L’ultima volta che si sono incontrati, la serata è stata definita “dla ligaza ad montcaval”. Tradotto ciascun partecipante del Comitato del Rione Montecavallo ha portato da casa qualcosa da bere e da mangiare. In perfetto stile romagnolo. Questo è successo verso la metà del mese di novembre scorso. Un’esigenza dettata, molto probabilmente, dalla necessità di vedersi per fare un po’ il punto della situazione. Per il 2013 il comitato vanta già importanti apparizioni: festa 1° Maggio, mostra fotografica itinerante, partecipazione alla festa del Borgo S. Andrea, rapporti con enti e istituti scolastici locali.
Una breve introduzione di cortesia (in senso di ospitalità) per chi ci legge da fuori Rimini. Il centro storico, in epoca medioevale, è stato suddiviso in quattro rioni tutt’ora esistenti. Da non confondere con i borghi. Che sono tutta un’altra cosa. Quello di cui scriviamo in questa occasione, come prima tappa di un viaggio all’interno della cinta muraria della città, è appunto il Rione Montecavallo dove, secondo dati non recentissimi ma ufficiali, vivono circa 500 nuclei familiari per un totale di 943 persone. Si trova, tanto per dare un riferimento sicuro, nei pressi della Porta Montanara vicino a Piazza Mazzini (nell foto in una suggestiva immagine notturna). Recentemente ricostruita, la Porta è stata (in parte lo è ancora) punto di accesso alla città dall’entroterra. Gli altri rioni sono il Cittadella (dove risiedono 607 nuclei famigliari per un totale di 1050 persone), il Rione Clodia (1347 nuclei e 2677 persone) e il Rione Patara (575 nuclei famigliari e 1193 persone).
Perchè parliamo del Montecavallo? Per diversi motivi. Il primo perchè ogni promessa è debito. Secondo perchè la mostra fotografica è ancora aperta per qualche giorno. Fino a dopodomani 6 gennaio è ospitata nella corte degli ulivi (in Corso d’Augusto 76 dalle 9 alle 19,30). Una mostra itinerante. La prima volta che l’abbiamo vista è stata in occasione dell’ultima festa del Borgo Sant’Andrea. Proprio in quell’occasione facemmo due ‘chiacchere’ con Marco Sanchini, ‘portavoce’ del comitato. “Innanzi tutto – ha precisato Sanchini – non si tratta di un borgo. Non è una precisazione polemica ma una questione di correttezza. La storia racconta che in epoca medioevale vennero create le divisioni con quattro rioni. Noi ci occupiamo del Montecavallo perchè ci viviamo. Così si è creato un piccolo comitato che lavora anche alla ricerca storica e un po’ su quello che è patrimonio artistico e culturale del luogo”. Quando è nato il comitato? Nel mese di marzo (dell’anno scorso, ndr) e facciamo capo al circolo Montecavallo che è un centro sociale di lunga tradizione. Esisteva prima della guerra e di cui siamo anche soci. Perchè un comitato? Ci sono state tante motivazioni che si sono incontrate. Come dicevo molti di noi ci abitano, abbiamo delle attività, ci conosciamo da tempo. Così è nata spontaneamente l’esigenza approfondire la conoscenza del posto”.
Così eccoci alla scoperta del Rione Montecavallo. Quello che segue è l’itinerario consigliato dal comitato stesso, che prevede diciassette tappe. Partiamo, in estrema sintesi, elencando dalle prime otto. Si inizia da via Garibaldi, davanti alla Chiesa di S.Agnese nel cui atrio si trova uno dei presidi culturali del Rione. Qui accanto si trova la casa del Cardinale Gozo de Battagli. Procedendo ancora in direzione monte, si trova l’ex Oratorio di S.Nicola e la Porta Montanara, di cui si è già accennato. Oltre la Porta, l’itinerario ‘consigliato’ suggerisce di procedere a sinistra lungo via Bastioni Meridionali dove sulla destra è possibile vedere molto bene le mura medioevali e all’esterno un edificio che un tempo ospitava una delle stazioni ferroviarie della mitica “Rimini-Novafeltria”.
Giunti all’angolo con via Molini, una volta presa, dopo 50 metri sulla sinistra una scala di pietra condurrà verso l’interno del Rione. La stessa direzione (rimaniamo sul vago perchè chi scrive ama i viaggi non troppo organizzati) è possibile arrivare al Circolo Montecavallo. Il prossimo vicolo da cercare è il vicolo Amaduzzi “una volta brulicante di osterie” (attenzione alle targhe, qui sono passati personaggi storici). Siamo così giunti a circa la metà del percorso. Il viaggio continua. Per chi volesse unirsi al gruppo, su Facebook c’è quello del comitato che conta quasi 200 iscritti. (fine 1^ parte – continua)
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