Secondo appuntamento del nostro viaggio nel mondo delle acque. Iniziamo subito ricordando un primato tutto italiano: siamo fra i maggiori produttori al mondo di acqua confezionata e in Europa l’Italia si piazza al primo posto per il consumo. Un dato importante che ha voluto sottolineare anche il dott. Alessandro Zanasi, medico specializzato in malattie dell’apparato respiratorio, farmacologia e idrologia medica presso l’azienda ospedaliera Sant’Orsola – Malpighi di Bologna presente a gennaio scorso come relatore all’incontro con i rappresentanti dell’ADAM (Associazione Degustatori Acque Minerali) di Morciano a cui ho partecipato. Da trent’anni il Dott. Zanasi ha il ‘curioso hobby’ dell’acqua minerale ed è un profondo conoscitore delle problematiche legate al mondo idrico. “Alla base di una buona salute – dice – c’è l’attività fisica e l’acqua. Ma una cosa che purtroppo si continua ad ignorare, è che le acque sono sì simili, ma non uguali. Ogni acqua ha una propria impronta digitale che la differenzia dall’altra. Solo in Italia ci sono quasi 300 etichette, ma sappiamo davvero cosa beviamo? Spesso no, ci si limita a prendere l’acqua che costa meno o che è in offerta in quel momento, senza tenere in considerazione eventuali esigenze del nostro corpo”.
Entriamo ora in argomento. Una prima grossa suddivisione relativamente alle acque in commercio ad ‘uso umano’: acque trattate e acque non trattate. Le acque trattate sono tutte quelle acque che hanno subito un trattamento di correzione di tipo batteriologico, chimico o fisico, come le acque purificate (vendute per lo più in boccioni ed erogate dai distributori di acqua che si trovano negli uffici o nei supermercati) e le acque che provengono dagli acquedotti, le acque del rubinetto, per intenderci. Le acque non trattate sono invece quelle di sorgente, imbottigliate senza subire alcun trattamento perché potabili allo stato naturale e le acque minerali, la cui mineralizzazione è data da minerali e oligoelementi che sono presenti nelle viscere della terra e che incontrano lungo il loro percorso. Naturalmente, più lungo è il percorso sotterraneo, più l’acqua risulterà mineralizzata.
E’ proprio di queste ultime che ci occuperemo nello specifico e di quanto sia importante saper scegliere, tra le acque che riempiono gli scaffali dei supermercati, quella più idonea ai propri gusti, al proprio “stile culinario”, oppure ai propri bisogni e/o disturbi. Occorre prima di tutto sapere che le acque minerali sono riconosciute tali e regolamentate dal Ministero della Sanità, con analisi chimico-fisiche e microbiologiche che ne determinano le caratteristiche salienti. La legge considera “minerali” quelle acque che provengono da una falda sotterranea, sono microbiologicamente pure e hanno proprietà favorevoli alla salute. Vieta inoltre qualsiasi trattamento chimico che possa alterare la composizione dell’acqua, per cui devono essere imbottigliate così come sgorgano dalla sorgente. L’unico ‘trattamento’ consentito prima dell’imbottigliamento è l’aggiunta o l’eliminazione di eventuale anidride carbonica (cosa che non comporta modifiche nella composizione, né nelle caratteristiche).
La principale classificazione delle acque minerali avviene a seconda del valore del “Residuo Fisso”, uno degli elementi più importanti per scegliere l’acqua giusta e che esprime la quantità in mg/l di sali minerali disciolti in 1 lt di acqua dopo il riscaldamento ad evaporazione a 180°. In base al valore ottenuto, le acque vengono classificate in: “minimamente mineralizzate” (RF < 50 mg/l), “oligominerali” (RF tra 50 e 500 mg/l), “mineralizzate” (RF tra 500 e 1500 mg/l) e “ricche di sali minerali” (RF > 1500 mg/l).
Le acque “minimamente mineralizzate” sono le cosiddette acque leggere, in quanto povere di sali minerali. Le acque “oligominerali” hanno un ridotto contenuto di sali minerali, contengono poco sodio e sono adatte ad essere bevute quotidianamente a tavola. Le acque “mineralizzate” iniziano a contenere una quantità consistente di sali minerali, per cui non dovrebbero essere bevute in quantità eccessive e bisognerebbe alternarle con altre di tipo oligominerale. Questi tipi di acque vengono utilizzate diversamente a seconda del tipo di sostanze presenti (calcio, magnesio, zolfo, ferro, bicarbonato…) e della necessità di integrazione alimentare. Infine, le acque “ricche di sali minerali”, come dice il nome stesso, sono particolarmente ricche appunto di sali minerali e pertanto devono essere bevute dietro consiglio medico e in maniera specifica per un determinato scopo curativo. Alcune si trovano anche nei supermercati, ma solitamente vengono vendute in farmacia.
Ma come riconoscere un’acqua minerale dall’altra? Come capire qual’è quella più giusta per noi? Ne parleremo nel prossimo appuntamento in cui, appunto, tratteremo il tema su come si legge l’etichetta dell’acqua.
© Milena Zicchetti Copyright lapiazzarimini.it – Tutti i diritti riservati
IL PRECEDENTE ARTICOLO è stato pubblicato il 29/01/2013 – “A tavola, inizia il nostro viaggio nel mondo delle acque” di Milena Zicchetti CLICCA PER LEGGERE
Cerchi visibilità on line? Inserisci il tuo banner 468×60 all’interno di questa Rubrica.
Chiedi un preventivo a: commerciale@lapiazzarimini.it oppure fissa un appuntamento con un nostro addetto. Chiama il 0541-611070