Il Delfinario non ci sta a quanto è successo. Dopo la chiusura in seguito al sequesto preventivo dei quattro delfini (le nostre notizie su SEQUESTRO – I CONTROLLI ) eseguito dal Corpo Forestale dello Stato su disposizione della magistratuta riminese (il pm che coordina l’inchiesta è Marino Cerioni) , questa mattina in un incontro con la stampa la proprietà del Delfinario ha precisato che l’ultimo progetto presentato in Comune per la messa a norma della struttura potrebbe essere “compresso” e magari anche “sbordare del 2% rispetto all’attuale perimetro”. In sostanza una struttura con una vasca più piccola, per massimo 4-5 delfini però completamente a norma rispetto alle attuali leggi sulla detenzione in cattività dei delfini che consentirebbe anche “la garanzia della riproduzione”. Per riaprire nel giro di un anno – ipotizza la proprietà – servirebbe una risposta positiva entro 7-10 giorni e circa sei mesi di lavoro. “Al momento – ha dichiarato Monica Fornari – con l’amministrazione comunale ci sono solo parole, ora attendiamo un riscontro scritto”.
Presente all’incontro anche l’On Sergio Pizzolante (Pdl) assente, rispetto a quanto annunciato, l’On. Emma Petitti (Pd). “Se non si riapre nel giro di un anno non si riapre più” ha detto il parlamentare pidiellino che ha voluto più volte sottolineare come la vicenda del Delfinario debba diventare una questione unitaria, da affrontare in maniera compatta da tutta la città e non coinvolgere solo una parte politica. Nel suo intervento il direttore della struttura, Massimo Muccini, ha ribadito come “carte alla mano” è possibile dimostrare come i delfini godessereo di buona salute e che “sono sempre state usate procedure conformi ai protocolli, anche nell’uso dei farmaci” e “tutti i mezzi possibili per dare ai delfini il massimo”.
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