Quarant’anni. L’età della maturità, della consapevolezza. Così è per le case famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII. Sono passati proprio quarant’anni da quando le intuizioni di don Oreste Benzi su come rispondere ai poveri che bussavano alla porta, hanno trovato espressione nella prima casa famiglia avviata a Coriano di Rimini nel maggio del 1973. «Possiamo dire che la fase di sperimentazione sia finita. Non siamo più adolescenti dell’accoglienza, siamo ormai maturi e vogliamo far conoscere un modello che ha ampiamente dimostrato la propria validità». Sono parole degli organizzatori del Convegno che la Comunità ha indetto a Rimini per domani 31 maggio. «Non abbiamo la presunzione di dire che sia un modello migliore degli altri, ma affermare che si tratta di un modello unico, per il quale chiediamo il pieno riconoscimento, anche da parte delle istituzioni».
La giornata del convegno. Si parte con un approccio multimediale: un documentario racconta la nascita della casa famiglia, il suo sviluppo, le peculiarità che la rendono un’esperienza unica. Il compito di evidenziare gli elementi costitutivi della casa famiglia stile Apg23 è affidato a Giovanni Paolo Ramonda, che oltre ad essere responsabile generale della Comunità, è da trent’anni papà di casa famiglia e, in quanto psicopedagogista, ne ha a lungo approfondito i fondamenti educativi. Ma quali sono oggi i bisogni profondi, relazionali, delle persone che chiedono di essere accolte? Ne parlerà Tonino Cantelmi, psichiatra, psicoterapeuta, presidente dell’Associazione italiana psicologici e psichiatri cattolici. All’economista Stefano Zamagni, invece, il compito di analizzare l’esperienza delle case famiglia dal punto di vista delle relazioni sociali ed economiche. Conclude la mattinata un confronto con alcune esperienze che si sono sviluppate in maniera parallela a quella della Papa Giovanni: la Comunità di Nomadelfia, la Comunità dell’Arca e le Case della Carità. Storie diverse ma accomunate dalla volontà di dare una risposta di amore e di accoglienza a chi è solo e in difficoltà.
Previsto anche il confronto – con la regia del giornalista Dino Boffo, direttore di TV2000 – tra esponenti di istituzioni e mondi culturali diversi: Vasco Errani, presidente della Regione Emilia Romagna e rappresentante della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome; Mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia; Serenella Pesarin, rappresentante del Ministero della Giustizia e Direttore generale per l’attuazione dei provvedimenti giudiziari; Andrea Canevaro, pedagogista; Riccardo Prandini, sociologo; Mara Rossi, medico missionario, rappresentante della Comunità Papa Giovanni XXIII alle Nazioni Unite. Il compito di concludere i lavori e lanciare nuove prospettive di azione torna quindi a Ramonda.
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