Truffa aggravata per ottenere erogazioni pubbliche. E’ questa la principale ipotesi di reato emersa dalle indagini condotte dal Nucleo di Polizia Triburaria della locale Guardia di Finanza coordianta dalla Procura della Repubblica di Rimini. A finire sotto sequestro sia immobili sia liquidità per un controvalore di un milione di euro. Per la Fondazione “Meeting per l’amicizia fra i popoli” sono tre le persone denunciate. Tutto parte da un’attività di verifica fiscale delle Fiamme Gialle nei confronti della nota fondazione. In particolare l’illecito deriverebbe da una società controllata dedita alla raccolta delle sponsorizzazioni per la realizzazione del Meeting stesso. Ma ci sarebbero altri intrecci anche con altre società, tutte – scrivono gli investigatori – “caratterizzate dal comune riferimento culturale al movimento di Comunione e Liberazione, controllate dalla Associazione Compagnia delle Opere di Milano”. Al momento viene contestato il fatto che tali rapporti servissero nel loro complesso per “tarare il proprio bilancio al fine conseguire delle perdite”.
I fatti riguarderebbero due recendi edizioni del festival, 2009 e 2010. Quanto agli importi i contributi pubblici ottenuti amonterebbero a 310 mila euro erogati dalla Regione Emilia Romagna, dall’Agenzia Marketing turistico della Riviera di Rimini, dalla Camera di Commercio di Rimini e dal Ministero dei Beni ed Attività Culturali che altrimenti non potrebbero fare visto che per legge possono dare contributi solo nei confronti di soggetti e manifestazioni prive di utile o avanzi di gestione.
Immediata la replica della Fondazione. In relazione all’accusa di truffa aggravata nei confronti della Fondazione Meeting – scrivono – desideriamo precisare che l’ipotesi di reato è per noi infondata, così come è sproporzionata la misura del sequestro preventivo della somma ipoteticamente ricevuta in modo irregolare, che oltre tutto rappresenta solo una minima parte del bilancio del Meeting. Nella sua storia ultra trentennale il Meeting ha sempre operato con la massima trasparenza e non è mai stato riscontrato alcun tipo di irregolarità nella gestione. Rispetto all’ipotesi di reato contestato siamo certi di aver operato con la massima correttezza, confortati anche da documenti in nostro possesso e già da tempo messi a disposizione nel corso delle indagini. Siamo pronti a collaborare ulteriormente con totale disponibilità per il completo accertamento della verità dei fatti.