San Leo ancora una volta “vittima” del dissesto idrogeologico. Giovedì sera la prima grossa frana. Nelle ore successive altri smottamenti. Nessun danno a edifici e persone. Per precauzione trasferite la scuola dell’infanzia e la scuola primaria. I Carabinieri spostati in una stazione mobile.
Qualcuno dice di aver sentito strani rumori, senza capirne bene la provenienza, già nella mattinata di giovedì. Poi alle 18 circa un fortissimo boato a cui ha fatto seguito il sollevamento di una fitta nube di polvere: un’ enorme frana si è staccata dalla rupe di San Leo dove sorge la fortezza che alla fine del ‘700 ospitò Giuseppe Balsamo, il celebre Conte di Cagliostro che la Chiesa condannò per eresia per le sue pratiche alchemiche ed esoteriche.
“Una fetta di calcare di migliaia di metri cubi, forse 50 mila, è collassata su se stessa sul versante nord-est della promontorio del paese – ha raccontato il primo cittadino Mauro Guerra sul suo profilo facebook. I testimoni dicono che il ribaltamento è durato 15-20 secondi”. E ancora: ” Velocissimi ad arrivare sul posto Carabinieri, Vigili del fuoco, Protezione Civile, Provincia, Servizio Tecnico di Bacino ed Enel, insieme a tanti leontini che ringrazio per la collaborazione per la gestione delle prime operazioni”. Si alza in maniera considerevole il bilancio secondo Pietro Cucci, geologo della Provincia: 450 mila metri cubi di materiale si sarebbero staccati dal versante che conferma come “l’unica arma sia il monitoraggio continuo”.
Durante la notte e nella prima mattinata di venerdì altri pezzi di roccia si sono staccati dal costone, segno di assestamenti prevedibili di porzioni o cunei rocciosi senza più sostegno. Fortunatamente nessun danno a persone o a edifici. L’ unica segnalazione conseguente alla frana è stata la sepoltura di un acquedotto rurale a servizio di alcune abitazioni in località Cà Ranigo. Temporaneamente i vigili del fuoco stanno provvedendo a garantire la fornitura con autobotte in attesa di ripristinare il servizio idrico.
Inoltre, a poche ore dall’accaduto e dalle prime risultanze del sopralluogo, anche in base ai rilievi mattutini e pomeridiani effettuati da Amministrazione Comunale, Protezione Civile Rimini , Servizio Tecnico di Bacino, Vigili del Fuoco (tramite l’ausilio di elicottero), è stato ritenuto opportuno emettere ordinanza precauzionale di sgombero di 10 abitazioni (15 le persone coinvolte) con relativo servizio di vigilanza a protezione dei locali evacuati e il trasferimento dei Carabinieri dalla Caserma a una stazione mobile . E’ stato disposto anche il trasferimento delle scuole dell’infanzia e primaria nel palazzo Mediceo.
C’è da precisare che San Leo non è nuova a episodi di frane e smottamenti del patrimonio roccioso. Come ha dichiarato il sindaco che di professione fa il geologo e conosce molto bene il territorio che amministra: “questa volta il fronte è ampio, e potrebbe retrocedere. Non vogliamo correre rischi”.
Anche i politici locali sono intervenuti sull’accaduto: chi a livello regionale chi a livello nazionale. Gabriella Meo, consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, ha dichiarato: “La frana anche se non ha causato alcun danno a persone o cose è solo l’ultimo fenomeno in ordine di tempo del dissesto idrogeologico che colpisce ormai da anni l’enorme sperone di roccia su cui sorge l’abitato. San Leo è un gioiello noto in tutto il mondo, la Regione deve chiedere l’immediato intervento della Protezione civile e mettere in sicurezza la rupe”. Anche l’onorevole Emma Petitti si è interfacciata con il ministero dell’Ambiente, con la Regione e con il sindaco Mauro Guerra per verificare ogni possibile fonte di finanziamento. E a tal proposito ha riferito che “importanti risorse per intervenire al più presto sulla frana di San Leo e per la prevenzione del dissesto idrogeologico potrebbero venire dalla Legge di stabilità e dal nuovo ciclo di programmazione europea 2014-2020. Accanto al lavoro che sta svolgendo il tavolo interministeriale con la Regione, l’obiettivo è garantire un flusso di costante e certo di disponibilità per gli interventi di prevenzione del rischio idrogeologico e messa in sicurezza del territorio. La lotta contro il dissesto idrogeologico rappresenta il più grande investimento infrastrutturale che il nostro Paese ha in questo momento il dovere di compiere. Priorità deve essere anche la rimodulazione del Patto di stabilità per gli enti locali protagonisti di interventi contro il dissesto idrogeologico. Vigileremo affinché il ministero non sottovaluti quanto accaduto a San Leo e favorisca il più rapido avvio degli interventi di messa in sicurezza del territorio e riduzione del rischio”.
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