di ALBERTO BIONDI
“Sappiamo quel che è successo quella domenica 20 marzo 1994” – racconta Mariangela Gritta Grainer, presidente dell’Associazione Ilaria Alpi – . Sappiamo quel che è successo prima e anche dopo. Sappiamo il perché, forse anche da chi era composto il commando assassino. Non sappiamo con certezza chi ha ordinato l’esecuzione e chi ha coperto esecutori e mandanti. Ma vogliamo cercare ancora, mettendo all’opera tutti gli strumenti della conoscenza: questo è il nostro impegno“.
Sono passati vent’anni da quando la giornalista Ilaria Alpi e il collega operatore Miran Hrovatin (nella foto) furono uccisi a colpi di kalashnikov a Mogadiscio, Somalia. Vent’anni che gravano sulle spalle della giustizia e delle istituzioni italiane con tutto il peso di una responsabilità mai confessata. L’assassinio di chi in quel momento cercava di svelare una verità irracontabile ha imposto il silenzio su un traffico di armi e rifiuti tossici che avrebbe macchiato per sempre non solo la credibilità dell’Esercito, ma dell’intera classe politica. Tuttavia la verità non si seppellisce con una mitragliata. Con la nascita della fondazione Ilaria Alpi e del premio giornalistico a lei dedicato che ogni anno attira a Riccione l’establishment dei media, il suo ricordo non è mai caduto nell’oblio; con la riapertura del caso nel 2011, c’è ancora speranza di gettare nuova luce sulla pagina più fosca del giornalismo d’inchiesta italiano.
Il 19 marzo alle ore 16.30 la Camera dei Deputati ricorderà Ilaria e Miran alla presenza di amici, colleghi e familiari. Prenderanno la parola Luciana Alpi, Maurizio Torrealta, Andrea Vianello, Mariangela Gritta Grainer e Isabella Ragonese eseguirà una lettura scenica. Emma Petitti, deputato PD riminese alla Camera, prenderà la parola nell’intervento che riportiamo:
“Domani, 20 marzo 2014, saranno trascorsi 20 anni dal giorno in cui la giornalista Ilaria Alpi e il collega Miran Hrovatin furono tragicamente uccisi a Mogadiscio, in Somalia. Ricordare Ilaria Alpi significa parlare di giornalismo d’inchiesta, di malaffare, di mafie. Significa fare tesoro degli insegnamenti della storia del nostro Paese affinchè certi episodi non accadano più. Perchè ricordare Ilaria significa esigere verità e giustizia. Il caso Alpi-Hrovatin è uno dei tanti casi italiani che non ha ancora trovato verità giudiziarie: un complicato mosaico analogo a quello di altre misteriosi morti che hanno insanguinato la storia della nostra Repubblica caratterizzati da omertà e depistaggi. E come accaduto in tanti di quelli che vengono chiamati “misteri italiani”, fra noi e la verità si frappone un muro di gomma. Tutti gli atti significativi acquisiti nell’ambito dei lavori della apposita Commissione parlamentare, tra il 2004 ed il 2006, risultano secretati per i prossimi 20 anni. Riteniamo doveroso, perciò, che il Governo assuma tutte le iniziative di competenza per mettere a disposizione della giustizia le informazioni ed i documenti del servizio segreto civile nei quali vi siano riferimenti all’organizzazione del duplice omicidio da parte di un gruppo di mandanti. Parallelamente, mentre domani, con la presenza del ministro degli Esteri Federica Mogherini, si inaugura al Maxxi la mostra fotografica dedicata a Ilaria Alpi nell’ambito delle iniziative promosse in occasione del ventennale della sua scomparsa, è importante che venga finalmente realizzato un archivio organico sul caso giudiziario, giornalistico, storico ed umano della morte Ilaria Alpi. Si tratta di tutelare un patrimonio importante, gestito dall’associazione Ilaria Alpi, che si concluda con il riconoscimento dello status di archivio da parte della Sovrintendenza Archivistica in considerazione dell’unicità e del valore sociale e civile dei documenti conservati e allo scopo di permettere l’accesso agli atti al più ampio pubblico. Il Premio di giornalismo televisivo intitolato a Ilaria Alpi, istituito nel 1995 dall’Associazione, dalla Regione Emilia Romagna e dal Comune di Riccione, è impegnato sin dalla nascita nella ricerca della verità sul caso Alpi e per la promozione del giornalismo d’inchiesta. Divenuto uno dei concorsi giornalistici più prestigiosi in Italia, grazie alla presenza di Luciana e Giorgio Alpi (e al padre di Ilaria oggi rivolgiamo il nostro pensiero, stringendoci a lui in un abbraccio ideale) e al contributo di tante persone, il Premio rappresenta non solo un modo per omaggiare la memoria di colei che ha pagato con la vita la ricerca della verità, ma anche uno strumento per valorizzare il lavoro di coloro che svolgono con la stessa passione civile ed etica la professione di informare e di raccontare la realtà”.
Giovedì 20, per l’anniversario della morte di Ilaria Alpi, Emma Petitti sarà presente all’inaugurazione della mostra fotografica allestita al museo Maxxi di Roma sulla vita della reporter. Parteciperà anche il neo-ministro degli Esteri Federica Mogherini. La mostra resterà in allestimento fino al 30 marzo, l’ingresso è gratuito. Sempre giovedì anche la Rai ha pensato di ricordare i due giornalisti: RaiNews24 dedicherà parte del palinsesto della giornata a Ilaria e Miran e Rai Tre una prima serata condotta da Andrea Vianello con molti ospiti presenti.
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