E’ proprio a due passi, la Repubblica. Piccola. Lassù. Ma che viene da lontano. E come tutte le cose che hanno origini remote, molto remote, ha qualcosa da raccontare. Chissà, forse anche da nascondere. Claudio Visani l’ha intitolato così, questo libro: “Gli intrighi di una Repubblica. San Marino e Romagna, ottant’anni di storia raccontata dai protagonisti (Pendragon, 2012). Con l’autore converserà il giornalista riminese, Onide Donati, già capo cronista de l’Unità, in presenza di un ospite d’onore qual è Sergio Zavoli, senatore, scrittore e maestro del giornalismo italiano, ideatore di programmi radiofonici e televisivi di grande successo come il “Processo alla tappa” e “Nascita di una dittatura”.
Per 12 anni tra il 1945 e il 1957 – si legge nella scheda di presentazione – San Marino fu l’avamposto del comunismo in Occidente. Mentre in Italia trionfava la Dc, sul Titano i social-comunisti continuavano a vincere tutte le elezioni, ininterrottamente fino al 1955. La più antica Repubblica del mondo diventò così uno dei simboli della Guerra Fredda. Per abbattere il “regime” sammarinese si mobilitarono il Governo italiano, la Polizia di Scelba, perfino gli Stati Uniti d’America e la Cia. Per difenderlo, scesero in campo Piero Calamandrei, Pietro Nenni, Palmiro Togliatti, i vertici del Pcus, perfino Ho Chi Minh. Prima si provò a strangolare economicamente il governo popolare delle sinistre, poi scattò il blocco di polizia dei confini per far chiudere il Casinò del Titano, ma l’apice fu toccato nell’autunno 1957, quando grazie alla corruzione di un consigliere indipendente comunista si riuscì a insediare a Rovereta, località al confine tra Italia e San Marino, un nuovo governo provvisorio democristiano. Passò alla storia, scrive Sergio Zavoli nella prefazione al libro, “come il più fantasma dei governi fantoccio”.