– Il 17 febbraio, Marco Simoncelli è in Portogallo per provare la sua Gilera 250 ufficiale in prospettiva motomondiale. Durante la giornata sullo spento telefonino gli arriva una chiamata da uno sconosciuto; alle 8 e mezzo di sera richiama: sana umiltà.
Corianese-riccionese, 19 anni, 1,83 cm di altezza, 72 chilogrammi di peso, Marco Simoncelli ha un linguaggio spigliato e colorito, come i ragazzi della sua età. Ed è spigliato e colorito anche nella vita. Non a caso ha grandi affinità con Valentino Rossi e molto poca con i piloti musoni e che se la tirano.
E’ giovanissimo ma già un veterano delle due ruote. Ha debuttato nel motomondiale, Aprilia 125, a 15 anni, il premio per aver vinto il Campionato Europeo. E’ alla corte di Matteoni, uno dei suoi maestri.
L’anno scorso, era uno dei piloti di punta dell’Aprilia 125 ufficiale. Era partito bene, ma un paio di errori ed un fisico troppo importante e poco adatto alla cilindrata lo hanno frenato. Quinto assoluto, condito da una vittoria (Jerez) e 6 podi.
Ricorda: “Ero forse più veloce che nel 2004, ma molto più costante. Infatti, solo tre volte non sono giunto al traguardo. Mentre prima quando partivo male mi lasciavo prendere dalla foga del recupero. Mentre ora credo che ci sia il tempo per le prime piazze. Se si è a posto con la testa e con la moto, vieni fuori”.
Quali sono le piste che più le piacciono?
“Quelle dai curvoni veloci, da 170-180 all’ora, dove ci vuole il pelo per entrarvi. Dove il pilota riesce a fare la differenza. E godi quando entri forte in quella curva. I miei posti giusti sono: Jerez (Spagna), Assen (Olanda) e Phillips Island (Australia”.
Che cosa le dicevano gli amici del Liceo al ritorno dalle gare?
“Nulla di particolare; erano contenti per me”.
Chi sono i suoi amici?
“Quelli delle elementari: Baffo, Mattia”.
C’è la paura in moto?
“In corsa mai; c’è quando stai per cadere e cerchi di non andarci per terra. Invece, quando sei in moto pensi solo ad andare più forte possibile, altrimenti non riusciresti ad andar forte”.
Quali aspettative in 250?
“La prima parte della stagione sarà dura e farò esperienza. Nella seconda spero di tenere il passo dei primi e magari di vincere una gara. Ci sono un sacco di piloti che vanno forte”.
Quali sono i suoi hobby?
“Fare il cross in moto, andare in bici e le ragazze”.
Come si allena?
“Per la 125, dove non ci vuole forza ma fiato, andavo in bici da strada; 4-5 uscite la settimana per 80 chilometri per volta. Nelle 250, alla bici, ho affiancato la palestra per avere più forza nelle braccia”.
Quando ha iniziato?
“Con le minimoto a Cattolica. Avevo 7 anni. A 8 mi hanno regalato la prima minimoto. Tra le minimoto ho vinto dei titoli italiani, due volte secondo e secondo anche nell’europeo. A 14 anni è avvenuto il salto nel camopionato italiano e Trofeo Honda col team Matteoni. Cadevo molto e Matteoni mi consiglia di piegare meno rispetto alla minomoto. A 15 anni faccio l’europeo: una vittoria e tre secondi posto”.
Nel motomondiale quali sono gli amici?
“Vado molto d’accordo con Valentino; ci troviamo abbastanza bene come carattere. Il mio amico migliore è Alex Baldolini, un ragazzo di Pesaro”.
E Biaggi?
“Più simpatico di come si presenta in Tv”.
Cosa vuol dire mettere a punto la moto?
“Il pilota deve essere bravo a raccontare le sensazioni che prova ai tecnici. Magari ci sono due soluzioni e sono i tecnici e decidere come muoversi. In questo Valentino è un autentico maestro”.
Che cos’è il talento?
“Il talento lo hai dentro. Magari alcuni piloti lo tirano fuori prima, altri dopo. Per me però conta più il fattore mente rispetto a quello naturale”
E Rossi?
“E’ un caso a parte. E’ un talento innato ed ha molta testa. Scherza, ride in griglia, ma quando si infila il casco ha una capacità di concentrazione come nessuno”.
Che cosa voleva diventare nella vita?
“Il pilota, da quando vedevo le gare in Tv”.
I suoi sogni?
“Vincere il mondiale nelle 250 e fare il salto in Moto Gp”.
Cosa pensa dell’eventuale passaggio di Rossi in Formula 1?
“Spero di no. Sarei contento se rimanesse con noi, così potremo correre insieme”.
Qual è il complimento che più le piace?
“Sono fiero quando dicono che il sucecsso mi ha lasciato tale e quale a prima”.
Che cosa si porta della Romagna in giro per il mondo?
“La piadina”.
In quale team si mangia meglio?
“Da Matteoni si mangia da dio. Ha una ‘arzdora’ come cuoca”.
Qua lè la moto più veloce?
“Ai livelli mondiali si equivalgono. L’Aprilia è penalizzata sui tracciati lenti. Ed è più da corsa rispetto alle Honda. L’Aprilia per anadr forte vuole una messa a punto perfetta. E’ più scorbutica, con una erogazione della potenza più violenta”.