuncio di Paolo Beltramo. Da quel momento tutto prende le sembianze di un film surreale, Coriano che in poche ore diventa il centro del mondo. Fiumi di gente in rispettoso silenzio vengono da noi solo per posare un fiore, una preghiera, una foto, un quadro, un peluche o una candela.Tutto sembrava surreale. Ricordo i momenti in cui noi ragazzi di Coriano abbiamo vegliato alla camera ardente, ricordo una fila interminabile di persone in attesa di salutare per l’ultima volta Marco. Ma ricordo fin troppo bene, quando io l’ho salutato per l’ultima volta, dicendogli con una voce strozzata dal dolore “Ciao Campione”. E poi ricordo il giorno del funerale. 20000 persone arrivate da tutta Italia, le televisioni di mezzo mondo pronte a riprendere l’estremo saluto, la chiesa di Coriano stracolma come non mai, con tutto il paddock della MotoGP pronta a salutare per l’ultima volta il nostro campione.
Ricordo tutto e ogni tanto pensavo che era tutto solo un brutto sogno. Ma purtroppo era tutto maledettamente vero. Ricordo l’uscita dalla chiesa con Valentino, l’idolo di sempre, che non mi faceva nessun effetto averlo accanto. Ricordo le lacrime, il dolore provato quel giorno e l’incredulità di ogni momento vissuto. Sono ricordi che fanno male, che solo a scriverli, gli occhi diventano subito lucidi. Già ricordi….purtroppo ora del Sic sono rimasti solo i ricordi. Ed è sicuramente innegabile che ci manca un casino. Un ragazzo che faceva divertire dentro e fuori la pista, come solo i romagnoli sanno fare. Ci manca il suo sorriso, il suo Diobó, la sua grinta in pista, le sue battute condite con il nostro accento…in altre parole manca il Sic.
Oggi è la giornata del ricordo e noi comuni mortali non possiamo fare altro che ricordarlo con una preghiera, con un fiore o semplicemente guardando il cielo sapendo che da lassù Marco ci guarda… Ciao Campione!!!!
* Autore del blog “Informazione Corianese”