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A sinistra Eugenio Torri, a destra Socrate Torri
Di origine riminese, tutto inizia nel 1893 quando vennero chiamati per dei lavori all’ospedale Ceccarini: illuminazione a gas e pluviali. Si stabiliscono a Riccione nel 1899. Hanno fatto gli impianti a molte persone di prestigio con ville a Riccione: Ernesto Nathan, il senatore Manfroni, il presidente del Consiglio Minghetti
di Lorenzo Silvagni
– Centodieci anni di storia, mantenendo i valori solidi e di galantuomini dell’epoca.
E’ l’azienda della famiglia Torri, che opera nel vasto settore della termoidraulica.
La loro storia è legata alla città di Riccione fin dal 1893, quando arrivarono da Rimini chiamati per dotare l’ospedale Ceccarini dell’illuminazione a gas e delle grondaie pluviali. Nel 1899 Eugenio Torri, il capostipite dell’azienda di famiglia si stabilisce definitivamente a Riccione.
Cominciarono poi i lavori nelle prime ville della Riccione Mare, da quella di Ernesto Nathan (gran maestro della Massoneria e sindaco di Roma), del senatore Manfroni, del marchese Minghetti (presidente del Consiglio dei ministri).
Eugenio Torri e la moglie Isabella ebbero 7 figli: Andrea, Socrate, Arnaldo, Vanda, Italia, Nella, Elsa.
E’ Socrate che diventerà il capo della seconda generazione dell’azienda, che continua ad operare con successi e riconoscimenti che vanno oltre i confini riccionesi. Nel 1924 infatti, viene inventato il primo scaldabagno a lega in Europa, molto innovativo per l’epoca, e vennero premiati con medaglie d’oro a Roma ed alla Esposizione universale a Liegi (Belgio).
Cresce la ditta e cresce la considerazione della famiglia Torri in città.
Storicamente di sinistra, i Torri mantengono buone relazioni con tutti, tanto che vennero chiamati da donna Rachele, moglie del Duce, a fare riparazioni a Villa Mussolini, sotto i fucili spianati delle guardie presidenziali.
Ma anche dal dottor Serafini, esponente del fascio locale, fino ad arrivare al 1939, quando misero mano anche alla Casa del Fascio.
Ma i Torri erano tutti di un pezzo, e nessuno si sognò mai di fare loro la tessera del partito fascista, anche se questo poteva interferire con il lavoro. Ma più che l’ideologia furono la loro correttezza e la loro maestria i principi di scelta.
Un aneddoto del ventennio: venuti a sapere che i Torri avevano una bandiera comunista in casa, i capi fascisti ordinarono loro di consegnarla e di bruciarla in pubblico. I Torri, che non ci pensavano neppure, la chiusero in un tubo di ferro saldandolo ai lati che calarono nel pozzo di casa, dove rimarrà immerso molti anni. Portarono al segretario del partito fascista dei brandelli bruciati di camicia rossa (rubata a Maria, moglie di Andrea). I fascisti locali ci cascarono, o almeno finsero di farlo.
Dopo Eugenio, sarà Socrate (1899 – 1959) a tenere in mano le redini della ditta,
Ebbe tre figli (Eugenia, Andrea, Isabella) e sua moglie Nerina diede il via alla tradizione di famiglia di passare i giorni di Vigilia e Natale radunando tutta la famiglia. Nessuno si sognava di mancarvi, continuando la tradizione anche dopo la morte di Socrate.
Ora il capo della ditta è Andrea Torri, che ha associato nella azienda di famiglia i suoi tre figli (Socrate, Antonella, Massimiliano), garentendo così il futuro.
A 110 anni dalla nascita, dopo innumerevoli lavori eseguiti a Riccione e non solo, dopo innumerevoli premi, la tradizione continua ad essere rispettata, una tradizione fatta di valori sani, di rapporto amichevole più che di lavoro, di un rispetto per i dipendenti molto forte, di una qualità del lavoro molto alta, mantenendo un “galantuomismo” necessario quando si incontrano aziende e uomini.