di ALBERTO BIONDI
Si dice che un’immagine valga più di mille parole, e quando di mezzo c’è un tema così vergognoso e attuale come lo sfruttamento del lavoro minorile le fotografie parlano da sole. Ha inaugurato oggi, nella tensostruttura sul retro della parrocchia di San Giovanni Battista, la mostra “Infanzia rubata, le immagini che sconvolsero l’America” promossa dalla Fondazione San Giuseppe, la Fondazione Alberto Colonnetti di Torino e con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica: un’esposizione in cui vengono mostrati al pubblico 300 scatti del sociologo e fotografo statunitense Lewis W. Hine, che nel primo decennio del secolo scorso viaggiò per l’America immortalando i bambini impiegati nei campi di cotone, nelle fabbriche, nei porti. Gli organizzatori hanno selezionato le immagini più significative da un archivio di ben 5000 foto, che raccontano una realtà lungi dall’essere sparita. Se è vero che oggi, dopo un secolo di straordinario avanzamento tecnologico e sociale, gli Stati Uniti e tutto l’Occidente democratico hanno sconfitto lo sfruttamento dei più piccoli in seno al loro territorio, è tuttavia innegabile che le potenze sviluppate (e le loro multinazionali) facciano produrre i beni di consumo nel terzo mondo, in India, Cina, Bangladesh, ovunque la manodopera a basso costo abbondi e ogni diritto venga puntualmente violato.
La mostra “Infanzia rubata” vuole far riflettere sul presente attraverso uno sguardo al passato. Don Salvatore Pratelli, parroco della chiesa di San Giovanni, ha insistito sull’attualità dell’argomento citando il caso dei bambini soldato in Africa e definendo l’esposizione “ad alto valore morale e sociale”. Frate Alessandro Caspoli, direttore dell’Antoniano di Bologna e presidente del Festival Francescano (in cui la mostra è inserita) ha aggiunto che essendo il tema di quest’anno “Liberi nella Gioia”, l’iniziativa può far riflettere sulla Dichiarazione dei diritti del fanciullo, carta fondamentale per la salvaguardia e tutela dei più piccoli. Raffaella Bellucci Sessa, direttrice della Fondazione Colonnetti di Torino (tra le maggiori biblioteche storiche di letteratura per l’infanzia in Europa, ndr), ha poi dichiarato: “Il problema non appartiene affatto al passato. Malgrado le leggi, che ci sono, queste vengono puntualmente disattese e le stime Unicef calcolano in 250 milioni i bambini sfruttati in tutto il mondo. Anche in Italia si calcolano diverse migliaia di casi, Prato insegna. La mostra è interessante perché allo sguardo artistico del fotografo si unisce quello del sociologo, perché Hine coniugava entrambe le professioni, e il risultato è uno spaccato di società che non può lasciare indifferenti”. Perché visitare la mostra? “Per ripensare il modello di società in cui viviamo. – prosegue la direttrice – Il modello consumistico che abbiamo adottato è il primo responsabile dello sfruttamento minorile, e cambiando le nostre abitudini d’acquisto si può già fare la differenza. Spero che i giovani possano visitare la mostra e riflettere cinque minuti in più la prossima volta che comprano un nuovo vestito o telefonino. Dobbiamo educare ad un consumo intelligente”. Alla conferenza di presentazione c’erano anche Sara e Matteo, due alunni delle classi terze della scuola media “A. Di Duccio” di Miramare, che hanno testimoniato il loro percorso scolastico tutto incentrato sul tema del lavoro minorile. Nelle loro parole una perla di saggezza: per sconfiggere questa piaga, l’unica arma di cui disponiamo è la scuola e l’educazione.
La mostra “Infanzia rubata” sarà visitabile fino al 15 ottobre presso il tendone della parrocchia di San Giovanni Battista (via XX Settembre), dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19 (dal 5 ottobre solo il pomeriggio). È possibile prenotare visite guidate telefonando allo 0541-51268. L’ingresso è libero. L’esposizione è patrocinata anche dal National Child Labor Committee, dalla International Labour Organization, dalla Provincia e dal Comune di Rimini, e rientra, oltre che nel Festival Francescano 2014 che si è svolto a Rimini nei giorni scorsi, anche nella Settimana del Buon Vivere e nel Mese delle Famiglie.
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