[b]Presentato un manifesto-piano senza personalità, senza idee, senza identità[/b]
Sabbia bianca, con una distesa di ombrelloni con la copertura di frasche, palme rigogliose e piscina hollivudiana, della serie kitsch, molto kitsch (parola tedesca per cattivo gusto, molto cattivo gusto). E’ il manifesto-idea con il quale gli “albergatori” hanno tappezzato Rimini, passato alla piccola cronaca cittadina: piscine in spiaggia.
Con tale tavola imbandita verrebbe voglia di dire: con questi albergatori non si va da nessuna parte e che ci vorrebbe la cultura della cascina e più avanti si capirà il perché.
Ed invece, gli albergatori non sono così. La storia dice che hanno idee e riescono a concretizzare le intuizioni. C’è chi coccola i turisti come solo i romagnoli sanno fare: il giorno di mercato aperitivo con salatini per tutti, ogni 15 giorni giro turistico per scoprire l’entroterra, ad esempio.
Peccato che il manifesto-modello presentato vada a scimmiottare mari lontani ed una natura che non si piegherà mai al nostro clima.
Come fa riflettere Alberto, un bravo albergatore che ha lavorato in pieno anche quest’anno: “C’è un tipo di clientela che chiede la piscina in spiaggia. E di questo forse va tenuto conto”.
La Romagna deve proporre un turismo in stile cascina, cioè con una identità legata alla propria storia, alla propria natura, al proprio territorio. Chi viene in Romagna vuole trovarvi la tipicità, quelle atmosfere, quei sapori, quei colori che non sono riproducibili da nessuna altra parte.
Però gli albergatori hanno ragione: gli stessi politici (la classe dirigente massima di una comunità) sono caduti nello stesso errore. E c’è da dire: con questi politici non si va da nessuna parte. La pianta dominante sul lungomare da Gabicce Mare a Bellaria è la palma. Insomma: una tristezza infinita.