di MILENA ZICCHETTI
Come poter promuovere una ospitalità diffusa nel nostro territorio? Quanto è importante la collaborazione fra pubblico e privato affinché si possa garantire un turismo legato alle tradizioni, ai prodotti tipici territoriali, al patrimonio storico-culturale e paesaggistico che la nostra Valmarecchia ha e che occorre sfruttare al meglio?
Domande ampie, tutte da approfondire, a cui si è cercato di dare una risposta. Ad aprire l’incontro che si è tenuto lo scorso 9 maggio presso la giunta comunale di Santarcangelo, è proprio l’assessore del turismo del comune ospite, Simona Lombardini che ha sottolineato come dagli incontri ci sia una importante possibilità di confronto. Ad entrare nei dettagli tecnici ci ha pensato Ivano Panigalli, responsabile provinciale della CNA, che oltre ad elencare le varie tipologie di ospitalità diffusa (B&B, agriturismi, affittacamere, alberghi diffusi, case per vacanze…), ha anche spiegato nel dettaglio i requisiti e le formalità necessarie per la partenza e la gestione dell’attività.
Ma è al prof. Alessandro Sistri, docente di Teoria e Tecniche della Promozione Territoriale dell’Università di Urbino, che è stato affidato il compito più importante: spiegare il tipo di turismo più idoneo per il nostro entroterra. Il suo intervento è stato senza ombra di dubbio quello più interessante e a testimoniarlo, il silenzio assoluto in sala. “Quello del turismo è un tema di portata universale. L’obiettivo è quello di realizzare un sistema di ricettività turistica diffusa di qualità, utilizzando edifici esistenti quali potenziali strutture ricettive ,senza doverne costruire di nuovi. Occorre inoltre iniziare a promuovere il nostro territorio e tutto quanto esso può offrire, ma per fare questo dobbiamo partire prima da noi stessi, tirare fuori l’orgoglio di appartenenza e, cosa più importante: crediamoci! Abbiamo sempre pensato con i piedi a bagno nel mare, ora iniziamo a pensare con i piedi in collina”. Tre i punti fondamentali considerati dal professore: l’individuazione del prodotto, il saper vendere il nostro territorio e la creazione di un progetto sociale. “Essere belli e bravi non basta più, il turismo è cambiato e la Romagna non può più vivere di rendita col solo mare” prosegue il professore “Molti turisti ormai decidono cosa fare prima ancora di dove andare, quindi diventa importante saper proporre il nostro territorio al meglio, dal mare ai monti. Basta pillole o ricette magiche di marketing. Serve un vero e proprio progetto sociale che tenga conto delle differenze tra i vari comuni creandone al contempo una forte unità e unicità, un qualcosa che renda la Valmarecchia interessate e riconoscibile a tutti”.
A concludere l’incontro, la testimonianza di Silvia Santolini, imprenditrice di Verucchio, che ha raccontato la sua esperienza, le soddisfazioni e le difficoltà nella realizzazione, assieme al marito, del primo albergo diffuso in Valmarecchia. Dal suo racconto, proprio perché vissuto in prima persona, è emersa l’importanza della conoscenza del proprio territorio anche da parte di chi ci abita e ancora più degli esercenti che, per questo tipo di turismo, diventano sempre più spesso dei veri e propri punti di riferimento per i turisti, preferendoli agli uffici di informazione spesso troppo ‘costruiti’ e meno folcloristici. Il prossimo e ultimo incontro si terrà a Casteldelci giovedì 30 maggio alle ore 21:00 presso il Palazzo Comunale in P.zza San Nicolò.
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