– Immatricolarsi a Bologna, studiare a Rimini. L’idea di coniugare le antiche radici dell’ateneo emiliano con le specificità del polo scientifico e didattico di Rimini piace sempre di più. L’anno accademico 2004-2005 ha superato le seimila iscrizioni e nonostante il dato sia provvisorio si parla già di un incremento a due cifre rispetto all’anno precedente.
“Il fatto di un così tale e rapido successo sono la dimostrazione del buon lavoro che è stato svolto fino ad oggi da coloro che hanno creduto nel progetto. Complimenti quindi a tutti ed al personale e dirigenti Uniturim (la società che sostiene le attività dell’Università degli Studi di Bologna nella sede di Rimini, ndr) ” dice il segretario provinciale di Confesercenti Mirco Pari.
Ne conviene il direttore di Cna Salvatore Bugli che inserisce il Polo nell’economia reale: “Una presenza straordinariamente importante ed una possibile risposta ai problemi delle nostre aziende. Rimini è una città variegata che necessita non solo di investimenti nel turismo ma anche in tutte le altre componenti che concorrono a quel 40 per cento di ricchezza realizzata dal settore produttivo e tecnologico”.
L’offerta didattica del polo di Rimini è costituita da otto facoltà e 13 corsi di laurea. Si va da Economia con preside Guido Candela mente e “primo tassello” del progetto didattico bolognese a Rimini – al neonato corso in educatore sociale. I master di specializzazione attivi sono nove di cui quello in revisione contabile giunto alla terza edizione mentre è alla seconda quello in mercato, diritti e consumi (il colloquio di ammissione il 12 gennaio).
Ai nastri di partenza il master in economia ed etica del turismo ed uno nell’ambito dell’area infermieristica ostetricia e tecnica sanitaria.
Un record: con 278 matricole si ha il più alto numero di studenti stranieri tra gli atenei della Romagna. Forte presenza di greci ed albanesi, azzerata quella di studenti nord africani. Per il resto, impossibile “perdersi”. Basta passare all’Urp, l’Ufficio relazioni con il pubblico che l’ha redatta e la distribuisce gratuitamente.
Debutta quest’anno la “Guida all’uso della città di Rimini”, bilingue (italiano-ingelse) con tutto quello che c’è da sapere: conoscere, mangiare, abitare, curarsi, uscire-coccolarsi, allenarsi-resiprare.
Rimini quindi si muove ambiziosa e nel modello da perseguire occorre osservare quanto accade nei paesi economicamente più evoluti. Ne è convinto il direttore di Assindustria Franco Raffi che ha commentato: “Per quanto ci riguarda abbiamo sempre creduto al progetto universitario e lo dimostra che siamo tra i soci fondatori di Uniturim. Per questo intendiamo favorire ogni iniziativa e l’insediamento di nuove facoltà. Le iniziative di collaborazione pertanto non potranno che rafforzarsi specialmente per sviluppare ricerca ed innovazione” .
Sulla stessa linea il Presidente Alberto Brighi di Api (l’associzione della piccola e media industria) che tra le priorità pone di mantenere forte il collegamento tra aziende ed università tenendo presente le caratteristiche delle nostre aziende perché in caso contrario ogni sforzo didattico ed organizzativo potrebbe essere vano.
Plauso anche da Confcommercio a voce del presidente Tete Venturini: “Che abbia sempre più spazio e forza sia dal punto di vista formativo che commerciale. I giovani sono sempre portatori di nuove idee e dobbiamo occuparcene anche per rispetto alle famiglie che fanno sforzi economici per mantenere i figli agli studi”.
E per il futuro? Mauro Gardenghi segretario di Confartigianato non ha dubbi: “Ora che il successo è arrivato grazie al numero degli iscritti la strada da perseguire è quella della qualità dei corsi. Per farlo occorrono nuove risorse quindi è necessario che i soci di Uniturim tengano conto di ricapitalizzare la società con i comuni pronti ad assumersi un ruolo più significativo come azionisti. Questa realtà non deve essere assolutamente trascurata”.
di Domenico Chiericozzi